Intelligenza Artificiale: pro senza contro

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L’intelligenza artificiale (IA) sarà la rivoluzione, con un impatto positivo sulla produttività in aree come la programmazione, la guida autonoma, la ricerca farmaceutica e la robotica domestica. Anche l'adozione del riconoscimento ottico potrebbe ridurre la burocrazia, accelerando i processi amministrativi e migliorando l’efficienza della pubblica amministrazione. La Cina, grazie ai massicci investimenti in IA e alla raccolta di dati su larga scala, è all'avanguardia, spingendosi rapidamente verso innovazioni in molti campi. Ma l'Italia a che punto è?
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Рекомендации по теме
Комментарии
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Quanto ai consigli sui libri: al netto del possibile compiacimento per aver ottenuto da voi risposta o della pigrizia di alcuni, potrebbe anche essere che ve li si chieda perché, contando sulla vostra autorevolezza, si speri di evitare di sprecare il proprio tempo su testi dallo scarso valore. Suppongo

GDB
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Sarebbe bello invitare a una puntata del Drin Drin il dottor Enrico Mensa, noto su twitch e youtube come Enkk. PhD in informatica, ricercatore associato all'Università di Torino, il suo campo di ricerca è proprio l'intelligenza artificiale, di cui ha spiegato le basi in vari video qua su youtube. Oltre che competente in materia, sa già come muoversi in una live ovviamente, e anche il suo pubblico sono sicuro che sarebbe interessato.

EconomistThe
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Pensa a quanto risparmierebbero le persone se i notai fossero rimpiazzati da un llm

antonioarci
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Da ing. informatico, concordo con lo scetticismo di Boldrin. il 90% dell'ia usata nella pratica è apprendimento supervisionato che si fa da decenni (ora meglio). La novita sono gli LLM, che sono un po utili, un po fuffa e tanto marketing.
Forchielli fa un mischione fra AI, LLM, robot, macchine autonome come se fosse un'unica cosa.

alem
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L’AI esiste da 80 anni. La vera rivoluzione è associata alla potenza di calcolo data dalle GPU disponibili a tutti, a basso costo. L’avvento del computer quantistico nei prossimi anni velocizzerà ancora di più l’apprendimento dei modelli e l’elaborazione dei dati.
L’automazione rivoluzionerà totalmente la società: alcuni lavori utili oggi potrebbero non esserlo nel giro di qualche anno (se non meno). Tutto il lavoro meccanico è destinato a scomparire lasciando spazio a robot intelligenti. Se si vuole dare la possibilità a tutti di lavorare, si deve cambiare la politica del lavoro (settimana a 4/3 giorni). Altrimenti lavoreranno sempre i migliori, guadagnando di più, creando ancora maggiore divario sociale.

lorenzofleres
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Sto recuperando la serie dal primo episodio. Questo è il primo argomento di cui mi sembra proprio che non ci siano sufficienti competenze o conoscenze che vi permettano di avere un’opinione al passo coi tempi, non possiamo permetterci di non prendere in considerazione l’AI perché “ma alla fine a cosa serve?”, spero che da persone intelligenti sarete abbastanza lucidi da riconoscere di non sapere abbastanza e di non avere un atteggiamento paternalistico o antiscientifico solo perché non conoscete sufficientemente la materia, tolto questo sto trovando molto interessanti queste discussioni fini a qui, complimenti per il coraggio e la voglia di iniziare un progetto così ambizioso!

