Emozioni: che effetto ci fa il modo in cui ne sentiamo parlare? | Isabel Gangitano | TEDxPavia

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Cosa sono le emozioni? A cosa servono? Perché le proviamo? Come possiamo gestirle? La risposta a queste domande è che nessuno nasce dotato di strumenti per comprenderle, e nei luoghi di formazione come le scuole o le università non sono previsti corsi dedicati; per iniziare anche solo a distinguerle dobbiamo arrivare tra le mura di uno studio di psicoterapia o informarci da autodidatti. E se questo non accade, tutto quello che sappiamo sulle emozioni passa attraverso il sentito dire, l’esperienza di qualcun altro, quello che leggiamo sul giornale, o sentiamo alla televisione o vediamo nei nostri feed social. Il tutto mediato quindi dal linguaggio verbale e visivo che usa qualcun altro, che ce ne parla, che le racconta, che le rappresenta, che poi diventa quello comune e “il” nostro modo di conoscerle e di parlarne. Linguaggio che finisce poi per influenzare il nostro modo di viverle, di usarle, di volerle, di – in alcuni casi – odiarle. Questo vale soprattutto per rabbia, tristezza, ansia, e disgusto: quattro emozioni che non sono sicuramente tra le più amate, spesso osteggiate, e da moltissimi vissute come “emozioni negative”. Guardando alla loro rappresentazione possiamo farci un’idea di come e quanto il linguaggio che usiamo per parlarne non renda giustizia al loro valore, e pensare all’effetto che ci farebbe cambiarne la narrazione.

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