LE NUOVE SOSTANZE DI ABUSO CAMBIERANNO LA NOSTRA VITA?

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Carlo Locatelli tossicologo e Carlo Fraticelli psichiatra discutono in diretta streaming con Francesco Bollorino, editor di Psychiatry on line Italia delle nuove sostanze di abuso e delle conseguenze sulla psichiatria e sulla vita che la loro diffusione ha

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Con questa videoconferenza avete cambiato la vita pure a me, mamma di due figli in età adolescenziale.
Mi avete aperto gli occhi.
Sono cresciuta in una Italia degli anni 80 fortemente degradata. Pensavo di sapere tutto sulle droghe, frequentando la strada e la scuola. Non ci stava niente nella mia città.. credo che la maggior parte delle volte i ragazzi si drogassero semplicemente per noia. Infatti i primi che si drogavano erano anche i più svegli intellettualmente, ma la mancanza di stimoli li attanagliava. Io mi sono salvata grazie ai libri e con un po' di fortuna.
Pensavo di essere preparata nel rapporto coi miei figli. Conosco le dinamiche, so come riconoscere i segnali se qualcosa non va. Mi chiedevo come mai i miei genitori, figli del dopoguerra, non si rendessero conto del male che ci circondava e quanto fosse facile per un giovane di quel tempo cadere nel baratro.
Ora io faccio gli stessi errori dei miei genitori. Mi sono resa conto che vivo in un limbo. Non mi accorgo del mondo sotterraneo dei giovani, e dei rischi ai quali i miei figli sono quotidianamente sottoposti con queste nuove droghe di sintesi facilmente reperibili . Oggi molto piu dannose di ieri.
Un servizio giornalistico diceva che Los Angeles e San Francisco stanno diventando un mondo di zombie. Ma non pensavo che il problema ci riguardasse così da vicino.
È un problema politico. Noi tutti dobbiamo creare nei genitori più consapevolezza. Invece non se ne parla proprio. Io per lo meno non ne ero al corrente. Grazie per il vostro encomiabile lavoro di divulgazione

zzzzzzzzzzzzcla
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Il grande convitato di pietra, per quello che riguarda gli psichiatri, resta la inamovibile, generalizzata, per me inspiegabile, posizione rigidamente dogmatica sulla "180", che si dimostra ogni giorno di più inadeguata se non dannosa. Mi spiego meglio, partendo dalla realtà clinica: finita l'intossicazione in acuto si da per scontato che l'osservazione del paziente sia extra ospedaliera, ovvero, in concreto, che non vi sia osservazione. Sia in acuto, e ancora più dopo, soprattutto nei minori, non è previsto alcun intervento coattivo (nella vita di tutti i giorni sia i diretti interessati che i familiari perlo più si oppongono a essere interessati da accertamenti/trattamenti) di condizioni che, facendo il nostro lavoro coscientemente non si può non riconoscere, richiederebbero settimane di studio per valutare poi quali trattamenti eventualmente proporre. l'unico strumento legale che consenta di trattenere un paziente affetto da disturbo mentale (i tossicodipendenti rientrano nella categoria a pieno titolo) è il TSO, dispositivo ampiamente superato e, soprattutto, insufficiente, in primis perché limitato nel tempo e nello spazio al spdc. Il problema quindi non è solo di politica sanitaria, o meglio lo è in proporzione diretta alla mancanza di una seria riflessione da parte degli psichiatri sui disastri degli ultimi 40 e più anni. Detto brutalmente, è tempo di una vera riforma della psichiatria che tenga conto del mondo reale, con i suoi limiti ed incertezze, e, soprattutto, di una moltitudine di pazienti non curati, altro che antipsichiatria.

roferry
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Buongiorno, volevo chiedere una cosa : non si possono dare dei farmaci placebo a queste persone che hanno preso queste nuove droghe per poi vedere tramite tecniche di neuroimmagine che percorsi si attivano ? Si potrebbe dire a questi soggetti che prendono un potente farmaco capace di spegnere gli effetti della droga assunta e nei soggetti sensibili all' effetto placebo andare a vedere che percorsi si attivano nel loro cervello . Poi da qui cercare strade non placebo per poterli aiutare . Visto che De Benedetti ha insistito molto sulle potenzialità del placebo mi sono chiesto se poteva essere usato a scopi sperimentali per vedere se illumina meglio i percorsi di guarigione . So che la domanda è strana, perdonatemi

francescogelmini
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