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Cos'è la PSICOSOMATICA?

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Oggi parliamo di psicosomatica, un tema vasto quindi traccerò solo linee essenziali.
Sono il dottor Rapaggi, direttore dell’Istituto Mosaico Psicologie e della relativa Scuola di specializzazione per medici e psicologi, riconosciuta Miur.
La psicosomatica tratta di quei sintomi che si manifestano sul corpo ma la cui origine è più facilmente di tipo psichico.
Allora la prima domanda da farsi è: “la psicosomatica appartiene al campo della medicina o a quello della psicoanalisi?” In altre parole: “come si fa a capire quando un sintomo corporeo va curato come tale e quando invece bisogna partire dalla psiche, con lo strumento più idoneo?"
Esperienza mi dice che il problema è di applicazione della conoscenza, più che di teoria.
Molti infatti ammettono che un certo sintomo può avere basi psichiche, ma poi si fanno curare come se fosse solo di tipo corporeo. Sembra a prima vista che si tratti banalmente della differenza pratica tra il dire e il fare. Ma è troppo semplice.
Vediamo invece che un ragionamento meno banale ci porta a due problemi diversi.
Il primo è che la cura del corpo consiste quasi sempre nell’assumere farmaci. Questi agiscono sul sintomo dando l’illusione che il soggetto non debba fare altro. Atteggiamento palesemente infantile il cui risultato è di breve durata.
Il secondo problema è più complesso e per capirlo bisogna ricorrere a Freud. Si tratta infatti della necessità nevrotica di richiedere un aiuto che l’inconscio vuole avere, solo per poterlo poi rifiutare.
Ti sembra strano?
Lo è infatti, secondo la logica. Ma se non lo fosse non si formerebbe nemmeno il sintomo.
Il bisogno impellente di chi agisce così è di aggredire fantasticamente la figura genitoriale. Quella che a suo tempo l’ha rifiutata e forse maltrattata. Si tratta di una vendetta inconscia, negata dalla coscienza. La persona, quando è cosciente, non può accettare di essere cattiva come lo è stato il proprio genitore nei suoi confronti. Interviene quindi l’inconscio, che si esprime attraverso un sintomo. Il sintomo obbliga il medico, lo psicoanalista, il partner o qualunque altra figura genitoriale a soffrire per effettuare la cura. Da quel momento il conflitto del paziente viene trasferito su questo simbolo genitoriale.
Ecco perché la cura è possibile solo se fatta da un professionista preparato, che conosca la dinamica del conflitto, che sappia come rielaborarlo per restituire al paziente la possibilità di parlare senza censure e che restituisca al paziente il coraggio e la libertà di rivelare ciò che ha tenuto sempre nel suo inconscio.
La cura più classica del sintomo psicosomatico, nel centro Mosaico Psicologie, prevede prima una psico-diagnosi, poi si chiede al paziente di fare le analisi corporee che chiariscano la natura fisiologica del sintomo. Fatta chiarezza sulla condizione corporea, ovviamente da un medico, si passa alla proposta di psicoterapia psicoanalitica.
Come detto prima, la psicosomatica è la forma di linguaggio inconscio più chiara, quella che riesce a superare le complicate resistenze tipiche del pensiero e della parola. Mi pare evidente che durante la formazione della personalità, il paziente psicosomatico non abbia potuto esprimersi liberamente con la parola. Che abbia imparato a soffrire in silenzio finché non è diventato urgente potersi esprimere. A questo punto ha dovuto lasciare il compito ai suoi organi. Ha trasferito il suo dolore e la sua rabbia dalla psiche al corpo perché entrambe le emozioni fossero evidenti. Rabbia e dolore, taciuti per una vita, riescono ad emergere attraverso il sintomo, evitando l’ennesima censura.
Ma questo tipo di paziente, se vuole togliersi il sintomo psicosomatico, deve poter dire tutto quello che mantiene segreto e che ha dovuto spostare sul corpo.
Ci sono degli ostacoli, è vero. Uno è che i suoi segreti sono ben protetti da meccanismi di difesa che il tempo ha deteriorato e portato a resistenze inconsce. Un altro è dato dalla coazione a ripetere. Chi ha vissuto in una certa condizione la parte della vita in cui si forma il carattere tende a mantenerla e a ripeterla, anche quando fosse stata negativa.
Spero di avere chiarito perché sia necessario ricorrere ad un metodo ampiamente sperimentato per superare questi e gli altri ostacoli che il paziente mette inconsciamente sulla via della guarigione.