giobrilli
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Ragazzi, sarebbe bello vedere un confronto sull'argomento con Luciano Floridi, professore di etica dell'intelligenza artificiale a Yale. Credo ci sia un po' di confusione sull'argomento che è diventato molto inflazionato: come ha detto bene Michele, l'AI non è altro che un altro tassello del processo di automazione che è iniziato un paio di secoli fa. L'intelligenza artificiale che ha attirato l'attenzione di tutti è quella generativa, ovvero quella che riesce ad auto correggersi nell'elaborazione di alcuni dati. Questa specifica Intelligenza è ancora lontana da avere un utilizzo nelle attività che crei valore: al momento, ci sono dieci punti principali nella quale può fare la differenza (rilevazione truffe, gestione del personale, ecc.) ma nessuno di questi va a far migliorare sostanzialmente la produttività di un'impresa. Ad oggi, questo accade perché l'intelligenza artificiale aumenta l'efficienza di un'industria solo nel caso in cui l'infrastruttura dell'industria è stata progettata per fare lavorare all'interno la AI. Al momento, l'intelligenza artificiale che lavorare in un ambiente aperto con fattori imprevedibili è pericolosissima (per questo la vedo ancora lunga per l'AI che cucina o stende, il robot non può prevedere che un bambino gli lanci addosso un pallone o che un gatto gli possa saltare sulle braccia). Per cui, per le macchina che guidano da sole, ci sarà da aspettare le famose smart city. Per l'applicazione industriale, l'AI è in una bolla finanziaria: gli investimenti in essa hanno raggiunto cifre vertiginosa mentre la sua applicazione nelle aziende è ancora piccolo. Per la situazione italiana e per quello che abbiamo detto, io vi consiglierei il caso Ocado: la Ocado è un'impresa di supermarket il quale core business è l'esportazione di Magazzini automatizzati, magazzi in cui ci può lavorare solo l'intelligenza artificiale e livelli di efficienza altissimi. Se spingessimo le imprese a specializzarsi in infrastrutture per intelligenze artificiali, potremmo trovare un risvolto utile di questo tema affascinante.

federicoagu
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Allora, non esiste LA Intelligenza Artificiale. “Intelligenza Artificiale” e’ una classe di algoritmi per risolvere problemi di vario genere a partire dai dati. Una sottoclasse di questa e’ la cosiddetta AI generativa (i.e., a partire dai dati, ne genera di nuovi) di cui i Generative Pre-trained Transformers (GPT) ne sono un istanza. Alcuni LLMs tra cui Claude e, chiaramente, GPT-4, sono GPT. Vi sono tanti altri algoritmi di AI generativa che non fanno Natural Language Processing come per esempio i Diffusion Models che non c’entrano NULLA con i GPT. I Neural Networks sono un po' ovunque, nei GPT e nei Diffusion Models. Per rispondere a Michele, no, nonostante vi furono in passato tentativi di usare Diffusion Models come modelli generativi non lo facciamo da sempre (si intende anni 80-90 quando altri algoritmi che usiamo ancora oggi vennero formalizzati per la prima volta). Drug design non si fa con i GPT ma con Diffusion Models ed altri algoritmi quali VAE, GAN e talvolta Reinforcement Learning, tutti nati, di fatto, negli scorsi 15 anni. 'Di fatto' perché oltre ad essere stati formalizzati recentemente, il know-how e le capacita' ingegneristiche (software), e computazionali (hardware: cluster enormi di GPU) formidabili che ne consentono l’utilizzo pratico, 10 anni fa semplicemente non esistevano. Vi sono gia’ in letteratura studi che suggeriscono come la produttività’ (in particolare per compagnie che fanno drug discovery) aumenti parecchio grazie all’AI ma non e’ il mio campo quindi posso esprimermi sulla loro validita’. Sarebbe interessante sapere l’opinione di Michele a riguardo. Vi lascio un dato: Llama 4 (Meta) lo stanno allenando su un cluster (uno di tanti) composto da piu' di 100'000 (centomila) H100 (l'ultima GPU Nvidia). Sul mercato una H100 costa 30'000 dollari.

