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La COMICITÀ degli INFERI - intervista ad Antonio REZZA e Flavia MASTRELLA
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LA COMICITÀ DEGLI INFERI - DAVIDE SABATINO IN DIALOGO CON ANTONIO REZZA E FLAVIA MASTRELLA
L’arte autentica è dimenticata da tutti. Essa è l’assente per eccellenza. Nessuno osa più parlare della necessità di ritrovare un senso anche all’interno delle forme creative che da sempre mostrano l’unicità dell’essere umano. Questo progetto - spero sia ormai chiaro - desidera ospitare al suo interno, oltre all’importante intonazione culturale e politica, anche la meno ovvia ricerca di voci artistiche non allineate alla più o meno palese colonizzazione del pensiero unico.
Antonio Rezza e Flavia Mastrella realizzano da molti anni un teatro della “comicità degli inferi” - come dice Rezza citando Antonin Artaud - che scoperchia le scatole chiuse della cultura dominante per dissacrare la maschera perbenista di una società “falsamente democratica”. Il riso che fuoriesce dalle viscere dello spettatore che va a vedere l’opera di questi due artisti, non è un riso satirico né un riso isterico. Si potrebbe dire che è la naturale risposta psicofisica di una contestazione allegra.
Sono molto contento di essere riuscito finalmente a incontrarli, approfittandone della loro venuta a Torino, perché anche io da artista e danzatore percepisco come loro uno svuotamento del senso ancestrale del fare artistico. C’è un appiattimento, un’omologazione, un “moralismo” e una “tranquillità premeditata” che elimina ogni possibilità di sconvolgimento e quindi - in definitiva - di vera sorpresa. L’arte che piace al potere costituito non può mai essere un’arte che nasce dalla insostenibilità di un mondo che - come dice Mastrella - ha fatto della “bruttezza” il suo fondamento.
Un’altro aspetto molto raro oggigiorno nel panorama artistico contemporaneo riguarda il rapporto che intercorre fra Antonio Rezza e Flavia Mastrella, due “mentalità antitetiche” uno decisamente più anarchico e l’altra fortemente immaginativa e comunicativa. Il loro è infatti un rapporto “speculativo” - come lo chiama Rezza - che si basa sullo stupore e sulla capacità di distillare e separare ciò che è autenticamente creativo da ciò che non lo è affatto. Credo che anche solo per questo motivo il loro lavoro non può che risultare, agli occhi di molti, un lavoro politico e rivoluzionario. Di questo gli va reso onore.
Davide Sabatino
Movimento L'Indispensabile
28.02.2022
⬇️𝗜𝗡𝗙𝗢 𝗨𝗧𝗜𝗟𝗜 𝗜𝗡 𝗗𝗘𝗦𝗖𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘👁️🗨️
🌐𝗦𝗘𝗚𝗨𝗜𝗖𝗜 𝗦𝗨𝗜 𝗦𝗢𝗖𝗜𝗔𝗟
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📗 𝗟𝗜𝗕𝗥𝗜 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗖𝗢𝗟𝗟𝗔𝗡𝗔 𝗖𝗥𝗢𝗖𝗘𝗩𝗜𝗔 📚
L’arte autentica è dimenticata da tutti. Essa è l’assente per eccellenza. Nessuno osa più parlare della necessità di ritrovare un senso anche all’interno delle forme creative che da sempre mostrano l’unicità dell’essere umano. Questo progetto - spero sia ormai chiaro - desidera ospitare al suo interno, oltre all’importante intonazione culturale e politica, anche la meno ovvia ricerca di voci artistiche non allineate alla più o meno palese colonizzazione del pensiero unico.
Antonio Rezza e Flavia Mastrella realizzano da molti anni un teatro della “comicità degli inferi” - come dice Rezza citando Antonin Artaud - che scoperchia le scatole chiuse della cultura dominante per dissacrare la maschera perbenista di una società “falsamente democratica”. Il riso che fuoriesce dalle viscere dello spettatore che va a vedere l’opera di questi due artisti, non è un riso satirico né un riso isterico. Si potrebbe dire che è la naturale risposta psicofisica di una contestazione allegra.
Sono molto contento di essere riuscito finalmente a incontrarli, approfittandone della loro venuta a Torino, perché anche io da artista e danzatore percepisco come loro uno svuotamento del senso ancestrale del fare artistico. C’è un appiattimento, un’omologazione, un “moralismo” e una “tranquillità premeditata” che elimina ogni possibilità di sconvolgimento e quindi - in definitiva - di vera sorpresa. L’arte che piace al potere costituito non può mai essere un’arte che nasce dalla insostenibilità di un mondo che - come dice Mastrella - ha fatto della “bruttezza” il suo fondamento.
Un’altro aspetto molto raro oggigiorno nel panorama artistico contemporaneo riguarda il rapporto che intercorre fra Antonio Rezza e Flavia Mastrella, due “mentalità antitetiche” uno decisamente più anarchico e l’altra fortemente immaginativa e comunicativa. Il loro è infatti un rapporto “speculativo” - come lo chiama Rezza - che si basa sullo stupore e sulla capacità di distillare e separare ciò che è autenticamente creativo da ciò che non lo è affatto. Credo che anche solo per questo motivo il loro lavoro non può che risultare, agli occhi di molti, un lavoro politico e rivoluzionario. Di questo gli va reso onore.
Davide Sabatino
Movimento L'Indispensabile
28.02.2022
⬇️𝗜𝗡𝗙𝗢 𝗨𝗧𝗜𝗟𝗜 𝗜𝗡 𝗗𝗘𝗦𝗖𝗥𝗜𝗭𝗜𝗢𝗡𝗘👁️🗨️
🌐𝗦𝗘𝗚𝗨𝗜𝗖𝗜 𝗦𝗨𝗜 𝗦𝗢𝗖𝗜𝗔𝗟
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