Secchi e metafisica. Lo spazio secondo Aristotele e Newton.

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Oggi metto a confronto due idee di spazio, quella relazionale di Aristotele e Cartesio e quella assoluta di Newton. Appenderemo un secchio al soffitto per dirimere la questione.
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Gentilissimo, commento volentieri la tua apprezzata risposta nella quale al fondo mi poni la domanda sul metodo ipotetico-deduttivo. L'argomento lo affrontai tempo fa in altra sede (non filosofica né matematica). Premessa necessaria: con l'induzione si parte dall'osservazione dei fatti e se ne deriva una teoria, con la deduzione si parte da affermazioni generali (considerate a volte già teorie) per arrivare a conclusioni particolari. È vero che sono metodi che derivano dalla tradizione greca per essere usati nella logica e in particolare nella aritmetica e nella geometria ma ricordo che tali principi vennero nel corso dei secoli usati in altri campi in particolare quella storico. L'esempio più pratico risultò per diversi secoli quello di credere che i fatti dipendessero da un mondo etereo (provvidenzialismo). Il positivismo naturalmente non accettò alcuna influenza estranea alla logica nella matematica. Figuriamoci nel mondo fisico! Chi contribuì a demolire questa concezione positivistica (o neo-positivistica, per il Novecento) fu il filosofo austriaco Karl Popper che si prodigò a far uscire i due metodi di cui sopra dal campo della matematica e della geometria. Non mi dilungo a riportare quanto puoi trovare al secondo (breve) capoverso in www.vialattea.net "Il falsificazionesmo di Karl Raimondo Popper" che comincia così: "... la scienza non si costruisce con metodo induttivo (come si pensava fin dai tempi di Francesco Bacone nel XVI secolo) bensì attraverso successive falsificazioni." Il metodo nelle scienze empiriche è quello cosiddetto ipotetico-deduttivo (o abduzione) introduce il concetto di probabilità nelle ipotesi a monte che dovrebbero spiegare i fatti a valle.
Cordialmente!

gianpieroviviano
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Ma non ti sembra più "moderna" la teoria di Aristotele sullo spazio relazionale rispetto a quella di Newton sullo spazio assoluto soprattutto rispetto alla Fisica novecentesca che ha ridimensionato le precedenti concezioni di spazio e tempo? Indipendentemente dai risultati che non potevano essere confermati da esperimenti pratici (e quello di Newton certamente non lo era) il modello di Aristotele era ed è quello ipotetico-deduttivo adottato dalla Scienza moderna. Quello di Newton era il metodo induttivo (dall'osservazione alla teoria) nel quale le osservazioni (anche se molteplici) del soggetto (che crede di averne ricavato una teoria) si scontrano poi inaspettatamente nella realtà (v. esempio del "tacchino induttivista" di Bertrad Russel).

gianpieroviviano
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