riccardovalperga
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Un mondo affidato ai robot può generare o un’utopia, quella di cui parlava Asimov in un suo articolo ad esempio, cioè gli esseri umani “liberati” dal lavoro che possono dedicarsi alle proprie passioni, oppure una distopia in cui dovremo arrabattarci per sopravvivere. La verità alla fine sarà probabilmente una via di mezzo. Io però ho un pensiero al riguardo: nell’ultimo secolo negli ultimi decenni le ore di tempo libero in questa parte di mondo sono notevolmente aumentate (mediamente), è nata anche la categoria dell’adolescente come la conosciamo noi, con tanto tanto tempo libero; queste ore però come vengono utilizzate dalla maggior parte delle persone? Perché qui sta un punto importante. Nell’utopia di Asimov la gente studiava coltivava passioni si arricchiva; nella realtà? Uno scorcio lo abbiamo oggi e non è tanto rassicurante: noia, senso di inutilità, angoscia, depressione, abuso di sostanze, etc., etc. Forse sono fuori tema ma non penso, perché c’è tanta difficoltà, tra i giovani soprattutto (che sono le persone a cui bisogna maggiormente pensare perché sono il futuro). Valutiamo anche questo lato della rivoluzione che sta portando porterà l’intelligenza artificiale. Lo sviluppo delle tecnologie è andato tanto tanto veloce e purtroppo non è stato accompagnato da uno sviluppo anzi progresso delle teste delle persone, culturale intellettuale. Abbiamo mezzi potentissimi che hanno potenzialità straordinarie, e questo già adesso, figuriamoci domani, che in pochi però sanno usare, e questo con l’aumentare di questa potenza di queste possibilità emergerà sempre più come un problema, un problema sempre più grosso. I più non sanno usare in modo costruttivo un cellulare i social, figuriamoci chatgpt, figuriamoci tutto il resto (parlando concretamente)

LucianoFeliciani
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Le affermazioni di Alberto mi sembrano un po' grilline. Restiamo con i piedi per terra, restiamo pragmatici.

alessandrobicocchi
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Sulle IA generative sono molto più scettico e preoccupato, perché anche se ti danno l'impressione di "creare" ciò che fanno in realtà è rimescolare e sintetizzare informazioni che trovano altrove.
Dunque nell'esempio di Forchielli, ci dev'essere comunque un essere umano che ha fatto un buon syllabus in precedenza da cui l'IA può attingere, e comunque va sottoposta a un serio controllo per verificare che stia suggerendo libri di qualità, che siano in stampa, che esistano etc.
Questo è particolarmente evidente nella generazione di immagini, che sono in larga parte plagi evidenti di opere create da umani, e piene di refusi. In conclusione può essere un giocattolino comodo per tagliare i costi (se non ti poni il problema etico), ma ho seri dubbi sulla qualità dei risultati

sonny
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E' chiaro che in campo tecnologico e scientifico le AI sono la manna dal cielo per i ricercatori, le imprese, ma soprattutto negli ambiti dei servizi tutti questi vantaggi come sapete sono posti di lavoro persi in una misura e ad una velocità tale che non vedo come il mercato possa adattarsi in tempo a riallocarli . L'ottimismo con cui Forchielli sembra accettare l'inevitabile sostituzione umana nei ruoli creativi ( quando parla dei violinisti ad esempio) mi sembra irresponsabile. La creatività e l'intrattenimento non sono solo un mercato di lavoro enorme ma è una delle principali attività dell'intelletto umano, delegare tutto alle AI nel giro di pochi anni potrebbe creare un disastro sociale in termini di disoccupazione, povertà ma anche di educazione .Spero che nella parte dei "contro" parliate di quelle che sono le vostre idee su soluzioni e strategie per far fronte alle conseguenze anche negative di questa rivoluzione. Aldilà degli slanci entusiastici in termini di produttività, competitività e innovazione vorrei si parlasse anche di etica e lavoro.

