Francia vs woke

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L'approfondimento di Dario Fabbri. Perché il governo francese è contro il minimalismo Usa. Cosa c'entra l'assimilazione. Ma Parigi non riuscirà nell'intento.

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#LapprofondimentodiDarioFabbri #geopolitica #woke
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Комментарии
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Temo che la lotta che la Francia intende fare contro il movimento "woke" sia persa in partenza. Questo movimento si basa su orde di guru e relativi adepti delle generazioni più giovani (millenials, Z) che portano avanti battaglie sociali per lo più sui social network. Queste battaglie hanno alla base dei giusti ideali (contrasto al razzismo, sessismo, omofobia e eccetera) ma sono portate avanti in maniera ideologica e con metodi squadristi.
È sufficiente pensare alla cancel culture, al politically correct, all'invenzione di nuovi buffi termini, agli asterischi, alla distruzione delle statue, al vedere discriminazione ovunque anche quando non c'è e al continuo denignare la civiltà e la storia occidentale . Un esempio di quest'ultimo elemento lo si può trovare nella narrazione che i woke fanno su alcune tematiche storiche come lo schiavismo e le crociate.
La cosa peggiore è che questa cultura woke è protetta da quel falso velo del "noi siamo i buoni" che la mette al riparo da tutte le critiche, anche ragionate, che le vengono poste e per cui i critici vengono additati con i peggiori termini. Un discorso similare si potrebbe fare per un certo ambientalismo che non tiene conto delle conseguenze economiche di tali scelte e che rifiuta l'energia nucleare.
E mentre noi occidentali ci suicidiamo a suon di cultura woke in Cina e Russia se la ridono.

flexdobb
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Il movimento woke non è vera lotta alla discriminazione ma semplicemente una gara a chi è, appunto, più woke per ipotetici "internet points", spesso andando a danneggiare le comunità che teoricamente dovrebbero proteggere

iafozzac
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Purtroppo queste volontà suicide vengono diffuse dai media e nelle università. Il sistema mediatico e quello dell'istruzione sono permeati da queste idee, quindi la battaglia è praticamente persa in partenza. In Francia la cosa è in parte diversa poiché c'è ancora una sorta di élite con il culto dello Stato. Qui da noi invece non esiste, quindi non solo la diffusione di tali idee è totale, ma non viene nemmeno individuata come un problema dalla classe politica (che o non ha gli strumenti per comprendere tali dinamiche, o addirittura le appoggia in pieno).
Immaginiamoci una mossa del genere da parte di un governo italiano (cosa impossibile), il giorno dopo ci sarebbe un bombardamento mediatico devastante, con manifestazioni ovunque. La nostra classe "intellettuale" sembra avere il solo scopo di importare e diffondere ogni menata partorita negli Usa purtroppo. Quando è saltata fuori la storia degli asterischi tutti a ridere, ora te li trovi nelle mail universitarie, di che parliamo?

jacopof
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Che la Francia, al di là del movimento woke, sia in grado di assimilare i musulmani è tutto da vedere.
La cultura islamica (che, attenzione, non va ridotta alla sola religione) è molto forte e assertiva, e in generale non è affatto arrendevole rispetto alle influenze esterne. Inoltre, i musulmani tendenzialmente non riconoscono una superiorità morale o civile all'Occidente, e quindi non sono certo proni a farsi inglobare. Gli interessano le nostre competenze tecniche e organizzative, non il nostro modo di declinare il mondo. Perfino in paesi come la Turchia dove lo Stato si è fatto attivo promotore del laicismo e dell'occidentalizzazione i valori tradizionali della civiltà islamica sono ben vivi. Sinceramente non ricordo casi di paesi non musulmani che siano riusciti a assimilare vaste masse di musulmani. Forse la Russia potrebbe essere l'unico possibile esempio, visto che tra Caucaso e Asia centrale ha comunque gestito vaste popolazioni musulmane senza scoppiare (e anche in quel caso tra Imam Shamil, ceceni, difficoltà a controllare le repubbliche sovietiche musulmane ha avuto i suoi grossi problemi) .
Inoltre i musulmani in Francia sono già molti e in crescita peraltro. Perché mai dovrebbero accettare l'assimilazione unilaterale da parte dello Stato francese data la loro forza, quando aspettando potranno imporre le loro condizioni quantomeno da una posizione di parità?

