Murubutu - L'armata perduta di Re Cambise (Prod. DJ West)

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tratto da “Luomo che viaggiava nel vento”
I rap-conti contenuti nell’album sono come tanti luoghi, prossimi o remoti, attraversati da uno stesso vento che cambia nome e caratteristiche ma che assolve ad un compito che pare gli sia intrinseco da sempre: quello di raccogliere storie nel proprio grembo e conservarle per sempre in attesa che qualcuno le voglia leggere, quasi esistesse una memoria dei flussi d’aria.

Nel 1991 la casa discografica indipendente IRMA records di Bologna pubblica il singolo di Frankie Hi Nrg 'Fight Da Faida' che diventa il primo singolo di Hip Hop italiano a essere programmato nei network radiofonici italiani. Nel 1995 l'etichetta bolognese crea la sottoetichetta Hip Hop a nome Mandibola Records che pubblica tra gli altri l'album di Ice One 'B-Boy Maniaco' e i due album del Colle der Fomento 'Odio Pieno' e Scienza Doppia H’. Questo è il canale dedicato agli artisti dell’etichetta.
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Комментарии
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un paio di cuffie, una stanza silenziosa e una luce flebile ... ed ecco che non sono più qui, catapultato nell'Egitto di 2500 anni fa!

Cerons
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I brani di Murubutu che raccontano la storia sono, a mio parere, i migliori della sua discografia!

CalogeroBufalino
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La cosa migliore è la sensazione sabbiosa che si percepisce con il beat e il testo, ma sopratutto la leggerezza di come scompaiono i corpi come leggeri granelli spazzati da un soffio leggero

Bulletbroos
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Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì
(Scivola, simula, cala poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)

Il sole era già sceso da tempo sulle sfingi egizie
Quando Cambise decise di annettere e prendersi tutte le terre limitrofe
Solo un’ultima tappa resisteva all'ascesa del figlio di Ciro, un’oasi ricca di datteri e acqua là sulla lunga Valle del Nilo Dopo aver superato il Sinai e sì, sino a lì piegato ogni stato
Dopo aver ucciso il faraone e trucidato il toro sacro
Lui Cambise, non pago, con un solo cenno del capo ordinò di radere al suolo e mettere a fuoco il noto luogo dell’oracolo di Amon

(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse col suono ogni corpo sul suolo)

E fu la brama di un re sadico, avido di potere teocratico
O per vendetta sull'oracolo magico che volle prevederne il baratro
Ma una volta giunto a Tebe divise le truppe in due gruppi, due schiere
Poi spinse la prima verso Nubia, l'altra verso Cirene
Avanzava ignara la carovana umana frustata dalla lama dell'afa
In un deserto aperto una nenia berbera suonava lontana
Cinquantamila tra mercenari elamiti, greci, fenici
Marciavano verso i confini uniti alla stessa armata persiana
Come al centro, di una danza, sale in cerchio l'aria calda, giunse il vento, sulla landa, li travolse e volse all'alba
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo sparì
(Scivola, simula, cala e poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)

Quando avvertirono il primo soffio da sotto i soldati non ne
Ebbero cura
Erano veterani del deserto esperti, abituati ad afa ed arsura
Ma dopo sette giorni di marcia fra le secche di sabbia
Videro l'oceano bianco mutare faccia sull'altura di ogni duna
Conoscevano i rischi delle spire del mare di sabbia fine
Le colline che si aprivano creando slavine improvvise fra le file
Le lande di rena sottile che inghiottivano vite a decine
L'ordine di proseguire fece fuggire le stesse guide beduine

(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse al suo suono ogni corpo sul suolo)

Ardeva il mare bianco solcato da sciami di grani fini
Scambiato nell’abbaglio del sole alto come soffio calmo del ghibli
Ma il cielo si fece viola in un’ora per la sabbia in sospensione
Procedendo da ogni roccia erosa all’invasione di nasi e gole
I primi morti avvolti dalla furia dei forti vortici fra i manti, i salti e i calci delle bestie rese folli, liberatesi dai carichi
I soldati caddero esanimi, in molti sepolti dai grani bianchi
Il silenzio dei corpi sotto le nuove forme ridisegnate dal khamsin
Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì...

