C'è la VITA dopo la MORTE?

preview_player
Показать описание
La VITA continua dopo la MORTE? Una domanda complicata che si presta a tanti ragionamenti, così ho provato a proporne alcuni, dicendo anche cosa ne penso io.
⬇⬇⬇SOTTO TROVI INFORMAZIONI IMPORTANTI⬇⬇⬇

#vita #morte #rickdufer

--------------------------------------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------------------------------------

Рекомендации по теме
Комментарии
Автор

Personalmente condivido questo pensiero di Jane Goodall, la famosa etologa e antropologa, che riassume abbastanza bene il mio attuale punto di vista: "La mia prossima grande avventura, a 90 anni, sarà morire. O non c'è niente o c'è qualcosa. Se non c'è niente, non c'è niente, è finita. Se c'è qualcosa, non riesco a pensare a un'avventura più grande che scoprire cosa sia. Mi capita di pensare che ci sia qualcosa a causa delle esperienze che ho avuto, a causa delle esperienze che hanno avuto altre persone. Molto potenti".
Onestamente, negli anni, convintomi sempre di più che nella parola non c'è la cosa, trovo sempre meno senso nella speculazione, soprattutto intorno a quel che rimane, apparentemente, inconoscibile nel senso di "inoggettivabile" (almeno per adesso). Mi attesto sulla conoscenza abbastanza profonda di una certa fenomenologia, estremamente interessante se inquadrata nell'ottica sia dell'"hard problem" della coscienza, che della cosiddetta "vita dopo la morte" (ad esempio le NDE o esperienza di premorte, che sfuggono ad ogni tentativo riduzionista - esistono ricerche serie al riguardo, vedasi Enrico Facco, Davide Vaccarin o Piero Calvi Parisetti, tanto per citare tre ricercatori italiani), che donano credito a determinate ipotesi (la coscienza non sarebbe un epifenomeno del cervello e perdurerebbe anche in assenza di attività celebrale, oltre che non localmente, cioè "fuori dal corpo"), senza però che le dimostrino al di là di ogni ragionevole dubbio. Prove, volendo, ma al massimo indiziarie, buone per costruire una fede (che è speranza, non conoscenza) che sia fondata su qualcosa di più attendibile e razionale del mito e della presunta autorità di una qualunque rivelazione o tradizione religiosa, volendo, ma nulla che si possa definire certezza, per come la vedo io. Buone, soprattutto, per spingere la ricerca il più a fondo possibile. Se c'è qualcosa che salta prepotentemente all'attenzione, in merito al problema della coscienza, è che non c'è proprio niente di ovvio, che si possa dare facilmente per scontato: che il cervello sia implicato nella manifestazione "corporea" della coscienza, questo è fuor di dubbio; che in esso questa trovi la sua genesi, è da dimostrare. E poi cos'è, davvero, quella che definiamo "coscienza"?
Io non credo, dunque, in questo o in quello, per quanto riguarda il tema trattato in questo video, né mi avventuro a speculare intorno quel che mi pare verosimile o no. Conosco i limiti degli approcci che utilizziamo per intepretare il "mondo", qualunque essi siano; sono convinto che ci si muova sempre e comunque nell'idealismo, sia che si sia materialisti che spiritualisti; so di non sapere; so che saprò, se sarò, oppure che la domanda, per me, finirà di aver senso con la mia fine (la fine della mia individualità). In ogni caso, credo proprio che morire sia la più grande avventura a cui tutti noi andremo incontro. Ho imparato a vedere la morte non solo con timore (prima) o come il sollievo della fine (poi - oggi, più che di morire, ho paura di quel che potrebbe uccidermi), ma anche con grande curiosità.
Opinione personale.

danilomodonesi
Автор

Ho continui attacchi di panico durante la giornata a casua della consapevolezza che un giorno io morirò. A me continua a terrorizzare l'assenza di coscienza, nonostante i tuoi video, nonostante i libri. Diventare nutrimento per vermi, essere polvere calpestata da altri sono scenari poco consolatori. Io ritornerò alla morte e come può questo rincuorarmi. La spinta vitale è stata consumata, la vita non è stata vissuta nel migliore dei modi. Ma qual è il migliore dei modi? La consapevolezza di aver a disposizione un tempo limitato, inoltre, è per me un'enorme causa di stress. Mi sto acculturando nella speranza di trovare strumenti che mi permettano di vivere meglio tutto ciò. L'unica grande soluzione che scovo è ACCETTARE, come si fa spesso nella vita, accettare questa finitezza.

danielebaiocco
Автор

"La morte è parte naturale della vita. Gioisci per coloro che intorno a te si trasformano nella Forza. Dolore non avere; rimpianto non avere. L'attaccamento conduce alla gelosia; l'ombra della bramosia essa è." Yoda leggeva Whitman 😮

windwolfx
Автор

"C'è vita dopo la morte? Certo, c'è! Ma non la tua..."

