Qual è il PREGIUDIZIO di SOPRAVVIVENZA della Chiesa e come invece pensarla come Gesù? (565)

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Il survivorship bias o survival bias (in italiano bias del sopravvissuto o pregiudizio di sopravvivenza) è l'errore logico che si commette allorquando, per valutare una situazione, si prendano in considerazione solo gli elementi (persone o cose) che hanno superato un determinato processo di selezione, trascurando i restanti. Tipicamente ciò avviene poiché i primi sono fisicamente disponibili/visibili e i secondi no. Questo, come gli altri bias cognitivi, porta a conclusioni statisticamente non veritiere. Si tratta di un sottocaso della più generale fallacia statistica nota come selection bias.

In De natura deorum, Cicerone espone un esempio del bias del sopravvissuto:

«Diagora di Milo, quello che chiamano l'ateo, venne un giorno a Samotracia e così fu interpellato da un amico: - Tu che ritieni che gli dèi si disinteressino delle vicende umane, non ti accorgi, osservando le tavolette votive, di quanti uomini in seguito alle loro preghiere sfuggirono alla violenza della tempesta e giunsero salvi in porto? - Sembra così, rispose Diagora, dato che in nessun luogo poterono farsi dipingere quelli che fecero naufragio e perirono in mare.»

(Cicerone, De natura deorum, III, 89)

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#DinDonCafé #ParoleBuone #StefanoButtinoni
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Questo video fa il pari con questa omelia. Segui il link

DinDonCafe
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uno che si è allontanato dalla Chiesa vi rientra è un tripudio di festa e gratitudine. Nel suo cuore che non cesserà di testimoniare, in qualche modo, la gioia ritrovata. Io sono una di queste persone e proprio per questo penso che fuori dai templi ci siano grandiose occasioni di avvicinamento, un tesoro e dei germogli per cui dobbiamo trovare un terreno giusto, per dar loro l occasione di esplodere della bellezza di primavera. Questo non esclude l importanza di chi alla Chiesa è sempre stato fedele. Senza di loro, di voi, pietre stabili e fedeli, nessuna convertita avrebbe mai potuto fare ritorno a casa. Grazie❤

sabrinalazzeri
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Come sempre parole illuminate e illuminanti...

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Caro Don Stefano, le sue profonde riflessioni sono molto utili perché ci allargano la mente e sono occasione per crescere e progredire nella vita e nel nostro cammino di fede. Ascoltare solo chi ci dice e ci conferma le cose in cui crediamo è troppo comodo e facile, inoltre rischia di farci richiudere nelle "fortezze sicure delle nostre idee consolidate" e farci diventare persone "asettiche". Più faticoso, ma molto più utile e costruttivo confrontarci anche con chi la pensa in modo diverso, anche opposto.

Ci sono purtroppo tante anime che vagano nel vuoto, nella confusione, che non riconoscono la grandezza e l'immensità dell'amore liberatorio e salvifico di Cristo. A volte possiamo esserlo anche noi stessi, nei momenti di smarrimento, che capitano a tutti.
Credo che, prima di tutto, dobbiamo preoccuparci di entrare quanto più possibile in un profondo rapporto d'Amore con Gesù, riconoscendo umilmente la nostra miseria, per abbandonarci con piena fiducia alla Sua Misericordia.
Quest'atteggiamento favorisce grandemente l'incontro, la possibilità che Egli operi fruttuosamente nella nostra anima.
La grazia che Egli può accendere nella nostra anima, unita ad un reale desiderio e atteggiamento di apertura e amore oblativo disinteressato verso le persone che incontriamo, suscitato pure dalla stessa grazia, può anche fare di noi miseri peccatori, dei portatori della Sua Luce nel mondo.
Perché, se le chiese si svuotano, non è solo colpa del modernismo che seduce e allontana le persone dalla fede, ma anche un po nostra che, pur rimanendovi dentro, non riusciamo ad assorbire la Grazia della Luce di Cristo operante in noi e rifletterla agli altri.
L'umiltà sia il nostro atteggiamento di fondo, la paziente gentilezza ed il sorriso i nostri distintivi, la fiducia in Gesù la forza che ci tiene in piedi, la preghiera e l'Eucaristia l'acqua che ci disseta a cui attingiamo le nostre forze ogni giorno. Se poi riusciamo pure ad essere limpidi, schietti e sinceri con noi stessi e con gli altri, meglio ancora! Ma prima di tutto, sempre e tanto umili, servi inutili che senza il Suo aiuto facciamo ben poca strada.

