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Vuoi guarire dall'ansia? dalla dipendenza affettiva? dal narcisismo? Vuoi Guarire?
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LA GUARIGIONE PSICOLOGICA Video del 2005 - concetti chiave
1) Il confine fra ciò che si considera normale o patologico non è netto ma è soggettivo, cambia da persona a persona.
2) Non esistono malattie, ma individui malati ed è importante leggere la malattia all’interno della storia personale di ogni individuo, che è unica.
3) Il dolore psicologico può arrivare a produrre disturbi fisici.
4) L’intensità di un conflitto è relativo perché è in funzione dell’importanza che il soggetto gli dà e di quanto sia sensibile a ciò che accade.
5) Le reazioni più frequenti a questi traumi sono due: paura e ribellione.
6) Come conseguenza, la persona si ritira dal mondo e sprofonda nella solitudine: si chiude alla vita e agli altri.
7) La guarigione avviene attraverso l’annessione di ciò che manca e che è ancora inconscio.
8) Le teorie sulla guarigione psichica concordano nell'affermare che il rinnovamento deriva dal movimento psichico.
9) La vera malattia psicologica è laddove si soffre la perdita di ricchezza e di profondità della vita simbolica, che da un senso alla nostra storia.
10) La libertà di assumere sulle proprie spalle il peso della responsabilità individuale e delle proprie scelte di vita, richiede la capacità di sostenere le tensioni, le contraddizioni e l’incertezza, che si rivela fondamentale per sviluppare al massimo le nostre potenzialità creative: la creazione è risultato di una tensione conflittuale portata alle sue estreme conseguenze.
11) Il termine “problema” significa dubbio, incertezza, possibilità di vivere diverse strade.
12) Il problema ci conduce ad una solitudine che però è una possibilità di espansione della coscienza, e quindi di maturazione psicologica. Ma questo presuppone il saper leggere simbolicamente ciò che ci accade.
13) Tocca a ciascuno di noi capire che siamo esseri unici, come unico è il volto che abbiamo.
14) Il sintomo rappresenta la voce dell’inconscio, che parla perché evidentemente non lo stiamo ascoltando. I Saggi dicono: “meno pensi e più vedi”. Infatti, quando riflettiamo troppo su come risolvere un problema, lo complichiamo.
15) Ecco perché si va in analisi o si fa psicoterapia, perché noi siamo di più di quello che pensiamo di essere e lo scopriamo quando ascoltiamo la voce dell’inconscio. La malattia psichica scaturisce sempre da un attaccamento eccessivo all’io e alla nostra identità; quindi, occorrerà vedere “oltre” quel personaggio che crediamo di essere, con uno sguardo capace di cogliere l’invisibile e il simbolico presente nelle immagini interiori. Solo allora si diviene capaci di creare nuove metafore. Per rinascere psicologicamente bisogna oltrepassare ciò che siamo stati, essere in un al di là che è odoroso di presente, non di passato. “Distruggi il ricordo che sei, dimentica chi eri e cosa volevi, distruggi la tua vecchia identità”, dice Jung.
16) Per essere presenti a se stessi occorre dimenticare. La fedeltà autentica a se stessi non ammette legami di sangue col passato e con la memoria.
17) Ecco che allora, raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere è insita nell'azione stessa. Questa è l’arte di correre. Diceva Freud: chi come me risveglia i peggiori demoni che vivono nell'animo dell'uomo, non deve attendersi d'essere risparmiato in questa lotta.
18) Nella lotta si sperimenta lo smembramento che serve a distruggere tutte le sicurezze: vivere nell'incertezza è un compito della maturità. Forti sono quelle persone che non smettono mai di mettersi in discussione, che non arretrano dinanzi al rischio, che accettano la più grande di tutte le sfide, quella dell’adesione incondizionata ai propri valori interiori, dai quali nasce l'eroismo e l’idea di vita come forma di riscatto. Per fare della propria vita un atto eroico, bisogna ricercare la verità del proprio desiderio. La consapevolezza è un’opera difficile, che non avviene in modo naturale o spontaneo, ma va conquistata: bisogna farne bottino di guerra.
19) La legge della prospettiva dice che per avere una prospettiva ci vogliono almeno due punti di vista diversi. Allo stesso modo, in campo psichico esperienze apparentemente contrarie sono in realtà aspetti differenti della medesima cosa, e la strada giusta è fatta di tante strade sbagliate.
20) Quando il dolore si protrae nel tempo e diventa un compagno di viaggio, la causa non sono gli eventi esterni, piuttosto stiamo tenendo aperte noi quelle ferite. Ci siamo fermati perché la nostra unicità o, come la chiama Jung, la nostra individuazione, non sta facendo la sua strada e quando la ritroviamo, il dolore se ne va da solo.