JolieLeDéni
Автор

Grazie Rick. Un'ottima disamina su un argomento davvero delicato. Da anni, soprattutto dopo la morte di mio padre, mi interrogo sulla vita e sulla morte. Ed ho pensato spesso a Lavoisier e alla sua legge (nulla ai crea, nulla si distrugge, tutto so trasforma), ma la citazione del Buddha mi ha dato ancora un altro spunto di riflessione. Mi viene da aggiungere un altro pensiero che spesso faccio. Noi cambiamo sempre, ci modifichiamo, non siamo mai fissi e immutabili. Anche il cervello è plastico, le sinapsi si muovono, si creano e muoiono... Basta questo per capire che non saremo più noi, ma saremo qualcosa di diverso e questo non è un male. Forse l'angoscia della morte si può paragonare a quella di un cambiamento, una resistenza all'inevitabile e inesorabile cambiamento che ci aspetta. Grazie Rick con tutto il ❤️

sognidilatta
Автор

Grazie mille Rick per questo video. Ne avevo proprio bisogno. Proprio oggi è morta Pizza, il mio cane, e anche se credevo di essere più forte di fronte alla morte in realtà mi ha fatto male. In realtà io la penso come te, per il principio della chimica per cui Niente si crea, niente si distrugge ma tutto si trasforma io mi considero appartenere alla terra da fin dell’alba dei tempi e che questo agglomerato di materia che ho addosso ha una coscienza solo perché azionata da un cervello particolare che riesce ad articolare il pensiero.
Quello che penso e che desumo dal tuo video è che noi in quanto materia tendente alla vita vivremo con altre forme e modalità senza questa coscienza che ci portiamo dietro, e secondo me è proprio questa coscienza che ci va a mancare del defunto quando perdiamo qualcuno a noi molto caro.

rosariocascone
Автор

"Non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo." (Arthur Schopenhauer)

LucaAdamo-npgm
Автор

Hai sviscerato con il mentale un'argomento che si avvicina molto allo spiritismo. Mi piacerebbe sentirti su Eckhart Tolle. Su quello che tu definisci sè distaccato dal resto (e cioè ego) e la consapevolezza di essere un'uno con l'universo (e quindi anima). Della sofferenza che nasce dall'identificazione con l'ego (corpo di dolore) e la liberazione dalla paura di morire a cui il programma ci tiene attaccati in modo subdolo. Ti seguo. 🥰

valeriadm
Автор

che meraviglia sentire tutto ciò. grazie

francescoo
Автор

Non ci ricordiamo le cose durante la vita; figurati dopo la morte.

lsxqkik
Автор

Questo video mi ha sia commosso ma anche sollevato da un peso che porto da tempo. Mi sento molto più leggero. Grazie Rick <3

confusedarthur
Автор

Le creature vivono nell'illusione della forma e del tempo. Non esiste un "dopo Rick", esiste un "durante" che lo attraversa dall'inizio e perdura, rimescolandosi con l'ambiente. La mela o la birra diventano calorie che si tramutano in cellule ed energia di Rick; l'energia diviene azione, le cellule durano tuttosommato pochi anni e ritornano a carbonio, acqua e altri elementi. Rick diventa il bicchiere spostato, i libri che ha letto, le persone che ha salvato, e tutta l'energia cinetica o termica che ha propagato, così come ognuno di noi è pioggia vecchia di milioni di anni, lacrime di fanciulle, aria respirata milioni di volte, in continuo scambio di energia, materia e destini. Siamo costruzioni temporanee in un sacchettone di Lego...

michelesilenzio-nocf
Автор

C’e una frase di un personaggio di One Piece ovvero “ UN UOMO MUORE VERAMENTE QUANDO VIENE DIMENTICATO “ che mi ha sempre shockato per la sua tremenda verità.

lucabonacini
Автор

Ciò che sopravvive all'uomo è il cambiamento che ha creato n̈el mondo: opere, figli, governi, idee.
Il singolo individuo svanisce rimarrà solo ciò che ha lasciato fuori da se, anche se io avessi scoperto il significato del mondo, creando le equazioni perfette che descrivono il creato, finché le mie idee rimarranno in me svariranno alla fine del mio corpo materiale, ciò che ho prodotto si evolverà però muterà la civiltà umana in maniera più o meno profonda, la vita dopo la morte è la cultura umana, dopo la morte diverremo parte di un organismo mentale più grande chiamato civiltà.

