Il caffè nocciola

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Nella prima metà degli anni '90 dell'ultimo decennio del secolo scorso, Napoli ebbe, finalmente, a vivere un risveglio culturale, sociale, di coscienza comune, dopo anni di indolente torpore, decadenza e colpevole immobilismo, ad ogni livello. Il “G7” del 1994, l'incontro fra le sette potenze economiche mondiali dell'epoca a Napoli, rappresentò il momento catalizzatore dell'alzata di testa di Partenope, un vero e proprio big-bang socio-cultural-economico, con dirompente e duraturo effetto di cui beneficiamo tutt'oggi. E', dunque, a partire dal 1994 che Napoli comincia ad avere notorietà, lustro e pubblicità, riappropriandosi - ma il percorso è ancora lungo - del posto e del ruolo in prima fila che, per secolare storia, tradizione e cultura, indiscutibilmente le competono. E' a partire dal 1994 che Napoli è, ed era ora, al centro dell'attenzione mediatica universale, culminata con il riconoscimento del centro storico quale patrimonio UNESCO l'anno seguente. E poi Piazza del Plebiscito e Via Caracciolo restituite ai napoletani, l'agorà ed il lungomare sottratti al traffico veicolare e resi fulcro ed epicentro del vivere quotidiano, di iniziative, non più isolate, di spettacolo e cultura. E poi la pizza napoletana UNESCO, oggi, il caffè espresso napoletano UNESCO, domani (si spera). E' a partire, sempre, dal 1994 che, anche nello storico ed esclusivo mondo della caffetteria napoletana, comincia a soffiare il vento dell'iniziativa e dell'innovazione intelligenti, con lo sguardo sì rivolto al futuro ma anche sempre attento all'enorme lezione del passato. Si diffondono a macchia d'olio soluzioni alternative e originali alla classica “tazzulella e’café” per mano dei maestri caffettieri napoletani che, in breve tempo, riscuotono grande successo. Nascono i caffè speciali, i caffè gourmet napoletani: caffè nocciola, caffè nutellotto, caffè Kinder, caffè Rocher. Il primo tra questi, l'apripista di una nuova generazione di sapori e idee, è stato il caffè nocciola, oggi un classico celebre ed apprezzato addirittura dai tradizionalisti del nero infuso. Ecco la semplice e geniale ricetta: versare in un bicchiere di vetro la cremina di nocciola (una sorta di mousse preparata con pasta di nocciola, zucchero a velo e panna montata) e una tazzina di caffè espresso napoletano, bere assaporando lentamente, allontanarsi velocemente dal Bar prima che la voglia di bere un altro caffè nocciola si impadronisca dei nostri sensi. Buon caffè a tutti.

Michele Sergio
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