17. Aristotele: la logica

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Parliamo di logica in questa puntata anche se, è bene dire che Aristotele non usò mai questo termine, come nel caso della metafisica. Egli utilizzò piuttosto il termine “analitica” per indicare ciò che noi oggi definiamo logica. La parola logica è probabilmente di derivazione stoica e deriva dal pensiero espresso nei lògoi che sono appunto i discorsi. Per “analitica”, Aristotele intendeva quell’insieme di ragionamenti che utilizzano le scienze per poter giungere alle proprie tesi.

Quindi, la logica studia le forme del pensiero mentre la metafisica, che abbiamo visto ampiamente nelle precedenti puntate, studia la realtà. Tra queste due c’è un rapporto necessario ma comunque la metafisica ha la “precedenza” rispetto alla logica.

Ma focalizziamoci sulla logica che studia appunto le forme del pensiero. Queste forme del pensiero si articolano attraverso i cosiddetti “concetti” che sono gli oggetti del nostro discorso. Questi concetti si inseriscono all’interno di una scala gerarchica in base alla maggiore o minore universalità e vengono classificati in base al genere e alla specie.

La specie è il contenuto di un concetto più universale mentre il genere è il contenente di un concetto meno universale. La specie è un concetto che contiene più caratteristiche ma può essere riferito ad un minor numero di individui. Invece, il genere ha un minor numero di caratteristiche ma può riferirsi a un maggior numero di individui. Un esempio è il concetto geometrico del quadrilatero che è specie rispetto a quello del poligono e genere rispetto a quello del quadrato.

Abbiamo quindi, la comprensione e l’estensione. L’estensione è il numero di individui a cui quel concetto fa riferimento mentre la comprensione è l’insieme delle caratteristiche di un concetto. Quindi, scendendo dalla scala gerarchica, in alto troviamo il genere e in basso la specie. Se si percorresse la scala dall’alto verso il basso, vedremmo un graduale aumento della comprensione e una diminuzione dell’estensione fino ad arrivare al concetto di una specie, denominata da Aristotele “specie infima” che ha la massima comprensione e la minima estensione possibile. questo è l’individuo che è la “sostanza prima” che è da distinguere dalle “sostanze seconde”. La sostanza prima è la sostanza nel vero senso della parola ed è l’unica sostanza che esiste primariamente e che, senza di essa, le sostanze seconde non potrebbero esistere.

Al contrario, percorrendo la scala dal basso verso l’alto, ossia dalla specie al genere, si vede progressivamente un aumento dell’estensione e una diminuzione della comprensione, fino ad arrivare ai “generi sommi” che, secondo Aristotele, sono le dieci categorie che abbiamo già visto e che ti ripropongo in questa slide. Queste categorie, che hanno la massima estensione e la minima comprensione, sono i modi in cui l’essere si manifesta nelle proposizioni. Proposizioni di cui parleremo nella prossima puntata.

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Комментарии
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Salve, nella slide al min. 2:07 c'è scritto che la specie è il contenuto di un concetto più UNIVERSALE mentre il genere di uno MENO UNIVERSALE... ma non sono per caso invertiti? grazie anticipatamente per la risposta e grazie per il suo lavoro :)

rossandrocargiolus
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Scusa Laura ma se il genere è un insieme minore perchè ha maggior numero di individui? Grazie

TheVirgocoppola
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Ciao raga qualcuno può farmi qualche esempio di estensione utilizzando esempi comuni, grazie

salvatorerisicato