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3 passi per conoscere se stessi
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3 passi per conoscere se stessi
Quanto conosci te stesso?
Conoscere se stessi significa innanzitutto essere consapevoli del proprio mondo interno, di ciò che accade dentro di noi, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e dei nostri bisogni.
La conoscenza di se è in assoluto un prerequisito per migliorare, possiamo migliorare solo ciò che conosciamo.
Jung ha detto: "Chi guarda fuori sogna. Chi guarda dentro si sveglia"
Che vuol dire? Spesso noi parliamo di sogni immaginando qualcosa di bello, romantico e piacevole; in realtà molto spesso parlare di guardare fuori, guardare all'esterno di noi stessi, coincide con qualcosa che assomiglia più ad un incubo che ad un sogno: Ci diciamo che la vita non va bene, che le cose ci capitano, che ci sono le ingiustizie, che gli altri sono migliori o peggiori di noi, etc.
Lo sguardo è sempre rivolto fuori, verso l'esterno, verso l'altro.. Chi si guarda dentro inizia, invece, a vedere come lui stesso costruisce quello che poi vive. Quando iniziamo a guardarci dentro cominciano ad attivarsi in noi le difese, prima tra tutte le proiezione, per la quale siamo spinti ancora una volta a stare "fuori" di noi. Guardarsi dentro non è un fatto naturale e culturalmente è un fatto quasi deriso. Ma è fondamentale per conoscere se stessi.
Guardare dentro significa vedere come costruiamo la realtà, come reagiamo agli stimoli esterni e come queste reazioni si riflettano poi nel nostro mondo interno.
L’esterno non possiamo cambiarlo; possiamo però imparare a gestire l’interno.
Quali sono i tre passi per conoscere se stessi?
Le tre vie per conoscersi sono:
1- Ascolto di sé: è fondamentale per conoscersi: come possiamo conoscerci senza ascoltarci? C'è una notevole differenza tra stare tutto in esterna o stare con se stessi. All’inizio, quando cominciamo a frequentare il nostro mondo interno, c’è tanto rumore e confusione, ma poi possiamo imparare a distaccarci da quel rumore, iniziare a distinguere, a sentire cosa passa nel nostro mondo. Se non ci ascoltiamo, non possiamo percepire i nostri pensieri, i nostri bisogni, le nostre emozioni. ma per potere ascoltare ed ascoltarci dobbiamo fare silenzio.
2- Consapevolezza: finchè non portiamo a consapevolezza ciò che è inconsapevole siamo automatici, siamo meccanici. E, di conseguenza, non sappiamo gestire il nostro mondo interno. Conoscere se stessi richiede quindi consapevolezza e ci permette di gestirlo.
3- Le relazioni: si cresce nelle relazioni perché le relazioni ci danno la possibilità di vedere ciò che non vogliamo vedere, di rispecchiarci in modo che da soli non possiamo fare. Nelle relazioni intime sono sollecitate tante parti di noi e quindi emergono tante parti di noi. Quando noi diventiamo più consapevole possiamo iniziare a gestire i nostri automatismi e reattività.
E tu, quanto conosci te stesso?
Fammi sapere nei commenti,
Antonio
#antonioquaglietta #psicologia #conosceresestessi
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*Puoi acquistare i miei libri qui:
Quanto conosci te stesso?
Conoscere se stessi significa innanzitutto essere consapevoli del proprio mondo interno, di ciò che accade dentro di noi, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e dei nostri bisogni.
La conoscenza di se è in assoluto un prerequisito per migliorare, possiamo migliorare solo ciò che conosciamo.
Jung ha detto: "Chi guarda fuori sogna. Chi guarda dentro si sveglia"
Che vuol dire? Spesso noi parliamo di sogni immaginando qualcosa di bello, romantico e piacevole; in realtà molto spesso parlare di guardare fuori, guardare all'esterno di noi stessi, coincide con qualcosa che assomiglia più ad un incubo che ad un sogno: Ci diciamo che la vita non va bene, che le cose ci capitano, che ci sono le ingiustizie, che gli altri sono migliori o peggiori di noi, etc.
Lo sguardo è sempre rivolto fuori, verso l'esterno, verso l'altro.. Chi si guarda dentro inizia, invece, a vedere come lui stesso costruisce quello che poi vive. Quando iniziamo a guardarci dentro cominciano ad attivarsi in noi le difese, prima tra tutte le proiezione, per la quale siamo spinti ancora una volta a stare "fuori" di noi. Guardarsi dentro non è un fatto naturale e culturalmente è un fatto quasi deriso. Ma è fondamentale per conoscere se stessi.
Guardare dentro significa vedere come costruiamo la realtà, come reagiamo agli stimoli esterni e come queste reazioni si riflettano poi nel nostro mondo interno.
L’esterno non possiamo cambiarlo; possiamo però imparare a gestire l’interno.
Quali sono i tre passi per conoscere se stessi?
Le tre vie per conoscersi sono:
1- Ascolto di sé: è fondamentale per conoscersi: come possiamo conoscerci senza ascoltarci? C'è una notevole differenza tra stare tutto in esterna o stare con se stessi. All’inizio, quando cominciamo a frequentare il nostro mondo interno, c’è tanto rumore e confusione, ma poi possiamo imparare a distaccarci da quel rumore, iniziare a distinguere, a sentire cosa passa nel nostro mondo. Se non ci ascoltiamo, non possiamo percepire i nostri pensieri, i nostri bisogni, le nostre emozioni. ma per potere ascoltare ed ascoltarci dobbiamo fare silenzio.
2- Consapevolezza: finchè non portiamo a consapevolezza ciò che è inconsapevole siamo automatici, siamo meccanici. E, di conseguenza, non sappiamo gestire il nostro mondo interno. Conoscere se stessi richiede quindi consapevolezza e ci permette di gestirlo.
3- Le relazioni: si cresce nelle relazioni perché le relazioni ci danno la possibilità di vedere ciò che non vogliamo vedere, di rispecchiarci in modo che da soli non possiamo fare. Nelle relazioni intime sono sollecitate tante parti di noi e quindi emergono tante parti di noi. Quando noi diventiamo più consapevole possiamo iniziare a gestire i nostri automatismi e reattività.
E tu, quanto conosci te stesso?
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Antonio
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