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11. Kant: la morale (prima parte)
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Kant presuppone l’esistenza di una morale universale, valida per tutti i cittadini del mondo, e si chiede quale sia la sua origine, si interroga su quel possa essere il suo fondamento, come era solito fare con qualsiasi cosa lo interessasse.
Kant analizza la morale nel tentativo di individuarne il fondamento e la legittimazione.
La morale doveva avere tre caratteristiche: essere universale, autonoma e formale.
- Universale significa valida per tutti, UNIVERSALMENTE valida.
- Autonoma significa che deve essere basata sulla sola ragione, e non su parametri esterni e soggettivi; il suo contrario è “eteronoma”, ovvero “indotta dall’esterno”.
- “formale” significa priva di un contenuto empirico specifico, tradotto: non deve riferirsi alle cose particolari ma deve essere generalizzato, in poche parole la morale Kantiana NON doveva in nessun modo assomigliare ad una lista della spesa: NON fare questo, quest’altro o quest’altro, poi ciò che non devi fare è questo, ecc ecc..
A questo punto Kant introduce massime e imperativi per dare un maggiore rigore alla sua teoria della morale, vediamole nel dettaglio:
- Le massime sono norme “non scritte”, che seguiamo senza pretendere che valgano per tutti, come ad esempio il lasciare il proprio partner dopo un tradimento.
- Gli imperativi, invece, devono essere norme considerate valide universalmente.
Gli imperativi si dividono in categorici (imperativi “TOP” della morale) e ipotetici (subordinati ad una condizione e volti a perseguire un determinato fine).
Nella morale Kantiana, l’imperativo categorico ha la funzione di fornirci solo il criterio morale attraverso cui noi possiamo operare, ovvero deve riferirsi alla struttura “formale” nella quale deve rientrare la nostra azione.
Un buonissimo esempio è la legge fondamentale della ragion pratica: “Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale”; Tradotto: “Se tutti facessero quello che tu hai fatto?”.
Infatti, qui si tratta di valutare le conseguenze della nostra azione in modo RAZIONALE; Ovvero, se la tua azione è diventata una legge valida per chiunque, le conseguenze sono razionali?
Nel caso lo fossero, avresti agito in modo morale e la tua massima deriva dall’imperativo categorico, altrimenti no.
Per capire meglio facciamo un esempio.
Immagina di non avere abbastanza soldi per saldare un pagamento e di chiederli a qualcuno che è disponibile nel darteli, anche se sai che non potrai mai restituirli per impossibilità tue.
La massima che hai seguito è: “E’ lecito promettere il falso e non restituire i prestiti”.
Ecco, ipotizza ora che questa massima diventi legge per TUTTI: quali sarebbero le conseguenze?
Irrazionali, ovviamente, perciò questa azione NON può considerarsi morale.
Logico ed intuitivo, non credi?
Se solo facessero tutti così, di sicuro saremmo in un mondo migliore.
In conclusione, ogni legge morale si serve esclusivamente di IMPERATIVI CATEGORICI, poiché oggettivi e NON volti al raggiungimento di un fine.
La Morale
a) Parte dal presupposto che esista una morale universale, autonoma (fondata sulla sola ragione) e formale (che non si riferisce ai particolari)
b) Ne vuole individuare il fondamento e la legittimazione. Quali sono quelle leggi morali universalmente valide?
c) L’uomo viene considerato il soggetto e la fonte della morale, non deriva da principi esterni ma solo dalla ragione (legislatrice a sé medesima)
Massime e imperativi
a) Le massime sono quelle norme morali che seguiamo senza pretendere che valgano per tutti, es: separazione dopo un tradimento
b) Gli imperativi sono universali
1) Imperativi ipotetici
→ Subordinati ad una condizione (li perseguiamo per raggiungere
una finalità, es: SE vuoi guarire, segui questa cura)
2) Imperativi categorici
→ Non può indicare i contenuti ma la struttura formale di come la nostra azione deve essere per esser ritenuta morale
→ Formule a contenuto non specifico che forniscono il criterio d’azione
es: “Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale”
→ Rendi la tua massima valida per tutti e valutane le conseguenze.
