Il Politecnico contro la violenza | Focus sul linguaggio inclusivo

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L'occasione è quella della giornata contro la violenza sulle donne, ma tra i temi brevemente accennati nel video, c'è quello del linguaggio inclusivo; e nonostante ciò, la mancanza di un riferimento anche alle persone che non si identificano in una visione binaria del genere sessuale, nonostante si possa dire che essi siano una minoranza ancor più discriminata delle donne, è qualcosa su cui riflettere. Secondariamente, quali misure, concretamente, intendete attuare per aumentare la rappresentanza delle donne nell'ateneo?

robertochighine
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Inizio con il dire che questo tipo di iniziative portano più conflitto che armonia. Perché?

-Presuppone che le persone che agiscono nel modo indicato non causino violenze (almeno di genere). Dubito che sia vero perché se queste fossero davvero le basi per la violenza di genere allora tutte le persone che si comportano in questo modo non arriverebbero a "stadi" più avanzati di violenza. Non mi servono studi o ricerche per vedere il problema. Puoi benissimo fare violenza pure con la massima promozione di questi valori, anzi, il rischio è che siano questi valori stessi promotori di violenze (radicalizzazione).
Inoltre penso che le persone che cerchino di impiantare le proprie idee nella testa degli altri dovrebbero guardare un po' indietro nel passato e vedere cosa succede quando si fa. Uno dei miei principi è di tenere le mie idee per me stesso, e di non fare propaganda. Non cerco di convertire persone al mio credo, alla mia ideologia.


-Non mi piacciono le persone che parlano di moralità e non mi piace parlare di moralità (questo è un discorso morale se è più dannoso che utile). Preferisco parlare di utilità.
E' utile che il "femminicidio" (termine penosamente sovrautilizzato) sia un argomento così discusso quando in Italia ci sono circa 300 morti annuali (200 uomini e 100 donne più o meno) per omicidio, i quali sono fra UN QUINTO e UN DECIMO (dipende dall'annata ma comunque in sempre in decrescita dal 1991 circa) rispetto agli anni Novanta (e la mafia faceva più morti, vero, ma non abbastanza da spiegare la differenza). 300 morti all'anno sono lo della popolazione italiana. Sinceramente, se qualcuno vi sembra pericoloso e evitate di parlagli, è altamente improbabile che vi accada qualcosa (sì le notizie danno l'impressione che ci siano ondate di omicidi in modo che la gente provi emozioni ---> interesse nel "comprare" le notizie ---> soldi per chi produce le notizie). Ci sono molte altre cause di morte che mietono molte più vittime.
E' utile che se ne parli così tanto? A voi la conclusione.
La mia conclusione e che se il Politecnico e la società hanno davvero intenzione di di sradicare gli stereotipi potreste incominciare dal vostro stereotipo riguardo la violenza.

--Un'altra mia idea è che le parole non feriscono ma le botte sì. In che senso? Noi umani abbiamo la capacità di interpretare le parole e di farci male da soli con esse. Non sono le parole che ci feriscono, è l'importanza che diamo alle parole di qualcun altro a ferirci. Perciò la violenza psicologica è puramente soggettiva e io posso dire che mi sento offeso quando sento la parola "aeroplano" oppure quando sento le parole etc..." . E' accettato che noi ci sentiamo arrabbiati nella seconda opzione, ma non è utile che lo siamo. Puoi allontanarti da quella persona senza provare rancore. Quello è utile. Se pensate che una persona abbia idee (e non vi piacciono davvero tanto) io vi consiglierei di allontanarvi da quella persona. Ogni tanto è costoso farlo (es. se è il vostro capo), ma non è questo il punto. Il punto è che non possiamo permetterci di sentirci arrabbiati/oltraggiati se qualcuno esprime idee diverse dalle nostre. Tutte le persone hanno idee diverse dalle nostre, anche "moralmente" molto sbagliate. Volete fare una lotta contro tutti? Buona fortuna! Volete che NESSUNO vi dica cosa pensa veramente e che ci sia una polizia del pensiero? Volete avere paura di cosa qualcun altro vuole dire di voi? Io no di certo!
Sì, penso che la libertà di parola debba essere estesa alla libertà di "offendere" con la parola (ricordando che siamo noi che interpretiamo le parole a offenderci), MA penso che dovrebbe essere un strada da percorrere gradualmente in modo da non provocare traumi (e penso che vadano considerate eccezioni comunque).
Riguardo alle botte. Quelle fanno sempre male.

In breve, sono quasi totalmente in disaccordo con iniziative di questo tipo. Ci sono poche eccezioni rispetto a quello che fate cui sono d'accordo, ma è utile che ci sia un dialogo fra parti opposte in modo da raggiungere un equilibrio.
Perché ho scritto questo commento? Perché ci devono essere persone a fermare questa "diffusione forzata" di idee, in quanto se ci sono solo persone che spingono da un lato per qualcosa si rischia che l'ago della bilancia non stia più in centro e che le persone accettino idee e le supportino senza sapere il perché.
Io non voglio vivere fra persone che accettano idee solo perché sono di moda. Facendo un'analogia con un libro di un economista: quando uno stock (azione) è pubblicamente reputato in crescita, vuole dire che quello stock ha superato già il suo valore effettivo (analogia ago bilancia). Il recente femminismo è lo stock, è di moda, e perciò il femminismo è sopravvalutato.

Federico Marchetti, s273570

federicomarchetti