Nanofarmaci per i tumori nei pazienti anziani (minor tossicità, miglior qualità di vita)

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Dei 370.000 nuovi casi di tumori diagnosticati ogni anno in Italia la metà colpisce pazienti con oltre 70 anni, pazienti fragili e complessi che necessitano di una attenzione particolare e strategie terapeutiche che tengano conto delle loro comorbidità e delle politerapie (la maggior parte degli anziani assume da 5 a 10 farmaci al giorno). Molto spesso a questo si aggiunge un disagio sociale e una solitudine che rendono difficile la gestione della patologia. Molto spesso si tratta di pazienti con difficoltà nutrizionali, che hanno severi effetti collaterali legati alla tossicità di un chemioterapico con somministrazione classica. Ma oggi la tecnologia, e più precisamente la nanotecnologia offre un'opportunità innovativa riuscendo a veicolare il farmaco direttamente ed esclusivamente nelle cellule tumorali con il vantaggio di poter mantenere intatto il percorso terapeutico ottimale grazie alla miglior biodisponibilità del farmaco. Questa rivoluzionaria forma di somministrazione può già essere utilizzata nel tumore al seno, al polmone e al pancreas anche con terapie di combinazione. Si riesce così ad offrire anche ai pazienti più fragili terapie efficaci, meno tossiche e che migliorano sia l'outcome sia la qualità di vita. Si è parlato di tutto questo nel corso del Convegno "Innovazione e Nanotecnologia al servizio del paziente oncologico anziano" organizzato da Celgene Italia nel corso del quale abbiamo intervistato:
Prof. Paolo Marchetti - Direttore Unità Oncologia Medica - A. O. Sant'Andrea, Roma - Professore ordinario Oncologia Medica, La Sapienza Università di Roma
Prof. Carmine Pinto - Presidente Nazionale AIOM
Federico Pantellini - Direttore Medical Affairs Oncology, Celegene
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