La crisi Italiana oggi | Cos'è successo al bel paese?

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Cosa c'è dietro la crisi?
Dietro la disoccupazione, le privatizzazioni, la povertà.

In tre passaggi semplici, capiremo come siamo diventati da una delle più grandi potenze mondiali, ad un paese alla deriva.

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Nel quadro generale sono d'accordo, ma ci sono alcuni dettagli che mi lasciano un po' perplesso. A scavalcare la Costituzione oggi concorre non solo l'azione dei trattati internazionali (con il cavallo di Troia dell'art. 10 e 11 molto molto liberamente interpretati) ma anche quella c.d. "etica universale" che viene sfruttata proprio per scardinare i vecchi diritti fondamentali (per esempio il lavoro) e i doveri del cittadino (fondamentali per tenere insieme una collettività) e sostituirli coi "nuovi diritti".
Si è cominciato molto presto: per esempio con il diritto all'obbiezione di coscienza verso il servizio militare, che andava a mettere in discussione l'art. 52 ("sacro dovere". Sacro, eh, mica pizza e fichi...).
In questo senso la Magistratura rappresenta una vera e propria quinta colonna, perché - vedi l'ultimo caso, processo per l'eutanasia a Dj Fabo - anziché adire la corte costituzionale, come sarebbe suo dovere, scavalca le prerogative del ramo Legislativo e si rifiuta di applicare la legge chiedendo contemporaneamente un parere al supremo organo, ma va direttamente a imporre al Legislativo di modificarla (e qui sorgerebbe una domanda: e se il Parlamento dovesse ribadire la validità della legge contestata? Che farebbero i giudici?). Il peggior nemico della Costituzione, e il miglior alleato dei mercati anti-costituzionali, insomma, sono proprio i giudici che fanno "sentenze creative" e si arrogano il diritto di scavalcare il Parlamento o i risultati referendari, nel nome di quella "etica universale" di cui si diceva sopra. Quasi che i giudici poi ne fossero interpreti autorizzati.

Infine c'è il discorso storico. Il modello che vede il percorso storico da neoliberismo a periodo costituzionale (e viceversa) passando per il fascismo e il nazionalsocialismo è - a mio avviso - contestabile.
Intanto nell'accostamento fra le due dittature totalitarie. Mentre infatti il nazionalsocialismo era una dittatura anti-legalitaria e dichiaratamente nemica della legge scritta (non ricordo bene quando Hitler disse che avrebbe volentieri fatto impiccare tutti gli avvocati...), basato sul potere arbitrario del Capo a legibus solutus, la dittatura fascista - che affonda le sue radici nell'idealismo gentiliano ma anche nelle suggestioni neo-romane - fu una dittatura totalmente legalitaria e perfettamente statutaria. Tant'è che cadde per un legalissimo voto all'interno di un organo costituzionale, il Gran Consiglio.
Anche nella sua breve reincarnazione repubblicana - la RSI - i giuristi fascisti si applicarono per trovare una veste di legittimità al nuovo regime, nato in realtà obtorto collo. Scopo del regime repubblicano, nell'illusoria prospettiva che fosse liberata la parte d'Italia occupata dagli Alleati, sarebbe stato proprio quello di convocare una Costituente e diversi disegni di costituzione furono prodotti durante i 600 giorni.


Ma non è solo questo: è il rapporto fra "fascismi" e liberismo a essere sbagliato. Sia il fascismo che il nazionalsocialismo furono regimi anti-liberisti (e non è un caso che vennero spietatamente combattuti dalle potenze liberiste, dopo un breve idillio nel nome del comune anti-comunismo) e la loro azione politica (nel caso del fascismo italiano anche giuridica) fu continuamente improntata alla lotta al primato dell'economia sulla vita collettiva. Naturalmente, entrambi i regimi non riconoscevano l'esistenza dei "diritti universali", ma con questo non riconoscevano neppure le conseguenze liberiste di quelli, come per esempio il primato della proprietà privata sui diritti collettivi e del lavoro.
Fra fascismo italiano e periodo costituzionale c'è una continuità giuridica impressionante (pensiamo alla quantità di provvedimenti della RSI passati armi e bagagli nei codici postbellici!) che non a caso fu uno dei motivi di contestazione e di lamentela nel dopoguerra, fornendo anche la foglia di fico morale ai giudici per le loro "sentenze creative": siccome la legge è "fascista" io giudice "democratico" mi sento moralmente autorizzato a disattenderla e a fare di capoccia mia.


Questo giusto per fare un po' di dibattito.
Ascolto sempre con estremo interesse le lezioni del professor Scardovelli e lo ringrazio di metterle online!
Emanuele Mastrangelo

nuovastoriarivista
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Quei due che hanno messo dislike che hanno da dire?

emanuele
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l'Italia....siamo un popolo di furbi e che non rispettiamo ne le leggi e né il prossimo, per cui non possiamo essere mai come l'Inghilterra, la Francia o la Germania, possiamo essere come la Grecia, la Romania, l'Ucraina, la Russia dove ci sono identici problemi di corruzione e malaffare, con la differenza che noi siamo il bel paese che è senz'altro più attraente di questi altrimenti forse saremmo ancora in peggior situazione, vedi la Polonia è migliorata tantissimo perché vicino c'è la Germania e i polacchi sono brave persone più rispettose delle regole, non certo le caratteristiche degli italiani..siamo fritti amici si salvi chi può.

nunzio-m.
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Scardovelli, lei parla come se, in un non meglio specificato periodo storico del passato, l'italia fosse il paese dei balocchi.
Il diritto al lavoro non c'é mai stato, semmai c'é stato il lavoro, che é ben diverso.
Forse é meglio che di economia parli un economista, altrimenti ne esce dietrologia spiccia.

eliozelio
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