filmov
tv
Da vittima a carnefice: le bugie di Lilliana Segre sul 27 gennaio e sui 'no vax'

Показать описание
Tutte le bugie e il #negazionismo di #LilianaSegre, una delle tante sacerdotesse della religione dell’Olocausto, che si credono intoccabili e incriticabili, grazie al coro belante dei chierichetti di regime secondo il quale dobbiamo considerare gli ebrei come un popolo "speciale" ed eternamente vittima. Il #giornodellamemoria di regime. Alla fine un assaggio delle posizioni nazi-sanitarie della Segre.
Prima bugia: “Il 27 gennaio 1945 avevo 13 anni”
Falso: i Il 27 gennaio 1945, Liliana Segre aveva quasi 15 anni essendo nata il 10 settembre del 1930. Ma perché mentire sulla propria età? Perché a 13 anni si è considerati ancora dei bambini e questo rende più straziante e commovente il proprio racconto.
Seconda bugia: “Auschwitz non è stata liberata dall’Armata Rossa il 27 gennaio 1945”.
Invece è stata liberata proprio il 27 gennaio 1945, perché quel giorno le truppe sovietiche entrarono per la prima volta nel campo. Dire il contrario non è “negazionismo”?
Terza bugia: “Erano soldati russi”
Falso. Non erano soldati russi ma dell’unico esercito dell’Unione Sovietica, che comprendeva 15 repubbliche e oltre 100 tante nazionalità. Forse vuole cancellare la “memoria” storica dell’Urss?
Quarta bugia: “erano solo quattro soldati”
I soldati non erano affatto quattro (quella era una semplice avanguardia), ma l’avanguardia della 60ª Armata del Primo Fronte Ucraino, al comando del maresciallo Konev. Dire il contrario non è “negazionismo”!
Quinta bugia: “L’armata Rossa non liberò niente, perché i nazisti erano scappati già da tanti giorni”. Falso! Ci fu persino un breve scontro a fuoco con due morti e diversi feriti. I campi venivano smantellati e i nazisti fuggivano solo perché l’Armata Rossa stava sconfiggendo l’esercito tedesco e liberando tutte le zone circostanti!
Sesta bugia: “Non fui liberata dai Sovietici. Fui liberata dagli Alleati nel nord della Germania”
Falso: Liliana Segre venne liberata il 1 maggio 1945 proprio dall’Armata Rossa mentre era in marcia nel sottocampo di Malchow, parte del grade complesso concentrazionario di Ravensbrück. Ma lei usa di proposito il termine generico “Alleati” pur di nascondere il ruolo fondamentale dell’URSS. Per lo stesso motivo omette il nome del campo di concentramento di Malchow, parlando vagamente di “nord della Germania”.
Vista l’ingratitudine e la mistificazione della Segre, i soldati sovietici forse avrebbero fatto meglio a non perdere la propria vita per salvare quella di chi li avrebbe poi rinnegati.
Negare la morte di 27 milioni di sovietici non è peggio che negare la morte di 6 milioni di ebrei? Se lo spauracchio del cosiddetto negazionismo dovesse essere punito per legge come vorrebbe la Segre, i suoi compagni e tutti i neo-nazzisti del pensiero, loro sarebbero i primi a finirci dentro..
Il fatto di essere dei sopravvissuti dei campi di concentramento li trasforma in automatico in eroi o modelli da seguire? Nient’affatto, anzi spesso è il contrario.
Ci furono migliaia di ebrei che collaborarono per forza, per convenienza o per convinzione con i nazisti. La stessa Liliana Segre e centinaia di ebrei lavorarono in una fabbrica che produceva proiettili per mitragliatrici che servivano poi ad uccidere milioni tra sovietici, francesi, inglesi, americani e gli stessi ebrei! Non proprio delle figure esemplari che possono permettersi di pontificare! Anzi…
In quella situazione l’unica scelta etica era quella di rifiutarsi di collaborare e di lavorare in quella fabbrica anche a costo della propria vita.