Se vuoi approfondire questo argomento vista il mio blog.
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Ciao!
#IstitutoMosaicoPsicologie #AlfredoRapaggi #Psicosomatica
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Sono il dottor Rapaggi, direttore dell’Istituto Mosaico Psicologie e della relativa Scuola di specializzazione per medici e psicologi, riconosciuta Miur.
La psicosomatica tratta di quei sintomi che si manifestano sul corpo ma la cui origine è più facilmente di tipo psichico.
Allora la prima domanda da farsi è: “la psicosomatica appartiene al campo della medicina o a quello della psicoanalisi?” In altre parole: “come si fa a capire quando un sintomo corporeo va curato come tale e quando invece bisogna partire dalla psiche, con lo strumento più idoneo?"
Esperienza mi dice che il problema è di applicazione della conoscenza, più che di teoria.
Molti infatti ammettono che un certo sintomo può avere basi psichiche, ma poi si fanno curare come se fosse solo di tipo corporeo. Sembra a prima vista che si tratti banalmente della differenza pratica tra il dire e il fare. Ma è troppo semplice.
Vediamo invece che un ragionamento meno banale ci porta a due problemi diversi.
Il primo è che la cura del corpo consiste quasi sempre nell’assumere farmaci. Questi agiscono sul sintomo dando l’illusione che il soggetto non debba fare altro. Atteggiamento palesemente infantile il cui risultato è di breve durata.
Il secondo problema è più complesso e per capirlo bisogna ricorrere a Freud. Si tratta infatti della necessità nevrotica di richiedere un aiuto che l’inconscio vuole avere, solo per poterlo poi rifiutare.
Ti sembra strano?
Lo è infatti, secondo la logica. Ma se non lo fosse non si formerebbe nemmeno il sintomo.
Il bisogno impellente di chi agisce così è di aggredire fantasticamente la figura genitoriale. Quella che a suo tempo l’ha rifiutata e forse maltrattata. Si tratta di una vendetta inconscia, negata dalla coscienza. La persona, quando è cosciente, non può accettare di essere cattiva come lo è stato il proprio genitore nei suoi confronti. Interviene quindi l’inconscio, che si esprime attraverso un sintomo. Il sintomo obbliga il medico, lo psicoanalista, il partner o qualunque altra figura genitoriale a soffrire per effettuare la cura. Da quel momento il conflitto del paziente viene trasferito su questo simbolo genitoriale.
Ecco perché la cura è possibile solo se fatta da un professionista preparato, che conosca la dinamica del conflitto, che sappia come rielaborarlo per restituire al paziente la possibilità di parlare senza censure e che restituisca al paziente il coraggio e la libertà di rivelare ciò che ha tenuto sempre nel suo inconscio.
La cura più classica del sintomo psicosomatico, nel centro Mosaico Psicologie, prevede prima una psico-diagnosi, poi si chiede al paziente di fare le analisi corporee che chiariscano la natura fisiologica del sintomo. Fatta chiarezza sulla condizione corporea, ovviamente da un medico, si passa alla proposta di psicoterapia psicoanalitica.
Come detto prima, la psicosomatica è la forma di linguaggio inconscio più chiara, quella che riesce a superare le complicate resistenze tipiche del pensiero e della parola. Mi pare evidente che durante la formazione della personalità, il paziente psicosomatico non abbia potuto esprimersi liberamente con la parola. Che abbia imparato a soffrire in silenzio finché non è diventato urgente potersi esprimere. A questo punto ha dovuto lasciare il compito ai suoi organi. Ha trasferito il suo dolore e la sua rabbia dalla psiche al corpo perché entrambe le emozioni fossero evidenti. Rabbia e dolore, taciuti per una vita, riescono ad emergere attraverso il sintomo, evitando l’ennesima censura.
Ma questo tipo di paziente, se vuole togliersi il sintomo psicosomatico, deve poter dire tutto quello che mantiene segreto e che ha dovuto spostare sul corpo.
Ci sono degli ostacoli, è vero. Uno è che i suoi segreti sono ben protetti da meccanismi di difesa che il tempo ha deteriorato e portato a resistenze inconsce. Un altro è dato dalla coazione a ripetere. Chi ha vissuto in una certa condizione la parte della vita in cui si forma il carattere tende a mantenerla e a ripeterla, anche quando fosse stata negativa.
Spero di avere chiarito perché sia necessario ricorrere ad un metodo ampiamente sperimentato per superare questi e gli altri ostacoli che il paziente mette inconsciamente sulla via della guarigione.
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