Nithaelilluvatar
Автор

Un passo fondamentale verso la propria illuminazione è comprendere l'illusione dell'individualità

Varil
Автор

Caro Rick, pensavo esattamente come te fino a qualche anno fa. Filosoficamente è la teoria più elegante, che pare render conto della maggior parte delle istanze di pensiero. Ma a volte, un singolo granello di solida sabbia è in grado di bloccare un intero ingranaggio iper-tecnologico. Andiamo per gradi. Mi stupisce la tua ‘chiamata’ a testimone dello stimato (da entrambi) PLOTINO. Cito sue parole: “Molte volte, destandomi dal corpo a me stesso e divenendo esterno alle cose, [...] fattomi tutt’uno col divino [...] dopo una tale sosta nel mondo divino […] non so spiegarmi [...] in che modo mai l’anima mi sia venuta a trovare all’interno del corpo, se essa è quella stessa cosa che è apparsa essere in sé e per sé, benché si trovi nel corpo” (Plotino, Enneadi, vol.IV, evidente testimonianza da stato non ordinario di coscienza). Aggiungo di mio PLUTARCO: ”Nessuno, fra coloro che amano la verità e la visione della realtà, è mai stato pienamente soddisfatto in questo mondo, poiché la luce della ragione, velata dal corpo come da una nebbia o una nube, è vacillante e debole; ma come un uccello che guarda fisso in alto, essi sono sicuri di spiccare il volo dal corpo per qualche luminoso spazio, e perciò s’illuminano e si alleggeriscono del peso della mortalità, [...] l’anima vivrà la vera vita, mentre ora non è completamente sveglia, ma vive come in una specie di sogno [...] Quando la ragione ci mostra che possiamo davvero rincontrare i nostri morti e, con la parte di noi che pensa e ama, abbracciare e unirci alla parte loro che pensa e ama, dobbiamo smetterla di imitare quelli che sono incapaci di mettere da parte tutte le parvenze e le vane esteriorità, su cui continuano a lamentarsi e ad avere vane e irreali impressioni.” (75. 1086C– 1107C, Non posse suaviter vivi secundum Epicurum, ‘Plutarco, tutti i Moralia’, Bompiani, 2017).
Da tempo immemore l’Uomo crede che una parte di sé sia incorporea e individualmente (vedremo dopo in che termini) ‘immortale’: cito Platone (mito di Er), la millenaria cultura egizia (psicostasia), varie religioni, le estasi di santi e persone comuni. Tutte quelle conoscenze non sono una particolarissima, bizzarra e coincidente fantasia, ma sono nate da un unico fenomeno di esperienza diretta di qualcuno che si è realmente affacciato nell’Aldilà. Oggi, il granello di sabbia delle NDE ci consegna una testimonianza solida, almeno delle prime fasi della morte, in quanto su migliaia di testimonianze rese pubbliche, e in molti casi ben studiate da personale sanitario, utilizzando esclusivamente razionalità e logica, si possono trarre parecchie solide evidenze (che diviene irrazionale rifiutare). Da anni studio per mia conoscenza tutti gli aspetti delle NDE (a partire ovviamente dagli studi medici pubblicati), ed ho scoperto che quell’ipotesi teorica un pò ‘panpsichista’ e ‘idealista’ (vedasi anche l'ottimo Faggin, da te ben intervistato) potrebbe illustrare una tappa finale, ma la bellissima notizia è che così si perde tutta una fase di passaggio nevralgica assolutamente verosimile, fortunatamente in grado di fondare un’Etica positiva: quelle esperienze che tu ipotizzi debbano finire in un sorta di grande oceano originario (cui potrebbe inerire anche un inconscio collettivo) è presumibile che vengano prima ‘filtrate’/’ingigantite’ (così è testimoniato dagli esperienti NDE) provocando ad una nostra coscienza individuale ancora ben viva e presente una gioia o afflizione (a seconda dell’agire terreno individuale) talmente potente da valere quanto centinaia di vite terrene e da dare un senso assoluto all’Amore incondizionato che saremo riusciti a esprimere in questa frazione di vita e ad imporci di evitare il ‘Male’. È strano, ma pur in una sorta di ‘processo’ fisico (che si potrebbe dettagliare molto più a fondo), che esclude fede, provvidenza ecc. si realizza concretamente la nostra aspirazione a dare un senso alla vita, almeno per questa fase terrena. Su cosa accada poi in tempi infiniti si possono fare solo speculazioni che qui evito. Potrei scrivere 500 pagine di fatti, dati e statistiche, ma vorrei solo invitare tutti ad agire sempre amorevolmente, nel vostro interesse in vista di quel momento cruciale che ci toccherà affrontare indifesi, anche ‘egoisticamente’ per quello (vale lo stesso, a patto che non sia motivato da soldi, fama e altri vantaggi materiali!). Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere fino a qui.