LA GUARIGIONE PSICOLOGICA Video del 2005 - concetti chiave
1) Il confine fra ciò che si considera normale o patologico non è netto ma è soggettivo, cambia da persona a persona.
2) Non esistono malattie, ma individui malati ed è importante leggere la malattia all’interno della storia personale di ogni individuo, che è unica.
3) Il dolore psicologico può arrivare a produrre disturbi fisici.
4) L’intensità di un conflitto è relativo perché è in funzione dell’importanza che il soggetto gli dà e di quanto sia sensibile a ciò che accade.
5) Le reazioni più frequenti a questi traumi sono due: paura e ribellione.
6) Come conseguenza, la persona si ritira dal mondo e sprofonda nella solitudine: si chiude alla vita e agli altri.
7) La guarigione avviene attraverso l’annessione di ciò che manca e che è ancora inconscio.
8) Le teorie sulla guarigione psichica concordano nell'affermare che il rinnovamento deriva dal movimento psichico.
9) La vera malattia psicologica è laddove si soffre la perdita di ricchezza e di profondità della vita simbolica, che da un senso alla nostra storia.
10) La libertà di assumere sulle proprie spalle il peso della responsabilità individuale e delle proprie scelte di vita, richiede la capacità di sostenere le tensioni, le contraddizioni e l’incertezza, che si rivela fondamentale per sviluppare al massimo le nostre potenzialità creative: la creazione è risultato di una tensione conflittuale portata alle sue estreme conseguenze.
11) Il termine “problema” significa dubbio, incertezza, possibilità di vivere diverse strade.
12) Il problema ci conduce ad una solitudine che però è una possibilità di espansione della coscienza, e quindi di maturazione psicologica. Ma questo presuppone il saper leggere simbolicamente ciò che ci accade.
13) Tocca a ciascuno di noi capire che siamo esseri unici, come unico è il volto che abbiamo.
14) Il sintomo rappresenta la voce dell’inconscio, che parla perché evidentemente non lo stiamo ascoltando. I Saggi dicono: “meno pensi e più vedi”. Infatti, quando riflettiamo troppo su come risolvere un problema, lo complichiamo.
15) Ecco perché si va in analisi o si fa psicoterapia, perché noi siamo di più di quello che pensiamo di essere e lo scopriamo quando ascoltiamo la voce dell’inconscio. La malattia psichica scaturisce sempre da un attaccamento eccessivo all’io e alla nostra identità; quindi, occorrerà vedere “oltre” quel personaggio che crediamo di essere, con uno sguardo capace di cogliere l’invisibile e il simbolico presente nelle immagini interiori. Solo allora si diviene capaci di creare nuove metafore. Per rinascere psicologicamente bisogna oltrepassare ciò che siamo stati, essere in un al di là che è odoroso di presente, non di passato. “Distruggi il ricordo che sei, dimentica chi eri e cosa volevi, distruggi la tua vecchia identità”, dice Jung.
16) Per essere presenti a se stessi occorre dimenticare. La fedeltà autentica a se stessi non ammette legami di sangue col passato e con la memoria.
17) Ecco che allora, raggiungiamo la consapevolezza che la qualità del vivere è insita nell'azione stessa. Questa è l’arte di correre. Diceva Freud: chi come me risveglia i peggiori demoni che vivono nell'animo dell'uomo, non deve attendersi d'essere risparmiato in questa lotta.
18) Nella lotta si sperimenta lo smembramento che serve a distruggere tutte le sicurezze: vivere nell'incertezza è un compito della maturità. Forti sono quelle persone che non smettono mai di mettersi in discussione, che non arretrano dinanzi al rischio, che accettano la più grande di tutte le sfide, quella dell’adesione incondizionata ai propri valori interiori, dai quali nasce l'eroismo e l’idea di vita come forma di riscatto. Per fare della propria vita un atto eroico, bisogna ricercare la verità del proprio desiderio. La consapevolezza è un’opera difficile, che non avviene in modo naturale o spontaneo, ma va conquistata: bisogna farne bottino di guerra.
19) La legge della prospettiva dice che per avere una prospettiva ci vogliono almeno due punti di vista diversi. Allo stesso modo, in campo psichico esperienze apparentemente contrarie sono in realtà aspetti differenti della medesima cosa, e la strada giusta è fatta di tante strade sbagliate.
20) Quando il dolore si protrae nel tempo e diventa un compagno di viaggio, la causa non sono gli eventi esterni, piuttosto stiamo tenendo aperte noi quelle ferite. Ci siamo fermati perché la nostra unicità o, come la chiama Jung, la nostra individuazione, non sta facendo la sua strada e quando la ritroviamo, il dolore se ne va da solo.
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