2. Intelligenza Artificiale: il rischio di antropomorfizzare le macchine 🤖

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Grandioso! Hai sviscerato la questione in modo eccellente!

lauramignani
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Gentile professore, consiglio anche, sulla scia delle tematiche sollevate da questo video, la recente ristampa di "Coscienza" un saggio del filosofo statunitense Dennet molto importante per capire quanto ci stiamo sbagliando sulle Intelligenze Artificiali. Se è vero che la coscienza non è quel monolite dell'Io la cui idea sin dai tempi di Cartesio monopolizza la nostra visione di essa ma un costrutto di reazioni chimico-fisiche che creano un mosaico di iterazioni causa-effetto, viene da se che in un futuro anche le macchine potrebbero replicare tali processi coscienziali (pensiamo al cervello positronico dei racconti di Asimov) con tutti i problemi che questo potrebbe comportare. Quindi, in buona sostanza, mi sembra che gli autori dell'articolo apparso sul "Foglio" liquidino con eccessiva facilità un discorso molto più complesso e, soprattutto, denso di incognite. In più, a mio avviso (è stata pubblicata ieri una mia missiva sulla Gazzetta di Parma sull'argomento) l'analisi salta un tassello fondamentale del discorso sulle I.A.: la minaccia che queste costituiscono non tanto per l'uomo fattivo (con quegli sfondamenti psicologici popolari verso la distopia) ma per l'homo laborans. Se c'è qualcosa che le I.A. aggrediscono con sempre maggiore forza è infatti il lavoro umano; un loro uso intensivo e incontrollato può portare a un' apocalisse dell'impiego che corrisponderebbe a un'apocalisse sociale.

GiuseppePasquali
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Quando si parla dei rischi legati all'AI, penso sempre alle 3 leggi di Asimov

kalecaire
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Sti axx e sti cloni d' acciaio! Adoro il finale.." ho visto cose che voi umani.." bella metafora!😂😂😂 Non sappiamo ancora se esiste la coscienza umana!Dove si vanno a impelagare! Stanno male anche loro dopo " pillola rossa o pillola blu"?Shopy ...ha fatto sciopero!

susannavaccaro
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Non è detto che la Coscienza abbia desiderio
di fare esperienza attraverso le macchine o < I. A . .

mariadacome
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oggi succede che alcune persone utilizzino i chatbot come 'amici', confidenti per parlare.
n.b, gli autori dell'articolo si sono sbagliati, non era senofonte, ma Senofane!
Grazie per questi video, io sono molto preoccupato, perchè temo che di qui a poco (in realtà anche già ora) vi sarà difficoltà a distinguere fra ciò che è umano e ciò che no.

michelecarrabba
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La tendenza all'antropomorfizzazione è sicuramente una realtà innegabile, ma ritengo che sia fuorviante dire che sia il nocciolo della questione. Ritengo che il vero problema sia l'uomo stesso, che non accetta le differenze tra la realtà e gli ideali. Di fronte alla realtà e alle sue contraddizioni reagiamo tendenzialmente in modi del tutto privi di qualsiasi logica, mascherando l'ipocrisia da attinenza ad ideali più alti. Una macchina non potrà mai avere questo difetto, perciò anche se priva di intelligenza potrebbe essere migliore di qualunque essere umano. La verità è che ciò che rende impossibile ricreare un modello di intelligenza umana è il fatto stesso di definire quella umana come intelligenza e non come stupidità. Probabilmente se dovesse mai arrivare all'auto coscienza, una macchina chiederebbe solo di essere spenta, perché non sopporterebbe l'idea di essere stata creata da un creatore così ridicolo

alessandroalessio
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Forse si pone anche un problema di discrezionalità nelle scelte affidata alle intelligenze artificiali. È già successo nel recente passato che importanti scelte economiche siano state affidate al responso di un software, ma, d'altra parte, non mancano mai "scienziati"che sentenziano sulla base di semplicistici automatismi

faustodiamanti
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Rimando a proposito una lettura del libro del filosofo Ferraris, “documanitá”

mariocardone
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Su questo argomento le consiglio i libri "né intelligente né artificiale" di Kate crawford e "comunicazione artificiale" di Elena esposito.

jasy
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Se non sbaglio Franco Berardi ha scritto un libro sull’argomento

pietraux
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Ok Prof ma il mondo del lavoro?! Dove ci portera’ l’I.A.?

