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L’Odio è più Generoso! - Counseling Filosofico e Reiki Monza

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L’Odio è più Generoso! - Counseling Filosofico e Reiki Monza
Nel Vangelo leggiamo: “ama il prossimo tuo come te stesso” ma credo che nessuno di noi sia in grado di amare otto miliardi di persone in egual misura di se stessi, quindi risulta chiaro il sottinteso “non odiare nessuno” il quale è, invero, meno pretenzioso.
Credo che nessuno sia in grado di amare la propria madre o un proprio figlio tanto quanto uno sconosciuto giapponese che, magari, sta morendo in questo stesso momento da qualche parte del globo terrestre e, a dire il vero, a pensarci bene, mentre sto scrivendo, stanno passando a miglior vita (o peggiore, chi lo sa) centinaia di italiani i quali, con il loro decesso, di cui non sono per nulla consapevole, non mi procurano alcun dolore.
E’ normale, poiché anche se ne fossi a conoscenza le mie difese naturali sarebbero chiamate all’opera per difendermi dagli eccessi di dolore.
L’amore è perciò circoscritto, ben direzionato su quei pochi elementi che ci permettono di essere coinvolti senza doverci straziare l’animo.
Ma che ne è dell’odio?
Se è vero che non posso provare amore per una categoria intera di persone, poiché non posso amare tutti gli italiani, tutti i malati o tutti gli indiani, potrei, al contrario, essere contaminato da chi vorrebbe che odiassi tutti i negri, tutti gli ebrei, tutti gli islamici o tutti gli juventini, senza distinzione alcuna.
Nell’era fascista lo slogan “che Dio stramaledica gli inglesi” riecheggiava nelle strade e nelle trasmissioni radiofoniche, e non vi era, per i fondamentalisti neri, un solo ebreo meritevole di essere salvato.
Per Martin Luther King non tutti i negri erano buoni, per Gandhi non lo erano tutti gli indiani e, perfino per Gesù Cristo, non lo erano tutti gli esseri umani, tanto che offese a più riprese scribi, farisei, sacerdoti e mercanti del tempio.
Ma per il razzista non c’è salvezza per nessuno poiché il colore della pelle è già una sentenza sufficiente senza possibilità di appello, indipendentemente dal fatto di trovarsi di fronte ad un uomo buono o cattivo.
L’amore isola, crea selezione, poiché è davvero impossibile riuscire ad amare tutti allo stesso modo, mentre l’odio può diventare crudelmente collettivo e far provare lo stesso malevolo sentimento verso intere categorie.
L’odio verso un nemico unisce i popoli e accende il loro ardore creando un fuoco interiore bellicoso allo scopo di incendiare tutti coloro (nessuno escluso) che sono stati etichettati in un modo o in un altro.
Da ciò si deduce che l’odio è molto più “generoso” dell’amore nel diffondere se stesso.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico con natyan
natyan
Nel Vangelo leggiamo: “ama il prossimo tuo come te stesso” ma credo che nessuno di noi sia in grado di amare otto miliardi di persone in egual misura di se stessi, quindi risulta chiaro il sottinteso “non odiare nessuno” il quale è, invero, meno pretenzioso.
Credo che nessuno sia in grado di amare la propria madre o un proprio figlio tanto quanto uno sconosciuto giapponese che, magari, sta morendo in questo stesso momento da qualche parte del globo terrestre e, a dire il vero, a pensarci bene, mentre sto scrivendo, stanno passando a miglior vita (o peggiore, chi lo sa) centinaia di italiani i quali, con il loro decesso, di cui non sono per nulla consapevole, non mi procurano alcun dolore.
E’ normale, poiché anche se ne fossi a conoscenza le mie difese naturali sarebbero chiamate all’opera per difendermi dagli eccessi di dolore.
L’amore è perciò circoscritto, ben direzionato su quei pochi elementi che ci permettono di essere coinvolti senza doverci straziare l’animo.
Ma che ne è dell’odio?
Se è vero che non posso provare amore per una categoria intera di persone, poiché non posso amare tutti gli italiani, tutti i malati o tutti gli indiani, potrei, al contrario, essere contaminato da chi vorrebbe che odiassi tutti i negri, tutti gli ebrei, tutti gli islamici o tutti gli juventini, senza distinzione alcuna.
Nell’era fascista lo slogan “che Dio stramaledica gli inglesi” riecheggiava nelle strade e nelle trasmissioni radiofoniche, e non vi era, per i fondamentalisti neri, un solo ebreo meritevole di essere salvato.
Per Martin Luther King non tutti i negri erano buoni, per Gandhi non lo erano tutti gli indiani e, perfino per Gesù Cristo, non lo erano tutti gli esseri umani, tanto che offese a più riprese scribi, farisei, sacerdoti e mercanti del tempio.
Ma per il razzista non c’è salvezza per nessuno poiché il colore della pelle è già una sentenza sufficiente senza possibilità di appello, indipendentemente dal fatto di trovarsi di fronte ad un uomo buono o cattivo.
L’amore isola, crea selezione, poiché è davvero impossibile riuscire ad amare tutti allo stesso modo, mentre l’odio può diventare crudelmente collettivo e far provare lo stesso malevolo sentimento verso intere categorie.
L’odio verso un nemico unisce i popoli e accende il loro ardore creando un fuoco interiore bellicoso allo scopo di incendiare tutti coloro (nessuno escluso) che sono stati etichettati in un modo o in un altro.
Da ciò si deduce che l’odio è molto più “generoso” dell’amore nel diffondere se stesso.
Tratto dal Corso: Counseling Filosofico con natyan
natyan
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