Boney
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Che delusione… Io conosco da poco Fabbri, lo avevo ascoltato in tv alcune volte e mi sembrava estremamente intelligente, ma in questo video la sua analisi sul fenomeno Woke è assolutamente fuori dal mondo, non so se fatta in mala fede oppure semplicemente non conosce bene questo movimento.

Io studio all’università nell’ambito delle scienze sociali, e ho analizzato in modo capillare la fenomenologia della cultura woke, con i suoi derivati, quali ad esempio la Cancel Culture.

Dire che la cultura woke difende i diritti umani è assolutamente falso, per fortuna le nostre leggi in Occidente e la nostra Costituzione già difendono i diritti umani, e i Woke non si mobilitano per far rispettare le leggi esistenti o farne approvare democraticamente altre, affatto.

Il movimento woke è innanzitutto un’ideologia, che ha sviluppato una sua prospettiva arbitraria sul mondo, delle sue tesi, e dei suoi metodi, il tutto all’interno di una bolla ideologica totalmente staccata dal resto della società e che non viene discussa a livello democratico ma viene imposta attraverso atteggiamenti eversivi, di squadrismo, e di terrorismo.

Partiamo dal presupposto che i woke sono antidemocratici, hanno un approccio dogmatico, per cui le loro idee sono intrinsecamente giuste e per questo devono essere imposte, non esiste quindi spazio per la discussione democratica.
Prendiamo una delle loro idee che ha fatto più scalpore, anche se personalmente non la reputo affatto tra le più gravi: l’iconoclastia.
Quindi la decisione arbitraria di andare a distruggere statue che a loro non piacciono, in modo del tutto arbitrario, senza discussioni pubbliche, e oltre le statue si è fatto con moltissimi altri prodotti della cultura e dell’arte: statue di Colombo, di Lincoln, di Churchill, di D’Annunzio, della regina Vittoria, di Thomas Jefferson, altri personaggi e artisti storici cancellati come Omero, Mozart, Dr. Seuss, Nathaniel Howthorne, David Hume, William Shakespeare, idem per alcuni film e prodotto artistici del passato…

Ma oltre questo, la cosa più grave è la soppressione della pluralità d’opinione e del dibattito pubblico civile.
Infatti i Woke hanno apertamente detto come funziona il loro metodo: hanno svariati gruppi sul web, echo chambers, capitanati spesso da pagine o influencer, da lì monitorano ciò che succede ed eventuali opinioni “non gradite”, appena trovano qualcuno che dice o fa qualcosa che LORO non gradiscono, anche se perfettamente legale e legittimo, si mobilitano in massa contro di lui/lei attraverso shitstorm, boicottaggi, sabotaggi, diffamazioni, e pressioni di massa verso aziende e giornali per “cancellarlo”, quindi fare in modo che venga isolato completamente dalla società e dal mondo professionale.
Questo è una sorta di squadrismo web che mira alla repressione della pluralità d’opinione e alla prevenzione del dissenso, quindi: o la pensi come noi, o vieni cancellato.

Il problema è che le regole le mettono loro, loro dicono cosa si può dire o no, cosa si può fare o no, in modo arbitrario e senza una vera discussione democratica nazionale su questi temi.

In Italia ad esempio è successo ben 2 volte contro Marco Crepaldi, uno psicologo sociale che aveva mosso delle critiche ad alcune frange radicali del femminismo, è successo a Massimo Recalcati, altro psicologo di fama internazionale per lo stesso motivo, è successo all’associazione Perseo, un centro antiviolenza che si era posto l’obiettivo di accogliere anche uomini, ed ha ricevuto lettere minatorie, attacchi coordinati, sfregi alle auto e diffamazioni che ha denunciato più volte la stessa proprietaria dell’ente, è successo ad Antonella Baiocchi, assessore alle pari opportunità per aver invitato in una conferenza sulle problematiche di genere anche Davide Stasi per parlare del problema dei padri separati e delle violenze domestiche subite da uomini (ha dovuto revocare l’invito per via delle minacce e attacchi di massa che erano arrivati).
Proprio oggi, è successo lo stesso al linguista famosissimo Raffaele Simone, per aver pubblicato un articolo su Domani in cui spiegava (in coerenza con quanto detto anche dall’Accademia della Crusca), perché lo shawa non avesse senso nell’italiano, cosa che ha generato una shitstorm e minacce tali da spingerlo a scrivere una lettera di denuncia sulla gravità di ciò che stava subendo.
Un altro caso assurdo è quello accaduto a Madame (la cantante) per una storia Instagram in cui diceva di amare gli uomini e che scatenò una shitstorm enorme totalmente senza senso.

