L'importanza delle abitudini nei processi di cambiamento - Intervista a Giorgio Nardone

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L'importanza che le abitudini ricoprono nei processi di cambiamento viene spesso sottovalutata. Molte persone quando vogliono cambiare si affidano infatti alla motivazione, salvo poi ritrovarsi dopo poco tempo al punto di partenza. In questa intervista, Giorgio Nardone spiega perché tale approccio è poco efficace, e propone una alternativa volta a favorire il cambiamento delle abitudini negative in abitudini più funzionali per l'individuo.

Nardone evidenzia a tal proposito uno degli aspetti meno considerati: la resistenza al cambiamento. Quando una persona prova a cambiare, per esempio implementando una nuova abitudine, il sistema in cui si inserisce esercita una forza uguale e contraria volta a ripristinare l’equilibrio di partenza.

Giorgio Nardone espone quattro strategie - tra cui la logica del Fattore 1% - atte ad aggirare tali resistenze.

Ci ricorda infine come tutti noi siamo esseri abitudinari; a fare la differenza è colui che riesce ad orientare le abitudini in modo funzionale ai propri scopi di vita.

Di seguito, il minutaggio della chiacchierata con Giorgio Nardone e i principali argomenti affrontati:
0:00 Introduzione
0:28 Motivazione e Abitudini nei processi di cambiamento
1:46 Le Abitudini nell’intervento di Terapia Strategico Breve
4:18 Quattro strategie per aggirare la resistenza al cambiamento
6:28 Giorgio Nardone e il suo rapporto con le abitudini
8:11 Giorgio Nardone e le abitudini a cui non può dire di No
9:24 Come promuovere le buone abitudini nei propri figli

LINK UTILI:

#abitudini #cambiamento #psicologia
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LM: “Giorgio, qual è il ruolo all'interno dei processi di cambiamento tra motivazione e abitudini? Come si passano la palla queste due idee?"

GN: “dal mio punto di vista la motivazione spinge a fare qualcosa che può diventare abitudine che poi rafforza la motivazione, oppure le abitudini possono creare motivazione che poi rafforzano le abitudini, quindi una dinamica circolare e devo dire che, nella maggioranza dei casi osservabili nella gente comune, sono le abitudini che costruiscono le motivazioni non viceversa come si pensa.

La maggioranza di persone si trova a fare delle cose scopre che piacciono a loro quelle cose e poi va avanti. Il processo decisionale di motivazioni di scelta è una cosa perché poi farla diventare abitudinaria è per pochi, la maggioranza delle persone non ha nemmeno questa possibilità.”

LM: “due livelli d'azione, un po' motivazione, un po' abitudini. Quando sei davanti a un paziente, tu a un qualche livello vai a lavorare anche sulle abitudini?”

GN: “certo, perché quello che è il focus di un intervento strategico, che è rompere la rigidità di un sistema percettivo reattivo, (che vuol dire ad una modalità ridondante di percepire le cose in un modo e di reagire in un modo) è diventata anche un'abitudine molto più strutturata - vale dire nella parte più antica del cervello - e necessita di esperienze emozionali correttive: rompere uno schema per poi creare nuovi modelli.

Un cambiamento terapeutico è la rottura di uno schema che si ripete, che quindi è diventato anche un'abitudine strutturata e che, una volta rotto, deve essere sostituito da un'altro più funzionale. Esiste un fattore che frequentemente, i colleghi, soprattutto statunitensi quelli che amano il pensiero positivo, sottovalutano: ogni cambiamento che tu vuoi introdurre crea resistenza al cambiamento, così se vuoi cambiare un'abitudine c'è la resistenza a cambiare un'abitudine, perché le abitudini, così come i sistemi percettive reattivi, corrispondono a una omeostasi.

L'omeostasi è un equilibrio che tende a mantenersi nell'organismo anche quando un equilibrio dinamico di comportamenti, di percezioni, di cognizioni quindi questo necessita di avere delle strategie per aggirare la resistenza e inserire il cambiamento, che una volta che tu hai rotto quello schema dovrà diventare ripetuto, replicato un certo numero di volte per insediarsi come nuovo modello omeostatico che è abitudine.”

LM: “Giorgio, tu ti consideri una persona abitudinaria?”

GN: “tutti siamo abitudinari, la cosa importante è imparare a gestire l'abitudine e non subirla. L'importante è che le abitudini siano orientate a migliorarci mentre la maggioranza delle persone subisce le abitudini, spesso senza averle scelte."
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Комментарии
Автор

Giorgio Nardone è assolutamente ipnotico, starei tutto il giorno a sentirlo parlare.

Marco-fphq
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Se ci avessero insegnato la psicologa a scuola, avrei vissuto meglio. Grazie come sempre. <3

ciaociaoXD
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Ho 26 anni e non so ancora cosa fare nella vita, cosa dici di fare per trovare uno scopo?

FrancescoSignorini
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Ho cambiato lavoro per sempre anche nell'allenamento... statunitense maratona

sarapesenti
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Abitudini subite dal Lockdown in poi, quante e quali manterremo?

suerusso
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Da una parte il mio gruppo class hair... dall altra I tuoi contributi... siamo in una botte di ferro!
anche i tuoi contributi sono diventati un abitudine!

mauriziocoriaci
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Vero a me le abitudini mi aiutano la memoria, a 76 anni, ma forse da sempre, non ho mai perso una chiave.

elianadegiorgi
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Scusate la domanda che non ha a che fare con il video, ma mi piacerebbe sapere chi sia l'autore del dipinto alle spalle del professor Nardone. Grazie.

dnanb
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12 minuti e 19 secondi preziosissimi. Grazie!

gabrielem
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Bravo Luca! Ti ho conosciuto da pochissimo e già non posso più fare a meno del tuo ottimo lavoro. Grazie!

CharLotte-klkx
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Sono grata di poter ascoltare simili informazioni.

carmelap.