ferrandomauroNDE
Автор

Carissimo Rick, ottima disamina! Detto ciò, non penso che il pensiero da te espresso neghi la possibile realtà della sopravvivenza di un’anima individuale. Le due cose possono coesistere senza contraddirsi. Basta supporre che la nostra coscienza non risieda unicamente nel cervello, ma sia presente anche nella nostra anima immortale. Ciò si potrebbe supporre analizzando con occhio privo di pregiudizi il curioso fenomeno delle esperienze di pre-morte, a parer mio la dimora scientifica dell’esistenza dell’anima individuale.

edreynolds
Автор

Bellissimo video, bellissimo concetto, bellissima idea. Bravo bravo bravo!

angelo
Автор

Ciao Rick, gran bello spunto, spero che la mia esperienza personale possa essere utile.

Nel 2022 sono finito in coma per 2 settimane a causa di un incidente grave sul lavoro. Taglio corto... durante quelle due settimane io non ho avuto alcuna sensazione nel senso niente visioni, niente dolore, niente gioia niente di niente. Semplicemente ho avuto i primi ricordi confusionari solo dopo il risveglio, trall'altro della prima settimana dopo il mio risveglio ho un gran marasma di ricordi e sensazioni che non riesco nemmeno a spiegare in maniera sensata. Fine

penneallarrabbiata-njji
Автор

È incredibile sentire certe parole, visto che mi rispecchio un sacco e i miei amici mi prendono per pazzo quando espongo la mia personale teoria esistenziale. Tutto è nato in quarantena, quando ho iniziato a sentirmi appartenente in modo consapevole ad una comunità, essendo tutti nella stessa condizione. In quel periodo, lessi L'Alchimista, in cui Coelho riporta le seguenti parole del Corano:"Siamo stati tutti scritti dalla stessa Mano". Ovviamente questo non mi portò a pensare che un Dio ci avesse creati tutti ma che eravamo tutti sulla stessa barca, figli dello stesso "habitat". Era una riflessione puramente spirituale visto che nella realtà dei fatti, finita la quarantena, tutti siamo tornati ad una vita estremamente individualista. Dopodiché, lessi Angeli e Demoni, in cui c'è un prete che lavora al CERN e reputa che la religione sia la metafora della scienza, che sia un modo di fare capire a tutti come funziona la vita intorno a noi e come viversela al meglio grazie a storie, metafore ed insegnamenti popolari, potendo comprendere il mondo senza avere studi avanzati. Dentro di me, avevo sempre visto la matematica come il linguaggio che stiamo sviluppando/capendo dell'universo per poterne capire i meccanismi di questo caos, ci vedevo un fondo di verità. Forse, mi sono lasciato trasportare dalla mia condizione di salute mentale labile che mi porta a cercare sicurezze, forse dettato dalla mia curiosità, iniziai a cercare parallelismi tra scienza e religione. Primo principio della fisica, "Tutto tende all'equilibro" è un dettame tanto importante e tanto conosciuto che si può notare nelle vita di tutti quanto si possa applicare e quanto le religioni lo abbiano sempre utilizzato nelle proprie dottrine per avere una comunità sana. "Nulla si crea, nulla di distrugge, tutto si trasforma", qui arriviamo al punto che mi ha dato più conferme paragonandolo alle religioni che credono nella reincarnazione, nella quale nessuna di queste ti permette di resuscitare con una memoria personale e nello stessa specie di essere vivente che eri nella vita precedente (ovviamente cambiano i meccanismi del trapasso a seconda della fine religiosa che segui) ma ti trasformi. Ed ho iniziato a pensare alla vita dopo la morte come semplice metafora di questo principio, un po' come ha riassunto Whitman. Poi ho incontrato il concetto di Qi ed Entropia e sono sicuro che gente più competente di me possa trovarne sempre di più. Grazie Rick del contenuto e di aver dato occasione di sfogarmi su questo mio delirio esistenziale 😜

federicoagu