Ucraina, la Russia intensifica gli attacchi: colpite diverse città

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Intensi attacchi russi continuano a colpire le città ucraine. Gravi i danni a case e infrastrutture

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Resistete arrivano 27 eserciti dall Europa 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

moreno
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Ma la sconfitta strategia della russia? 🤣🤣

pietro
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La guerra in Ucraina continua, ma la narrazione è totalmente cambiata. La certezza occidentale che Kiev avrebbe comunque indebolito al massimo la Russia si è rovesciata nel suo contrario. Lo stesso Zelenskij oggi parla solo di far finire presto la guerra, addirittura “entro la fine dell’anno”. E anche sull’inevitabile scambio tra territori perduti (il Donbass e la Crimea, fin dal 2014) è passato da “la Russia si deve ritirare” a un più modesto “il 30% del nostro territorio è troppo” (su cifre minori, invece…).

Uno dei pochi elementi di novità della guerra combattuta, negli ultimi giorni, sono stati alcuni bombardamenti di centri di addestramento che, come a Poltava, hanno fatto strage… di militari. Su questo episodio più noto, per un paio di giorni tutta l’informazione occidentale aveva preso per buona la prima versione ucraina (“una scuola e un vicino ospedale”).

Poi – girando per notiziari più di dettaglio, sia dentro che fuori dall’orbita dello Sbu di Kiev – si è capito che si trattava di una struttura decisamente importante, il 179° Centro di Formazione interforze delle forze armate ucraine situato in via Zinkovskaya, in cui istruttori Nato formavano soldati addetti a qualcosa di più della guerra in trincea (droni, comunicazioni, guerra elettronica, ecc).

Soprattutto si è capito che i caduti erano molti più dei 40-50 ammessi in un primo momento. E che non si trattava soltanto di caduti ucraini, ma anche di istruttori occidentali. Qualcosa di più di un semplice “segnale” di insofferenza, tipo il singolo drone che è stato intercettato mentre puntava – si dice – sul Parlamento di Kiev (sarebbe la prima volta, in due anni e mezzo di guerra…).

Un’ammissione indiretta del carattere dirompente di questa serie di attacchi, anche sui reticenti media italiani,   è ricavabile per esempio dal Sole24Ore di ieri mattina, che riportava stralci di un comunicato dell’agenzia russa Tass senza contrapporgli, come al solito, l’opposta e “più credibile” versione ucraina:

Attacchi multipli russi hanno provocato la morte di centinaia di mercenari stranieri in Ucraina. E’ quanto afferma l’agenzia Tass che cita una fonte militare di alto livello.

“Oltre 250 mercenari stranieri, tra cui 70 specialisti della difesa aerea francesi e rumeni, sono stati eliminati durante un attacco il 4 settembre a Krivoy Rog”, afferma la fonte.

E ancora: “Circa 500 specialisti, tra cui istruttori provenienti da Polonia, Francia, Germania e Svezia, sono morti o hanno riportato ferite dopo l’attacco del 3 settembre a un centro di addestramento delle forze armate ucraine a Poltava”, sostiene la fonte alla Tass aggiungendo che tra le vittime c’erano militari dell’esercito ucraino e del Servizio della Guardia nazionale, nonché “mercenari stranieri provenienti da Polonia, Francia, Germania e Svezia, che stavano addestrando truppe ucraine”.

A Konstantinovka, “circa 50 militanti francesi sono rimasti uccisi in un attacco con missili Iskander in una struttura temporanea per il dispiegamento di mercenari stranieri”.

La stessa fonte riferisce che almeno 50 soldati ucraini, tra cui 19 mercenari provenienti dal Regno Unito, sono rimasti uccisi in un raid effettuato il 2 settembre sempre con missili Iskander-M contro “il sito di dispiegamento temporaneo dei mercenari stranieri che stazionavano in un hotel nella città di Zaporizhzhia”.

Tradotto: l’esercito russo ha messo nel mirino i militari occidentali presenti in Ucraina, travestiti da “istruttori” o “mercenari” (sono decine le società occidentali che “assumono” soldati ben addestrati dagli eserciti Nato). E questo per far capire chiaramente ai vertici Usa e UE che l’eventuale consegna a Kiev di missili a più lungo raggio (oltre i 300 km) non sarà tollerata. Il prezzo umano, oltre a quello economico, per la Nato è destinato a salire di molto.

Conferme ancora più chiare arrivano dai siti di analisti militari di tutte le parti in causa, ma anche da Politico, che ha immediatamente notato come il ministro degli esteri di Stoccolma, Tobias Billstrom, protagonista quest’anno dell’ingresso della Svezia nella Nato, si è improvvisamente dimesso a sole 24 ore dal disastro di Poltava.

In quelle ore, d’altro canto, prendevano a circolare numerosi video in cui, tra i soccorritori ma anche tra i feriti, si potevano ascoltare diversi uomini parlare in svedese (non proprio una lingua diffusissima, nel mondo e in Ucraina).

Ma, come conclude anche Gianandrea Gaiani, di Analisi difesa, è “Difficile attendersi spiegazioni o ulteriori notizie in occasione del rimpatrio delle salme di quello che potrebbe essere il più alto tributo di sangue pagato dalla Svezia in un contesto bellico tenuto conto che truppe di Stoccolma sono state impegnate in diverse missioni ONU e anche nelle operazioni in Afghanistan dove morirono 5 militari svedesi”

BJÖRN-etna
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