invernomuto
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Ascoltare la sua musica è come leggere un libro. Quando ascolto i suoi album (questo ma anche il precedente) lo faccio ad occhi chiusi e mi sembra di vedere le scene di cui parla nei pezzi. Che poeta!

ironitaly
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murubutu.. un mostro... un artista... un poeta... dovrebbero esserci più cantanti come te...

valeriochiacchio
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Ha unito la musica con racconti storici e la bravura nell utilizzare la lingua italiana, un genio .

diocolgateilvolgarefaustino
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Non lo saprà mai, ma questa canzone mi ha ispirato a scrivere un'avventura de "Il richiamo di Cthulhu" che poi ho portato con successo alle Ruolimpiadi dello scorso Lucca Comics

CarloBaronti
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Non scherzo quando sostengo che Murubutu sia il De Andrè del rap Italiano...I suoi testi sono caratterizzati da una capacità descrittiva FENOMENALE e da un linguaggio colto, fuori dal comune...Come non amarlo?Orgoglio Italiano!🇮🇹❤💪🔝

lorenzomainero
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Da appassionato di Storia non posso che apprezzare questa canzone. Ed in generale i testi di Murubutu sono fantastici!

jeandeville
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Vibrazioni, brividi, emozioni intense come poche cose al mondo e la mente viaggia.
Immenso e indescrivibile. Grazie.

riccardo
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Grande prof ;) impossibile non amare così la storia

beuregarde
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L ottava meraviglia del mondo moderno....i brani di murubutu

kurdofconco
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capolavoro, Murubutu e DJ West non ne sbagliano una!

dystopicangel
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Come al centro, di una danza, sale in cerchio l'aria calda, giunse il vento, sulla landa, li travolse e volse all'alba
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo sparì
(Scivola, simula, cala e poi sibila, sale su obliquo e ricopre ogni linea)

[Verse 3: Murubutu]
Quando avvertirono il primo soffio da sotto i soldati non ne
Ebbero cura
Erano veterani del deserto esperti, abituati ad afa ed arsura
Ma dopo sette giorni di marcia fra le secche di sabbia
Videro l'oceano bianco mutare faccia sull'altura di ogni duna
Conoscevano i rischi delle spire del mare di sabbia fine
Le colline che si aprivano creando slavine improvvise fra le file
Le lande di rena sottile che inghiottivano vite a decine
L'ordine di proseguire fece fuggire le stesse guide beduine

(Giunse dal vuoto al tramonto di fuoco e travolse al suo suono ogni corpo sul suolo)

[Verse 4: Murubutu]
Ardeva il mare bianco solcato da sciami di grani fini
Scambiato nell’abbaglio del sole alto come soffio calmo del ghibli
Ma il cielo si fece viola in un’ora per la sabbia in sospensione
Procedendo da ogni roccia erosa all’invasione di nasi e gole
I primi morti avvolti dalla furia dei forti vortici fra i manti, i salti e i calci delle bestie rese folli, liberatesi dai carichi
I soldati caddero esanimi, in molti sepolti dai grani bianchi
Il silenzio dei corpi sotto le nuove forme ridisegnate dal khamsin

Nel silenzio, che rincanta, una voce canta stanca
Segue il senso, della sabbia, giunse lento e scaldò l'aria
No, non lo videro
No, non lo udirono
Lui li raggiunse in un soffio ogni corpo svanì...

valerioferri
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Una profondità nel linguaggio unica, grandissimo

alessandrobenedetto
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Murubutu è un fuori classe!! testi eccezionali!! ma quando vieni a ROMA???
insieme a Rancore sono i migliori due rap italiani per testi e contenuti

federiconidito
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La più bella!!!! come al centro di una danza sale in cerchio l'aria calda....

niccologrimaldi
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CAPOLAVORO tra le più intense traccie di tutto il panorama hip hop italico

ectoplasma
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Non sono mai andata pazza per la storia ma Murubutu me la fa apprezzare mi piacerebbe molto averlo come prof

lolamoonlight
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