GiorgioMarchetto
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Video molto interessante e che fa molto riflettere. La tentazione di pettinare le poche pecore rimaste e non cercare quelle fuori dall' ovile è sempre forte! Grazie don! Però vorrei aggiungere una nota sugli aerei ammaccati e mitragliati che sono rimasti nella flotta. Mi fanno venire in mente quei cristiani, persone comuni, ricolmi di fede che ci vivono accanto come aerei mezzi distrutti dai colpi dei lutti precoci, dalla morte di un figlio, dalla povertà, dalla malattia, dalla solitudine, dal servizio gratuito disinteressato in una vita intera per gli altri in nome del Signore nel volontariato, negli ospedali, negli ospizi, nel recupero dei tossicodipendenti, ecc. Anche loro non hanno ottenuto quello che chiedevano, nelle chiese, nei santuari, ma riescono ancora a volare verso l' Aereoporto, nonostante tutto. Quando perdiamo la rotta, e può capitare a tutti, vicini e lontani nella chiesa, non potrebbero essere un motivo per riprovare a volare? Anche per chi non crede più nella Chiesa? Grazie per l' attenzione. Buon caffè!

albertovincenzoghilardi
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Il “ bias cognitivo” mi ha accompagnato per anni e anni….
Ora, per Grazia guardo agli assenti ( di 5 figli, 4 non vanno a M) con empatia e amore e cerco di testimoniare la mia Fede in modo concreto, solidale, solido( spero)….
Grazie per la tua umanità, che è quella di Gesù!

antoniafogato
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Don Stefano, le sue riflessioni illuminano la mente e il cuore. Sto vivendo un periodo di allontanamento, non dalla fede ma dalla mia parrocchia..dal gruppo di persone che sono sempre lì, sempre le stesse, chiuse in se stesse e cerco rifugio altrove, dove non mi conosce nessuno e trovo pace.
Spesso mi chiedo se stia facendo bene o no.. il mio parroco mi cerca, le persone domandano di me.
Ho provato a ritornare ma non mi ritrovo più lì, anzi provo un senso di malessere.
Non so bene perché mi succeda questo..c'entra la gente? Il parroco? o sono io/siamo noi che cambiamo ed abbiamo bisogno di scendere da una barca per salire su un'altra?
Grazie ancora.

danilalucarini
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Caspita che bel esempio e ragionamento logico!...E questo da un ateo...Grazie don 👌

albizabm
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Come sempre, ragionamento molto interessante. 😊 Grazie

claudiacurti
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Vero, nel senso che chiunque abbia vissuto la sua infanzia all'interno di certe strutture sociali, pur uscendone, né rimane pur sempre invinghiato, ecco perché penso che la pratica dello sbattezzo non abbia alcun senso, sembra proprio come la dinamica da lei qui esposta. Urgono tanta volontà, cognizione di causa, indifferenza e rispetto per uscirne veramente, riconoscerne in primis le ragioni profonde, come, per esempio il non aver vissuto e trovato relazioni vere, sincere e disinteressate all'interno di essa e non aver trovato nulla nella fede, dopo tanti anni. Su questo Padre, da agnostico ex seminarista, oggi né sono decisamente consapevole. Ottimo video, sincero, complimenti a lei.