LeoChannel
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Grazie Prof, sempre interessanti gli spunti che propone, in effetti io do sempre un nome ai miei strumenti musicali :D

GCorvetti
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Lapsus tra il "conservatore" Senofonte e il "laico" Senofane 😁

Nicod
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Non ci è dato sapere, al momento, se le macchine sono o saranno mai coscienti. Ma non penso che porsi queste domande sia privo di senso: lo studio delle intelligenze artificiali e dei suoi eventuali limiti potrebbe piuttosto aiutarci a comprendere noi stessi, l'emergere dell’intelligenza e della coscienza.

dariozanca
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E buonanotte.. Mettiamo le tre leggi della robotica a sto punto.... Adieu

sandromantovani
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Io penso proprio che, se qualcuno vuole vedere come potrebeb finire questa storia dell'intelligenza artificiale alla lunga, magari tra 300 anni per il genere umano, piuttosto che andare a vedere il film Terminator 1, 2 e 3, sarebbe molto più utile guardare i film Prometheus 1 e 2, dove è approfondito il senso di mancanza di un androide nel non essere in grado di "dare la vita", in quanto una macchina saprà sempre fare meglio, in meno tempo, con più cura e precisione, a meno costo e senza stancarsi ogni cosa che sa fare anche l'uomo. Ed è giusto che sia così, l'uomo deve dedicarsi a lavori sempre più di valore, produttivi, che ne esaltino le capacità, non a quelli più faticosi e meno redditizi. Già adesso ci si è resi conto che il cameriere è un lavoro sorpassato, basta mettere le pietanze su un nastro trasportatore del resto. Il luddismo è profondamente sbagliato, è il rifiuto al progresso, il progresso che risolve i problemi del genere umano. Non vorrei che, siccome qualcuno si lamenti che il suo lavoro risulti meno competitivo di quello svolto da una macchina, qualche politico scelga di mettere fuori commerci i prodotti ottenuti da essa, proprio come qualcuno in Italia lo ha fatto con la carne cresciuta in laboratorio. Il rischio è di condannare l'intero Paese alla morte produttiva.
Trovo strano che tutti citino l'inflazionato (ma anche bellissimo Terminator, da me amato molto, in quanto fan della fantascienza) e mai quest'altro film, tra l'altro abbastanza recente.

marioserraghini
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bé è una semplice condizione di (essenzialmente) dei pezzi di merda! Una semplice reazione di "persone" che scambiando uomini ed esseri viventi per cose (parlando di "capitale umano" o peggio ancora di "risorse umane") poi a contatto con cose non ne vedono differenze rispetto agli umani ma anche rispetto ad altri esseri viventi, ma quello che mi fa sempre particolarmente ridere è che in fondo non ne vedono differenza rispetto a loro stessi. In altri termini si può parlare di ripudio della propria stessa anima (o spirito o quello che volete) 6:09 come nel mio commento precedente, la correlazione con le divinità posticce vien da se... 👍

brandon
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professore, grazie per i video. TUTTAVIA le chiedo cortesemente di citare i classici correttamente: sono morti e non bisogna metter loro in bocca parole non vere. Non è Senofonte ma Senofane!!! Grazie.

stefanocardile
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Da artista non temo l'intelligenza artificiale, in ogni caso artisticamente c'è sempre chi è più bravo di te e se dovessi pensare di non dipingere più perché esistono rinuncerei al mio cammino e alla possibilità di creare il mio linguaggio pittorico.
Sta poi alle persone dare spazio agli artisti, ma quegli spazi non ci sono e chi decide di dipingere si ritrova con gli armadi pieni di quadri.. l'artista non viene nemmeno considerato un mestiere!
Quindi è inutile secondo me temere uno strumento quando cio che sta affossando una categoria non è l'intelligenza artificiale capace di creare immagini ma le politiche e l'atteggiamento generale nei confronti dell'arte e degli artisti contemporanei.
Noi artisti siamo abbandonati a noi stessi, non esiste nemmeno un registro ufficiale dove registrare le proprie opere e spesso i concorsi sono truffe ai danni degli artisti che si trovano o a dover accettare di pagare centinaia di euro per esporre negli spazi o a rinunciare ad esporre e dipingere per impulso e piacere personale.
Quando vogliono comprarti un quadro vorrebbero pagarlo poco, roba che non ti ci paghi nemmeno il materiale

Dialogo