L'ITALOAMERICANO 🇮🇹🇺🇸: come parlavano gli italiani negli USA?

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Come parlavano gli immigrati italiani negli Stati Uniti? E i loro discenti? Esiste una lingua "italoamericana"?

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00:00 introduzione
2:15 Gli italiani negli Stati Uniti
3:55 Fedeltà linguistica
8:54 Fenomeni dell'italoamericano
14:47 Le tracce nell'inglese dei discendenti
17:40 Conclusione
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Комментарии
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Mio nonno è nato a East Harlem nel 1907 ma è tornato in Italia (Marche) con i suoi genitori quando aveva solo pochi mesi. Tornò poi negli Stati Uniti quando era adolescente e lavorò nelle miniere di carbone della Pennsylvania. Nonostante la sua mancanza di istruzione formale era molto saggio. La famiglia di mia nonna era Calabrese ma lei non parlava italiano (probabilmente questo è il motivo per cui mio padre non ha mai imparato a parlare la lingua). Gli Italo-Americani sono incredibilmente orgogliosi della nostra eredità e dei nostri antenati italiani e ho studiato attraverso il tuo canale e altri canali italiani su YT. Molte grazie e continuate così con ottimi contenuti!

doodedoodotdotdeedooyeah
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Ciao Davide. Sono nato in Puglia e a quattro anni mi hanno portato a New York circa 1954 dopo guerra. Parlo bene l’italiano perché a casa i miei usavano solo l’italiano. Il dialetto barese era usato fra i noni e i miei genitori ma non spesso. In fatti, quando non volevano i bambini di capire cose provate.
Ho studiato l’italiano al high school e poi all’università fine la letteratura.
Oggi la generazione dei miei sono morti. La mia generazione principalmente i miei fratelli usiamo l’inglese sfortunatamente. Vengo spesso in Italia e mi sento sempre di aver ritornato a casa e mi rifaccio italiano. Mi sento la mancanza. E’ un amore perduto.
Capisco molti dialetti perché della diversità italiana in America a New York. Non so parlare neanche’ una. Parlare il dialetto era considerato una cosa male. Volevano figli educati.
Grazie per il tuo lavoro per noi tutti nel mondo italiano.😂

silvestercannone
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Adoro questo! É essatamente cosí per la mia famiglia. Tutti i bisnonni sono arrivati á NY al inizio del 1900. Anche se i genitori di tutti loro non parlanavo inglese mai, i miei nonni non parlavano italiano bene, sopratutto più tardi nella vita. É stato solo quando comminciavo a imparare italiano che mi sono reso conte che le poche parole e phrase che mi hanno insegnato non erano italiano, ma sicuramente un dialetto napoletano. É spiegato finalmente tutti le parole che non posso dire, ni in America, ni in italia, per che sembrano strane a tutti. Posso solo dire “mozzarella, ” “calamari” e “ricotta” nel sicurezza e nel conforto del quartiere della mia infanzia! 😂

lindafalcone
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Bellissimo video, Davide.
Sono italoamericano, ma non ho imparato l’italiano a casa—a parte qualche parola gastronomica o termini di parentela.
A 18 anni ho iniziato a studiare l’italiano all’università (era la mia seconda lingua straniera dopo il francese). Ero tanto felice di tornare a casa per scambiare quattro chiacchiere con i miei nonni. E come sorridevano quando mi hanno sentito parlare. Poi quando mi hanno risposto in calabrese, ero rimasto stupito perché non capivo proprio nulla. Questi erano i genitori di mia madre. Gli altri nonni (paterni) erano della provincia di Salerno ed erano anche più colti. Riuscivo a capirli molto meglio, ma anche loro mescolavano l’italiano con l’inglese.
Avete changiato u letto?
Tu, la ragazza, non l’hai ancora meetata.