In America è però molto peggio, ci sono stati o casi emblematici di Jordan Peterson, James Damore, JK Rowling e Gina Carano.
Ma il caso che più mi ha sconvolto è quello del professor Peter Boghossian, che attraverso uno studio diventato poi famosissimo aveva smascherato i discutibili metodi di ricerca e pubblicazione degli studi di genere, vi invito ad informarvi su tutta la storia, per via di questo fatto venne vessato, minacciato e venne resa la sua vita impossibile per anni tanto che pochi giorni fa scrisse una lettera dove denunciava tutto e annunciava di ritirarsi dall’Università.
Altri casi piuttosto sconvolgenti sono stati quelli del licenziamento del doppiatore americano di Apu “perché bianco”, o dei traduttori europei di Amanda Gorman licenziati perché bianchi. Per non parlare di ciò che accadde al professore Will Knowland e a vari altri professori per aver espresso tesi scientifiche non allineate con l’ideologia Woke.

Ultimissimi casi di questa settimana: la professoressa Kathleen Stock che, per aver espresso una tesi scientifica su sesso e genere, ha ricevuto attacchi di massa e minacce, tanto che sui giornali si parla di un assedio con armi e torce, tanto da essere stata costretta ad assumere delle guardie del corpo e farsi scortare, e aver attivato una linea telefonica diretta con la polizia locale; poi, la cancellazione del brano dei Rolling Stones “Brown Sugar”, cui lo stesso chitarrista Keith Richards risponderà sconvolto perché non riesce a capire cosa ci sia di strano nella canzone tanto da non poterla più suonare dal vivo, e la cancellazione del comico Dave Chepalle (anche se in questo caso Netflix si è messa di traverso e lo sta proteggendo).

Anche Barack Obama si è più volte espresso contro la Cancel culture e il fenomeno Woke.
Inoltre è stata pubblicata una lettera l’anno scorso da uh gruppi di 150 intellettuali, tra cui Noam Chomsky, che avvivavano della pericolosità di questo fenomeno.

Direi che Fabbri qui ha preso proprio una cantonata, descrivere in modo così superficiale il movimento Woke senza segnalare tutte le derive squadriste, violente, sovversive, antidemocratiche e terroristiche è assurdo. Davvero.

AlessioCx
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Stava per concludersi la puntata e Fabbri ancora non aveva ancora utilizzato quella parola che è il suo sigillo distintivo. Ma verso la fine mi ha tranquillizzato: eccola qua, l'ha pronunciata anche stavolta.
Quale?
Oniricoooo

francesco
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Agli woke preferisco senza dubbio alcuno gli Ewok....

fried_funk
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La cosa "comica" è che questa ideologia nasce proprio in Francia, non andando troppo oltre con la memoria (se proprio dovessimo farlo in chiave "conservatrice" già la rivoluzione francese e l'illuminismo sono i primi passi reali in questa direzione) il post-strutturalismo nasce in Francia, così come il 68 e via dicendo, tutta roba che è stata rielaborata nell'anglosfera e che attecchisce perfettamente nelle università italiane, tanto per dire.
È un qualcosa che rischia di minare dall'interno anche gli stessi Stati Uniti. Nella puntata che dedicherete al post-storicismo e al politicamente corretto sarebbe anche interessante avere un'opinione sulle varie teorie di declino/tramonto dell'occidente: vero che la geopolitica si occupa della realtà fattuale e non dell'ideologia o "dell'accadentismo" e che per adesso l'occidente (usa) domina ancora il mare, ma vero anche che l'adesione a certe ideologie mostra le priorità di un popolo e che - caduta dell'URSS docet- non è detto che gli imperi debbano metterci molto a crollare.

