BREVE STORIA della VITA di GESÙ → Vol 1° cap 08-1

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Le TENTAZIONI di satana a GESÙ ed il MIRACOLO del VINO alle NOZZE di CANA

Gesù si ritira nel deserto per prepararsi alla sua missione e viene tentato da Satana.

Dopo il battesimo al Giordano Gesù si ritira in preghiera nel deserto dove il Vangelo dice testualmente che Gesù vi viene ‘condotto’ dallo Spirito Santo per essere tentato dal diavolo.
Loisy – che non crede al demonio - definisce mitico questo racconto.
Stupisce, a prima vista, l’affermazione che sia lo Spirito Santo a ‘condurre’ nel deserto Gesù che è Verbo incarnato, e ancor più il fatto che lo scopo sia quello di farlo tentare da Satana.
Potrebbe mai Satana indurre Dio in tentazione?
Ma c’è un’altra spiegazione. Come già accennato in precedenza, Gesù era Uomo-Dio, cioè uomo oltre che Dio, e possedeva in sé entrambe le nature, quella divina in quanto Verbo incarnato e quella di uomo in quanto fatto di carne nato dalla ‘carne’ di Maria.
Le due nature convivevano in lui  così da formare un tutt’uno, come la nostra anima permea e forma un tutt’uno con il nostro corpo pur non essendo essa di per se stessa ‘materia’ ma ‘spirito’.
Avevo già spiegato – tanto per capirci – che Gesù si comportava di norma come un uomo tranne che quando la divinità che era in lui reputasse manifestarsi  esternamente per i fini della missione del Verbo in terra.
Era quello il momento in cui Gesù sprigionava potenza di miracolo o in cui parlava con grande Sapienza.
E nella vita di Gesù sono tanti i momenti di ‘umanità’ e altrettanti quelli di ‘divinità’ che tuttavia non costituiscono aspetti diversi o antitetici della sua  personalità quanto piuttosto le due facce di una stessa medaglia.
Ora, delle due ‘nature’, quella che lo Spirito Santo ispira qui ad andare nel deserto non può essere che la natura di Gesù-Uomo, poichè l’altra del Verbo che era in lui non aveva certo bisogno (in quanto il Verbo è Dio come lo stesso Spirito Santo) di essere ‘ispirata’ e ‘condotta’, e neppure è immaginabile che Gesù in quanto Verbo divino dovesse o potesse essere ‘tentato’ da una sua creatura inferiore come era appunto l’angelo ribelle.
Ma perché mai Gesù-Uomo avrebbe dovuto allora essere tentato, ‘complice’ lo Spirito Santo?
E perché, poi, lo Spirito Santo avrebbe dovuto essere ‘complice’ di quelle tentazioni?
Non è Satana quello che ‘tenta’ l’uomo? Da quando in qua sarebbe Dio a farlo? E quale è il significato profondo di quella frase della preghiera del ‘Padre nostro’ dove imploriamo Dio-Padre di non ‘indurci’ in tentazione?
Quest’ultima è una frase che ha destato non poche perplessità tanto che aveva una volta ‘indotto nella tentazione’ anche qualcuno della Gerarchia ecclesiastica per cambiarla rendendola più comprensibile.
Essa va dunque bene interpretata, non nel senso di chiedere al Padre di non indurci in tentazione come fa Satana, il che sarebbe un assurdo, ma di non permettere che le tentazioni di Satana e del mondo alle quali possiamo essere posti di fronte risultino superiori alle nostre forze e ci facciano cadere nonostante la nostra buona volontà di resistere.
In un certo senso però si potrebbe anche - sia pur impropriamente - parlare di una ‘tentazione’ da parte di Dio anche se le tentazioni vengono solo da Satana.
In realtà si tratta di due ‘tentazioni’ diverse: quelle di Satana hanno lo scopo di far cadere l’uomo per dannarlo, quelle invece che Dio permette sono al contrario ‘prove’ di vita che egli consente o che ci mette di fronte, proporzionate alle forze di ogni singolo uomo, e che hanno lo scopo di aiutarlo a crescere spiritualmente ed a guadagnarsi maggior merito in Cielo dopo averle superate.
Gesù – nella sua parte umana - doveva essere ‘tentato’ perché anch’egli doveva essere sottoposto alla Legge della Prova, che è una delle Leggi che reggono la Creazione.
Furono sottoposti a prova gli angeli che, con Lucifero, si divisero poi in angeli di Luce e in angeli di Tenebre, i primi venendo ammessi alla gloria del Paradiso, i secondi all’Inferno.
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