Mia bisnonna che venne in America (NY) a un’età avanzata, non ha mai imparato a parlare bene l’inglese. Ha detto qualcosa quasi mitica che venne ripetuta spesso perché era così buffa:
Ma ‘sti americani so’ pazzi: le strade tanto so’ larghe e le chiamano street,
A chiesa chiamano ciuccia,
E a faccia chiamano fessa.
😆😆
Ma

genevricella
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Grazie mille, Davide ! Questo video è molto informativo. Da giovane, i miei genitori dicevano, “non vogliamo insegnarti Italiano, Giuseppe. Perché se ti insegniamo italiano, imparerai i nostri dialetti. Vogliamo che impari la lingua vera (cioè l’italiano standard).” Ma purtroppo non ho mai imparato né dialetto né l’italiano standard. Ora da adulto, imparo piano piano italiano, ma trovo un po’ difficile. Mi sarebbe piaciuto parlare fluentemente da bambino, ma capisco ora che i miei genitori non avevano le abilità d’insegnarmi la lingua standard, perché anche loro non la parlavano facilmente.

josephzita
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My mother was a war bride from Ancona. She spoke standard Italian and also knew English quite well. My father was hopeless at languages so Italian was never spoken in the home. When I was ten we moved to Ancona for about a year and lived with my grandparents. A wonderful experience. We kids were sent to an Italian public school, where we learned Italian very quickly, through immersion. No one at school knew any English--not even the teacher. Despite the teacher slapping the kids around and yelling at them, there was constant mischief going on. It was almost exactly like the classroom scene in Fellini's Amarcord.

steveneardley
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Ciao Davide, grazie per il video! Mia nonna viene da Napoli e stava qui a New Jersey da 1955 . Lei trasferita quando teneva 22 anni. Ancora sta bene e la vedo ogni paio di giorni .

Insomma, quando parla inglese, si parla così nel Pidgin
1. Basement = A- Baj - u 'cell ( baj sotto in Napolitano e la parola Cellar ( basement in inglese )
2. Boss = la bossa (il cappo )
3. Person = Pirsan ( persona )

A casa parla dialetto stretto e, ho imparato così . Quando ritorno in Italia tutti i miei cugini chi sono rimasto la mi dicono che mi sembra una persona antico quando parlo con loro in italiano / Napolitano 😂 ma é meglio di niente!

Parole che dico spesso = " Trassé "invece di entrare. Petrosino invece di prezzemolo. Essa / isso invece di lei e lui . On-trassat' invece di improvviso . O mantessino invece di grembiule, uso il Voi invece del Lei spessoecc
Grazie di nuovo

angelotirone
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Thanks, Davide, for this well-researched and fascinating video. My paternal grandparents emigrated from Sicily (Catania), my maternal grandparents from Abruzzo, and all spoke in dialect as well as heavily accented English. I can remember my Nonnu addressing me as “bedda” and “picciridda” (the “d” had a very particular pronunciation that differs from English); and when I heard someone speaking in dialect to a child on my first trip to Sicily, a wave of emotion came over me.
I find the Italian-American stereotypes degrading and infuriating, but they are so entrenched.
This was terrifically informative and a great listening exercise. Grazie ancora!

IlGattonero
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Una curiosità, i Trentini (che sono probabilmente meno noti) sono emigrati secoli fa in particolare in Brasile, ancor oggi si parla il dialetto Trentino in molte località (o detto anche Talian, ma non è proprio come il Veneto) .
La comunità più incredibile è a Stivor (hanno fatto anche dei libri) dove nel 17° secolo i Trentini sono emigrati per trovare fortuna. Negli anni 90 durante la guerra nei Balcani, la provincia di Trento ha fatto ritornare moltissimi di quella comunità. Impressionante sentirli a distanza di secoli parlare ancora un antichissimo dialetto.
Ho trovato alcuni video in cui parlano ancor oggi l'antico dialetto all'estero, ma non c'è molto materiale. Ad ogni modo sarebbe bello un breve video a riguardo.
Grazie mille per il bellissimo video. Ciao dal Trentino

andreaguerri
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Ciao, sono un costaricano e mio nonno era calabrese. Decenni fa, gli italiani ed i loro discendenti in Costa Rica eravamo chiamati "tútiles" (singolare: "tútile"). Quando ero bambino, mio padre mi diceva "Tútile mangiate la gallina verde". Questa frase è una mistura di spagnolo ed italiano che significa "Ragazzo, hai mangiato il pappagallo?" ovvero "Parli molto!" (o almeno mio nonno diceva questo).

andreysma
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I was born in Italy and never emigrated. I grew up in Milan and still live in Lombardy, but in my family a lot of relatives left to go abroad, to France (my mother was born there), Switzerland, Argentina and Australia, but no one to the U.S. that I know of.
I am reading your comments and childhood memories and you are moving me. As a child, I listened to the stories of my uncles who emigrated to France, or were even born there, talking about homesickness and adjusting to the community in which they lived and worked, fatigue, and estrangement, and I listened with amusement to the language they used with their children, a mixture of Italian, regional dialect, and French.

