Margherita di Savoia, prima first lady dell’Italia unita di Hind Jallal

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Margherita di Savoia, prima first lady dell’Italia unita di Hind Jallal dell'Istituto tecnico Innocenzo Manzetti 5° B AFM
Fu la prima first lady del Regno d’Italia, lanciò nuove mode come una influencer ante litteram e si guadagnò un posto
d’onore nell’immaginario popolare, tanto
che il suo nome è ancora oggi legato al
piatto italiano più famoso al mondo:la
pizza margherita. Regina d’Italia al
fianco di Umberto I dal 1878 al 1900,Margherita di Savoia divenne una delle icone più rappresentative e amate della monarchia sabauda. Le ragioni di tanto
s u c c e s s o ? U n ’ i n e g u a g l i a b i l e “professionalità” nel gestire la propria immagine e un talento naturale nelle pubbliche relazioni.
JOINT VENTURE DINASTICA.
Quando aveva 10
anni, l’illustre zio divenne il primo re
d’Italia, e presto si pose il problema di
trovare una sposa adatta al giovane erede
al trono, Umberto. «Dopo vari
tentennamenti, la scelta cadde sulla
principessa Matilde d’asburgo-teschen,ma a pochi mesi dalla cerimonia la
promessa sposa morì in un incendio. Fu allora che entrò in scena Margherita, cugina di Umberto, ritenuta la moglie “giusta” perché già educata secondo le consuetudini di casa Savoia».Al di là delle apparenze, però, il
loro non fu un matrimonio d’amore, ma una joint venture dinastica. Donnaiolo impenitente, Umberto tradì
spesso la moglie e rimase per tutta la vita innamorato della contessa Eugenia Bolognini Litta Visconti,rischiando di gettare un’ombra sull’immagine della famiglia reale. Margherita imparò tuttavia a tollerare le
intemperanze del consorte, costruendo con lui un’intesa quasi fraterna, e arrivò a permettere alla rivale di vegliare la salma del marito, dopo la sua morte. Ma anche lei ebbe un flirt extraconiugale tollerato da
Umberto: si innamorò (forse) del barone Luigi Beck Peccoz,il nobile di Gressoney Saint Jean che ospitò la
regina a casa sua innumerevoli volte prima della costruzione del castello, con cui costruì un’intensa sintonia negli ultimi anni della permanenza sul trono.
PERFEZIONISTA.
Sentimenti a parte,la giovane principessa si gettò subito anima e corpo nel ruolo di “prima dama d’italia”,accattivandosi sia le simpatie degli aristocratici sia quelle dei futuri sudditi. Come? Curò con estrema attenzione la sua immagine pubblica in modo da non apparire mai fuori luogo. «Prima di ogni viaggio ufficiale, si informava sulle usanze delle donne del popolo, vestendosi come loro e iniziando così un
processo che porterà in seguito tutte le italiane a identificarsi in lei», afferma l’esperto. «Alla vigilia del trasloco a Napoli,dove i neosposi si trasferirono subito dopo il matrimonio, volendo mostrarsi radicata nelle
tradizioni partenopee arrivò persino a prendere lezioni di mandolino, imparando alcune canzoni napoletane». Se per piacere alla gente comune partecipava a feste e raduni o presenziava a iniziative di carità, per
conquistare gli aristocratici organizzava balli, concerti e letture, sfruttando gli eventi mondani per radicare il consenso attorno alla dinastia regnante.E non fu certo un compito facile: a Napoli, parte dell’aristocrazia era
ancora filo-borbonica e a Roma, solo nel 1870 annessa al Regno d’italia,la cosiddetta “nobiltà nera” rimaneva fedele al Papa. Per vincere ogni diffidenza la principessa ricorse a un mix di diplomazia e charme,
mostrando innate doti da comunicatrice, e costruì una fitta rete di relazioni. Alla fine, l’“operazione popolarità” riuscì alla perfezione e dopo l’ascesa al trono di Umberto, nel 1878,la fama della nuova regina
non fece che crescere. Durante una visita dei reali a Napoli, Raffaele Esposito inventò la pizza “tricolore” e la chiamò Margherita
TUTTI PAZZI PER LEI.«Da sempre appassionata di abiti e gioielli, per cui spendeva cifre immense, la regina divenne infatti un’icona di stile, tanto che una delle prime riviste di moda del Paese si chiamerà in suo onore Margherita, il giornale delle signore italiane». Nel frattempo le venne intitolato un po’ di tutto, da nuove pietanze a rifugi alpini. In altri casi, invece, era lei stessa a importare usanze divenute poi patrimonio collettivo, come quella
dell’albero di Natale,allestito da Margherita per la prima volta nelle sale del Quirinale a imitazione di quanto avveniva nelle corti nordeuropee. A differenza del marito, per nulla interessato alla cultura e spesso
impacciato nei rapporti personali, la regina dimostrò inoltre un’innata curiosità verso molte discipline, dalla musica classica alla letteratura, passando per la scienza e lo spiritismo.Le porte del suo salotto si aprirono quindi a poeti, intellettuali e musicisti, che ricambiarono le attenzioni di sua maestà con lodi piene di retorica.Persino un fervido repubblicano come Giosuè Carducci rimase affascinato da quella che definì la bionda e gemmata sovrana e le dedicò un’ode intitolata Alla regina d’italia (1878), che gli attirò critiche feroci negli ambienti anti-monarchici.Con alcuni dei suoi ammiratori, tra cui lo stesso grande poeta toscano Carducci.
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