KANT: La Concezione della Morale

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Per la realizzazione di questo video ho utilizzato il testo "La ricerca del pensiero" di Abbagnano e Fornero
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Bellissima la frase finale.
Io in realtà mi trovo totalmente d'accordo con quanto sosteneva Kant riguardo la Legge Morale.
Credo che sia universale, tutti ce l'abbiamo; nel profondo. Tutti sappiamo cos'è Bene, ma molto spesso non lo vediamo, forse perché troppo presi dall coltre oscura della nostra vita. Ciò che in sostanza facciamo è attingere a un livello più profondo, ma comunque sempre superficiale rispetto a quello vero.

La moralità è ben più alta della legalità, e lo dimostra inoltre il fatto che è la prima a muovere la seconda, anche se poi entrano in ballo gli interessi mossi dall'inconsapevolezza ( non sempre ovviamente ).
Esempio: una legge impone la pena di morte. Rispettarla significa praticare la legalità, ma nello stesso tempo infrangi la moralità.
Credo che nessuno di noi voglia il male nel profondo...

GRAZIE MILLE Frall ☺️

ermannorossi
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Grazie mille per la cura che hai dedicato alla realizzazione di questo video (come hai fatto anche per i precedenti); mi piacerebbe molto approfondire la figura di Kant e il suo pensiero, e ritengo sia uno spunto interessante quanto ci offri. Avrei una domanda da porti: secondo te, l'indifferenza può essere definita in maniera assoluta come "atto immorale"?

lucamalagesi
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Grazie Francesco per il video (e per quelli passati ovviamente) e per le riflessioni che ci poni a fare. Provando a riflettere sulle tue domande il primo pensiero che mi viene in mente è che l'uomo dovrebbe agire secondo il principio di Amore (inteso come quello libero da qualunque spazzatura egoica) il quale bypassa i limiti delle strutture culturali e sociali che acquisiamo e/o che abbiamo acquisito. Fammi sapere che cosa ne pensi... è un ragionamento che ho scritto un po' d'istinto. Colgo l'occasione per chiederti consigli su letture per approcciare da "principiante" la tematica dello stoicismo.
Grazie ancora

lorenzogardini
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Assolutamente in disaccordo, questi ragionamenti astratti sulla morale funzionano sempre quando rimangono nell’astratto, tutti li condividono, poi quando entriamo nei dilemmi etici contemporanei o ci affacciamo ad altre culture e a morali diverse dalle nostre, ecco che cominciano a disgregarsi le certezze di una morale universale.

Il tutto si riduce sempre al “È giusto quello che penso io, perché si. E ciò che pensate voi è sbagliato, punto”.

Dire che è bene fare del bene è una petitio principii, un ragionamento circolare, non ha assolutamente senso.

Tra l’altro anche l’imperativo categorico metterebbe in crisi molte nostre norme etiche…
Ad esempio, pensiamo alla scelta di una donna di non avere figli o abortire, scelta che ad oggi consideriamo legittima, un diritto fondamentale…
Eppure se applicassimo l’imperativo categorico non sarebbe più così morale, in quanto se la scelta di abortire e non fare figli fosse compiuta da tutte le donne, ci ritroveremmo ad estinguerci, o anche solo se il tasso di natalità calasse ulteriormente ci ritroveremmo a non poter più sostenere il sistema socioeconomico e andremmo in default immediatamente, come già sta succedendo infatti, in particolare in Italia che insieme al Giappone ha un rischio di default enorme tra 20 anni a causa della denatalità.

Quindi seguendo quel ragionamento potremmo dire che la scelta di non fare figli sia immorale, in quanto mette a repentaglio la sostenibilità sociale, e se la prendessero tutte ci porterebbe all’autodistruzione.
Eppure nella nostra morale occidentale consideriamo la libertà di scelta sul proprio corpo e su come strutturare la propria vita fondamentale, quindi anche la scelta di avere figli, se averli, quando e quanti è una scelta considerata un diritto fondamentale.

Questo esempio che ho fatto sulla natalità, lo potrei fare su centinaia di altri argomenti.
Quindi se vogliamo dare per buona la tesi di Kant sull’imperativo categorico, innanzitutto dovremmo passare ad un sistema sociale fortemente collettivista, e dovremmo rivedere gran parte dei nostri principi morali, cosa che la stragrande maggioranza delle persone non sarebbe disposta a fare, entrerebbe in dissonanza cognitiva e finirebbe per far prevalere il bisogno di coerenza ai propri valori, più che il bisogno di coerenza con le tesi di Kant.


Potremmo dire che la morale è un costrutto sociale, fondamentale per l’essere umano in quanto va a fornire senso all’esistenza e va a regolare i rapporti tra gli esseri umani, risponde al bisogno umano di giustizia.
Ma in quanto tale, la morale è creata dagli esseri umani, attraverso un patto, che si traduce in un contratto sociale, che racchiude non solo le leggi scritte, ma anche i valori, le mete sociali ed esistenziali, gli usi e i costumi ecc…

Quindi la morale esiste, ma è creata dall’uomo, tramite le religioni, i miti, le leggi, i valori, le “buone maniere” (l’educazione e la pedagogia) ecc…
I concetti di giusto e sbagliato sono quindi concetti relativi, creati dall’uomo in relazione al contratto sociale.
Quello che non esiste è la morale universale.

Il contratto sociale di ogni comunità o società è diverso da quello delle altre, e varia nel tempo.
Noi sappiamo già che la morale in cui crediamo oggi verrà smentita e superata tra 500 anni, perché la morale è sempre cambiata e cambierà sempre, anche in base agli eventi storici e alle esperienze che vivono i membri della società, anche grazie ai nuovi strumenti materiali o intellettuali a disposizione, e grazie alla discussione sociale…

AlessioCx
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Sinceramente non condivido il pensiero di Kant riguardo la morale universale, questa cambia di epoca in epoca, da luogo a luogo e anche da persona a persona. Tanto che potrei considerare quello che viene moralmente accettato da una società una sorta di compromesso fra le singole parti.

anonimo