robertorizzardi
Автор

Sono nato a New York nel 1959, e parlavo in dialetto Calabrese con i miei nonni, ma con parole inglesi come hai detto: U garage, u sidawalk, u storu (store), u carru (car), a ghelafrenda (girlfriend), u amboigu (hamburger), etc. Sounds funny now, but boy do I miss those days!

genebigs
Автор

Proprio come l'italoamericano almeno nella terza o quarta generazione la lingua non è stata insegnata ai miei predecessori, ovviamente perché erano in un nuovo paese e i loro genitori non la parlavano bene ovviamente (ovviamente l'inglese). Tuttavia, il mio caso è diverso perché vengo da una famiglia mista e in quel momento di razzismo l'immigrazione era difficile sostenere i rapporti interrazziali. La mia bisnonna era sposata con un uomo di carnagione scura e i suoi genitori non erano molto favorevoli a questo. Quindi le hanno praticamente dato un ultimatum, hanno lasciato la tua famiglia o sono con noi. Naturalmente si può indovinare quale scelta ha scelto, ma anche allora la connessione è stata interrotta e il modo in cui i miei nonni e grandi zii sono stati sollevati era completamente diverso dallo standard. Nella mia famiglia sappiamo tutti di avere un patrimonio italiano ed è ancora presente fisicamente oggi, ma ci lascia con un senso di trovare dove apparteniamo nel grande schema delle cose. Anche la mia famiglia si è trasferita nel Midwest invece che sulla East Coast, quindi c'è questa differenza. Per quanto riguarda il linguaggio, sono il pioniere di renderlo qualcosa da trasmettere alle generazioni future. Questa è la mia piccola storia, ma spero che vi piaccia vederla da un'altra prospettiva.

javionterrell
Автор

Bellissimo! Io, italiano arrivato in Argentina a due anni, ho vissuto la stessa storia. Quanto racconti dell'evoluzione della lingua inglese in America è identica con lo spagnolo dell'America Latina, e stesso rapporto tra genitori che parlavano italiano(prevalentemente dialetto) e figli que parlavano la lingua del posto con gli amichetti e compagni di scuola, e fra fratelli. Nel mio caso particolare, parlavo friulano a casa e spagnolo fuori casa, fra fratelli ci parlavamo in spagnolo. Salutoni affettuosi e un mare di complimenti!!!

paolocicuttin
Автор

Very interesting and informataive. Grazie mille. I miei bisnonni erano dal il nord Liguria e molti anni fa. Arrivarono negli USA nel 1870 da giovani. Non li no conosciuti. Ma adesso viviamo in Italia.

vickidvorak
Автор

Mi ha sempre affascinato tutto quello che riguarda l'italo-americano.

mastroelle
Автор

Mi ricordo da mia nonna -- "Bonazeda!" invece di 'buona sera!" Grazie per l'episodio intrigante e illuminante, Davide!

wendyrulnick
Автор

Tantissime Grazie! Io sono nata in Argentina. I miei genitori erano di Benevento. Non ho parlato mai il dialetto, ma non ho voluto perdere l'italiano, allora lo ho sudiato per molto anni bella Dante Alighieri della città di Buenos Aires. Addesso che i miei genitori non ci sono più, sonó felicissima di averlo imparato.
Complimenti! Per più post come questo.

carmenzaccari
Автор

Davide tu sei un Genio. Mica scherzo. Questo tuo "Podcast" hyper sapiente, la tua eloquenza sone come una perla, un diamante perfetto di una certa cultura nel bel mezzo di un buio di ignoranze. Dunque grazie mille.

Ronberthold
Автор

Bravo! Great video. I am now 68 born in NY (Staten Island) and had the good fortune of having my Sicilian great-grandmother, her 4 sisters, my grandmother (also born in Messina, but arrived in NY at age 7) and my grandfather (Bari). My great-grandmother lived to be 104 and my grandmother to 99 so I had the benefit of being immersed in their linguistic world for the first part of my life. I was not encouraged to speak their "dialect" (I hate that word) and was always told it wasn't "real" Italian. BUT, I was expected to understand everything they said in that dialect. So, the result was always a conversation half in one and half in the other. Nonna- "unne to frade?" Me- "he's in the bedroom". "Discilu che scine pe manciare". "Ok." And so on. The sad part is that they are all gone now, but I still have this language hardwired in my head and no one to speak it to me. I can do alright in "real" Italian, but it's not the same for me.

FeliceChiapperini