frangarflectar
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Dopo tutti i subsahariani che hanno importato negli ultimi decenni mi sembra un po' come piangere sul latte versato

felixmagath
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Lungi da me mettere in dubbio la competenza del Dottor Fabbri, per cui nutro profonda ammirazione. Da francofono però, seguo molto la sfera politica ed intellettuale francese, e tengo a precisare alcune cose. Il Laboratorio della Repubblica, non nasce perché Macron ha un'idea assimilazionista della Francia, anzi lui non ha un'idea di Francia tout court; anche perché si è fatto eleggere dicendo che non esiste una cultura francese, sfruttando il voto appunto di quella Francia non assimilata. Ora però, rischia un sorpasso a destra ad opera dell'intellettuale Zemmour che al contrario, lui sì che ha una vera idea di Francia di stampo Gaullista. Quindi l'attuale presidente della Repubblica, come ha fatto per tutto il suo mandato, non fa altro che seguire quella che è la sua idea di politica, che egli stesso definisce "en meme temps", cioè il "contemporaneamente". In breve si tratta di mero opportunismo politico, da un lato accarezzo la sinistra e dall'altro la destra, in puro stile neoliberale. Inoltre, tengo a precisare che il termine "separatismo" non è di sua invenzione, bensì è preso in prestito dalla destra identitaria, (costantemente bistrattata e da egli stesso derisa) ripulito e usato per titillare l'elettorato più conservatore.

otudereps
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Quelli di Limes sono fissati con la geopolitica, per loro tutto è geopolitica, d'altro canto per un martello ci sono solo chiodi, invece secondo me il problema che si sta ponendo Macron è molto più banale e pragmatico, cioè come affrontare il tema del terrorismo e della criminalità in aumento che negli ultimi anni hanno colpito la Francia. Non certo quello di fare tanti figli per poter mandare più soldati a combattere nel mondo. Questo non vuol dire che la Francia non abbia anche velleità di grandeur e di potenza, per carità, ma a differenza di quelli di Limes, quella non è l'unica cosa che conta per loro, come per qualunque governo al mondo.

eugeniorossi
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Come può un uomo solo essere così basato?

edolt
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Meno male che ci sono i francesi a contrastare i wokes

ValerioQuatrano
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Interessante. Più che altro si intravede la fine triste che ci aspetta. Tra qualche anno forse non riusciremo neanche più a chiamarci nazione.

twilight_zone
Автор

Il governo francese ragiona come dovrebbe ragionare qualsiasi governo. Non esiste Stato senza Popolo e non esiste Popolo senza una forte matrice culturale condivisa. La matrice culturale non può essere condivisa se non sono condivisi lingua, valori e tradizioni. Chi arriva e intende rimanere in una nazione straniera a vita deve per forza cambiare se stesso. L'integrazione è una illusione che può funzionare in un tempo medio-breve, ma non sulla distanza, quando un giorno emergeranno problemi che una popolazione culturalmente divisa non potrà affrontare senza perpetrare lotte intestine. Già il semplice regionalismo è un problema perfino in stati culturalmente omogenei.

UTJK.
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Due anni dopo possiamo dire che si son bellamente arresi al wokismo, abbiamo visto tutti le Olimpiadi.

randalgraves
Автор

L'obiettivo dell'assimilazione per fare la guerra può essere interpretato anche come assimilazione per evitare la guerra civile?

antonioacampora
Автор

al di là della fattibilità del progetto, questo restituisce in maniera impietosa la dimensione dello Stato francese rispetto al nostro; una profondità di analisi che in Italia possiamo solo sognarci. Eppure l'attualità non dovrebbe faticare a stimolare riflessioni di questo respiro; mentre ormai anche da noi nascono e si espandono vaste zone di stato nello stato (oltre a quelle già controllate dalla criminalità organizzata), nel nostro parlamento si inginocchiano per Floyd o vanno ad abbracciare i cinesi.

alessandropaladino
Автор

Con l'islam e nell'Islam stesso può solo esistere integrazione, mai assimilazione, se non nel senso opposto, ovvero diventare musulmani

ghemusci
Автор

Grande forse il primo che ne parla pubblicamente i italia

gianlucamalandra