IvanSpaziano-kocv
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Grazie don .. concordo appieno le tue riflessioni.... sì abbiamo bisogno di imparare ad ascoltare...e ad accompagnare...

caterinabruni
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Bellissimo video Don. Guardare i lontani non quelli che sono già nelle nostre chiese, capire perché un figlio da qualche anno non frequenta più la S.Messa

paolopalazzini
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Molto interessante! Stai aiutando ad uno sguardo e a scelte concrete di apertura A farsi compagni di cammino di chi è in ricerca. Siamo chiamati si ad ascoltare e a creare occasioni per "quelli che non entrano nel tempio"... grazie Buona domenica

paolabarattin
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Carissimo Don Stefano, la Chiesa ha superato il secondo millennio e con la Barca di Pietro attraversa il nostro tempo. Ci sono state nei secoli trascorsi tante tempeste e oggi abbiamo un dinamismo colloquiale impensabile anche nel recente passato antecedente il Concilio Vaticano II - Il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi fu il più agguerrito, tra i 67 docenti della Sapienza, a osteggiare la prolusione all'anno accademico 2007-2008 di Papa Benedetto XVI - Papa Benedetto rinunciò per evitare ulteriori divisioni. Il 5 ottobre 2023 lo stesso Prof. Parisi, invitato da Papa Francesco in Vaticano, ha commentato l'esortazione apostolica " Laudate Deum " - " Poca favilla gran fiamma seconda:..." -

brunocarella
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Io posso parlare per me stessa e per i giovani della mia generazione: il mondo, in quegli anni, è completamente cambiato e oggi, lo è ancora di più. È cambiata la morale, il modo di vivere ma la Chiesa, è ferma. Soprattutto sulle idee di coppia, sul ruolo della donna nella società: continua a vederla come il prototipo di serie B, ricavato da quello di serie A e più della metà del mondo, è composto proprio da prototipi di serie B. È il sistema patriarcale ad essere fortemente in crisi e la Chiesa, è un'istituzione patriarcale. Giusto o sbagliato che sia, il cambiamento, non si può fermare. Troppi divieti, troppe norme che per quanto possano essere giuste, sono improponibili nel mondo di oggi. Mi chiedo ad esempio, quante siano le coppie Cristiane, dal dopoguerra in poi, che hanno rapporti sessuali, anche e soprattutto all'interno della "regolarità del matrimonio", senza utilizzare il controllo delle nascite e che facciano all'amore solo se c'è la giustificazione della procreazione. Sono probabilmente gli stessi che si sono inviperiti per un' umile benedizione ad una coppia di omosessuali, eppure, anche loro, contravvengono a un comandamento della Chiesa: quanti saranno i figli che non hanno fatto? La società è cambiata davvero tanto dai tempi di Gesù e non sono tra quelli che dicono che è cambiata in peggio, anzi, sono grata di non vivere in quei tempi. Impedire al mondo di cambiare, è come voler impedire ad un bambino di crescere. Non si può, anche se rischia di "sbagliare". Ai tempi di mia madre, la canzone "Papaveri e papere", vinse il Festival di San Remo, oggi, fa parte del repertorio delle canzoni per bambini e non si può chiedere a degli adulti di apprezzarla. Si cresce Don: la società, è come un unico grande individuo e non si può andare alla materna per sempre. Io frequento la Chiesa perché le voglio bene ma deve crescere non per "sopravvivere" ma per "vivere".
Mi scusi per il lungo pippone che non è il primo che le rifilo ma la colpa è sua: lei, è una persona su cui lo Spirito soffia e sveglia quello degli altri.

marinafiore
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"Da Nazareth ci può essere qualcosa di buono?" (Gv 1, 46)

walterfugazza
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grazie! in fondo è un movimento di kenosis e non un movimento di difesa e autodifesa immunitaria: del resto, il contrario di immunità è comunità.

andreaponso
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Credo don...che dalle persone che si sono allontanate dalla Chiesa... possiamo riconoscere con maggior lucidità gli eventuali errori fatti dalla Chiesa.. e che continua a fare....per poter cambiare rotta....

caterinabruni
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Ci può parlare un po' del fanatismo religioso cristiano grazie.

luigibisignano