Il cosiddetto “olocausto” è ormai solo un feticcio propagandistico di cui tutti, soprattutto i più incapaci e stupidi, approfittano per fare carriera in campo politico, sociale, mediatico, lavorativo e religioso.
Prima bugia: “Il 27 gennaio 1945 avevo 13 anni”
Falso: i Il 27 gennaio 1945, Liliana Segre aveva quasi 15 anni essendo nata il 10 settembre del 1930. Ma perché mentire sulla propria età? Perché a 13 anni si è considerati ancora dei bambini e questo rende più straziante e commovente il proprio racconto.
Seconda bugia: “Auschwitz non è stata liberata dall’Armata Rossa il 27 gennaio 1945”.
Invece è stata liberata proprio il 27 gennaio 1945, perché quel giorno le truppe sovietiche entrarono per la prima volta nel campo. Dire il contrario non è “negazionismo”?
Terza bugia: “Erano soldati russi”
Falso. Non erano soldati russi ma dell’unico esercito dell’Unione Sovietica, che comprendeva 15 repubbliche e oltre 100 tante nazionalità. Forse vuole cancellare la “memoria” storica dell’Urss?
Quarta bugia: “erano solo quattro soldati”
I soldati non erano affatto quattro (quella era una semplice avanguardia), ma l’avanguardia della 60ª Armata del Primo Fronte Ucraino, al comando del maresciallo Konev. Dire il contrario non è “negazionismo”!
Quinta bugia: “L’armata Rossa non liberò niente, perché i nazisti erano scappati già da tanti giorni”. Falso! Ci fu persino un breve scontro a fuoco con due morti e diversi feriti. I campi venivano smantellati e i nazisti fuggivano solo perché l’Armata Rossa stava sconfiggendo l’esercito tedesco e liberando tutte le zone circostanti!
Sesta bugia: “Non fui liberata dai Sovietici. Fui liberata dagli Alleati nel nord della Germania”
Falso: Liliana Segre venne liberata il 1 maggio 1945 proprio dall’Armata Rossa mentre era in marcia nel sottocampo di Malchow, parte del grade complesso concentrazionario di Ravensbrück. Ma lei usa di proposito il termine generico “Alleati” pur di nascondere il ruolo fondamentale dell’URSS. Per lo stesso motivo omette il nome del campo di concentramento di Malchow, parlando vagamente di “nord della Germania”.
Vista l’ingratitudine e la mistificazione della Segre, i soldati sovietici forse avrebbero fatto meglio a non perdere la propria vita per salvare quella di chi li avrebbe poi rinnegati.
Negare la morte di 27 milioni di sovietici non è peggio che negare la morte di 6 milioni di ebrei? Se lo spauracchio del cosiddetto negazionismo dovesse essere punito per legge come vorrebbe la Segre, i suoi compagni e tutti i neo-nazzisti del pensiero, loro sarebbero i primi a finirci dentro..
Il fatto di essere dei sopravvissuti dei campi di concentramento li trasforma in automatico in eroi o modelli da seguire? Nient’affatto, anzi spesso è il contrario.
Ci furono migliaia di ebrei che collaborarono per forza, per convenienza o per convinzione con i nazisti. La stessa Liliana Segre e centinaia di ebrei lavorarono in una fabbrica che produceva proiettili per mitragliatrici che servivano poi ad uccidere milioni tra sovietici, francesi, inglesi, americani e gli stessi ebrei! Non proprio delle figure esemplari che possono permettersi di pontificare! Anzi…
In quella situazione l’unica scelta etica era quella di rifiutarsi di collaborare e di lavorare in quella fabbrica anche a costo della propria vita.
Il cosiddetto “olocausto” è ormai solo un feticcio propagandistico di cui tutti, soprattutto i più incapaci e stupidi, approfittano per fare carriera in campo politico, sociale, mediatico, lavorativo e religioso.
Комментарии