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#filosofia #kant #laurapirotta #psicologa
Kant analizza la morale nel tentativo di individuarne il fondamento e la legittimazione.
La morale doveva avere tre caratteristiche: essere universale, autonoma e formale.
- Universale significa valida per tutti, UNIVERSALMENTE valida.
- Autonoma significa che deve essere basata sulla sola ragione, e non su parametri esterni e soggettivi; il suo contrario è “eteronoma”, ovvero “indotta dall’esterno”.
- “formale” significa priva di un contenuto empirico specifico, tradotto: non deve riferirsi alle cose particolari ma deve essere generalizzato, in poche parole la morale Kantiana NON doveva in nessun modo assomigliare ad una lista della spesa: NON fare questo, quest’altro o quest’altro, poi ciò che non devi fare è questo, ecc ecc..
A questo punto Kant introduce massime e imperativi per dare un maggiore rigore alla sua teoria della morale, vediamole nel dettaglio:
- Le massime sono norme “non scritte”, che seguiamo senza pretendere che valgano per tutti, come ad esempio il lasciare il proprio partner dopo un tradimento.
- Gli imperativi, invece, devono essere norme considerate valide universalmente.
Gli imperativi si dividono in categorici (imperativi “TOP” della morale) e ipotetici (subordinati ad una condizione e volti a perseguire un determinato fine).
Nella morale Kantiana, l’imperativo categorico ha la funzione di fornirci solo il criterio morale attraverso cui noi possiamo operare, ovvero deve riferirsi alla struttura “formale” nella quale deve rientrare la nostra azione.
Un buonissimo esempio è la legge fondamentale della ragion pratica: “Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale”; Tradotto: “Se tutti facessero quello che tu hai fatto?”.
Infatti, qui si tratta di valutare le conseguenze della nostra azione in modo RAZIONALE; Ovvero, se la tua azione è diventata una legge valida per chiunque, le conseguenze sono razionali?
Nel caso lo fossero, avresti agito in modo morale e la tua massima deriva dall’imperativo categorico, altrimenti no.
Per capire meglio facciamo un esempio.
Immagina di non avere abbastanza soldi per saldare un pagamento e di chiederli a qualcuno che è disponibile nel darteli, anche se sai che non potrai mai restituirli per impossibilità tue.
La massima che hai seguito è: “E’ lecito promettere il falso e non restituire i prestiti”.
Ecco, ipotizza ora che questa massima diventi legge per TUTTI: quali sarebbero le conseguenze?
Irrazionali, ovviamente, perciò questa azione NON può considerarsi morale.
Logico ed intuitivo, non credi?
Se solo facessero tutti così, di sicuro saremmo in un mondo migliore.
In conclusione, ogni legge morale si serve esclusivamente di IMPERATIVI CATEGORICI, poiché oggettivi e NON volti al raggiungimento di un fine.
La Morale
a) Parte dal presupposto che esista una morale universale, autonoma (fondata sulla sola ragione) e formale (che non si riferisce ai particolari)
b) Ne vuole individuare il fondamento e la legittimazione. Quali sono quelle leggi morali universalmente valide?
c) L’uomo viene considerato il soggetto e la fonte della morale, non deriva da principi esterni ma solo dalla ragione (legislatrice a sé medesima)
Massime e imperativi
a) Le massime sono quelle norme morali che seguiamo senza pretendere che valgano per tutti, es: separazione dopo un tradimento
b) Gli imperativi sono universali
1) Imperativi ipotetici
→ Subordinati ad una condizione (li perseguiamo per raggiungere
una finalità, es: SE vuoi guarire, segui questa cura)
2) Imperativi categorici
→ Non può indicare i contenuti ma la struttura formale di come la nostra azione deve essere per esser ritenuta morale
→ Formule a contenuto non specifico che forniscono il criterio d’azione
es: “Opera in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere in ogni tempo come principio di una legislazione universale”
→ Rendi la tua massima valida per tutti e valutane le conseguenze.
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