federicocarloferniani
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l'IA non è solo fare testi e immagini, le aziende che hanno molti clienti possono raccogliere dati e fare analisi predittive che diano la possibilità di sviluppare l'andamento futuro delle proprie azioni di marketing, programmare applicazioni che raccolgano dati di clienti per valutare potenziali richieste e prevenire in tempo con soluzioni, può essere usata a scopi militari, di programmazione, per compilare correttamente programmi politici, per analizzare montagne di dati e capire quale possa essere la soluzione migliore. Ogni attività può avere un uso efficiente dell'IA e sviluppare nuovi progetti con l'aiuto di essa. Anche progetti molto complessi possono essere facilitati in modo notevole con l'uso dell'IA, come programmare l'intelligenza artificiale di un robot. quindi con un know how minimo, sommato all'abilità dell'intelligenza artificiale si possono sviluppare prodotti nuovi e dar vita a nuove startup che siano di robotica o altre idee. Userei questa concezione anche all'interno di aziende preesistenti, sviluppare prodotti nuovi per diversificare il proprio target.

pikappaneme
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"i giovani non vogliono più far gli operai"... A dir il vero quasi nessuno lo voleva per davvero. Se ci saranno, e lo spero, altro modi più soddisfacenti per lavorare ben venga.

gregoriomuzzi
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Il problema di queste cose sono anche i super entusiasti. Come quando si anticipava la completa automazione. Servono ancora molti interventi umani, creatività, scelte e attività relazionali dell'uomo ma se rendiamo i lavori noiosi per gli umani, se li alieniamo o se togliamo la voglia di lavorare le ai ci distruggeranno come società. Vedi ad esempio i traduttori. Molto lavoro è fatto dall'AI ma serve molta esperienza nei traduttori umani per valutare errori, stile e cose che nella scrittura sono più sfumate. Ma se il traduttore diventa solo un compito di correzione chi vorrà ancora farlo?

panigabriele
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Io da informatico che tra poco si iscrive alla magistrale in AI posso solo dire che queste robe, almeno a me fanno paura (paura di essere tutti sostituiti), l unica roba che mi abbassa la paranoia è la consapevolezza che non possiamo arrivare al punto da avere questi totem oracoli a cui chiediamo cose e neanche capiamo la risposta che ci dà, ci sarà sempre bisogno dell human in the loop. Anche per il fatto che ad oggi per quanto non sembri il ragionamento non lo fanno, quindi se anche solo ci possono essere lo 0, 001% di allucinazioni con l aumentare del carico di lavoro aumenta l entropia e il fatto che poi non funziona o ci sono degli errori.

lucafreydoz
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La positività di Forchielli in questo video è contagiante!

giorgio
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Punti di vista molto superficiali sull'argomento, confido nella parte sui contro. Il problema principale della chiacchierata è il guazzabuglio che si fa tra macchine automatiche, algoritmi generativi (Gpt-4, Claude), algoritmi supervisionati e non supervisionati. Il vero tema è quello degli algoritmi generativi, più recenti e più criticati in quanto capaci di sostituire lavoratori di tantissimi ambiti. Occorre parlare dei costi energetici e di produzione degli impianti di elaborazione dati, inquadrare in maniera sistematica le classi più a rischio e discutere per esse di eventuali programmi di supporto o ricollocamento, parlare dei problemi sulle normative nazionali per la regolamentazione di questa nuova tecnologia (con eventuali programmi di contenimento o promozione della stessa). E no, con i problemi che abbiamo nel reperimento di batterie la robotizzazione domestica non può essere un tema di attualità, probabilmente non ci toccherà per tutto il secolo.

nicolafilannino
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per le costruzioni stanno già facendo 3d printing di sezioni di case, a singapore lavorano per implementarlo nel loro sistema di public housing

Onitzerk
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Come detto già da altri, posto che sarà il futuro ed è inutile combattere ciò che sicuramente già sarà, quello che davvero temo è che ci sarà ancora una volta una estrema polarizzazione della ricchezza verso l'alto e, prima o poi, il tema del "come far sopravvivere crescenti fette della popolazione che sarà spiazzata da queste tecnologie" c'è. Tendenzialmente sono poco propenso a formule tipo Reddito di Cittadinanza etc, ma ammetto che non vedo soluzioni alternative all'orizzonte benché vadano costruite in maniera sensata in modo da consentire la ricollocazione attiva di queste persone.

DomenicoNapoli-ij
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