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FRANK CAPRIO - MAI LASCIARE ANDARE LA SPERANZA

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Negli USA parte del welfare, ossia i sostegni garantiti a fasce bisognose della popolazione secondo criteri di solidarietà sociale, è gestito e finanziato non solo a livello federale ma anche statale e, più sotto, locale. Tra i principali programmi di assistenza ci sono le riforme introdotte durante l’amministrazione Johnson con la legislazione conosciuta come The Great Society Program e l’AFDC (Aid to Families and Dependent Children) poi riformato durante l’amministrazione Clinton (Temporary Assistance for Needy Families, TANF): sostanzialmente una forma di sostegno ai nuclei famigliari in difficoltà (solitamente ragazze madri) ma dalla durata limitata nel tempo.
Coloro che hanno accesso all’assistenza sociale sono infatti poveri che provengono da famiglie “anomale”: spesso madri, in genere comunque donne, che si trovano a dover crescere adolescenti anche frutto di differenti relazioni. Spesso (ma non solo) il gruppo etnico che rientra in questa doppia condizione (povertà e disgregazione della famiglia “tradizionale”) è quello degli afroamericani. Tipico delle città statunitensi è presentare localmente un tessuto culturale omogeneo che risulta essere il frutto della forte prevalenza, in taluni distretti, di specifici gruppi etnici prima ancora che sociali. Così a New York, ad esempio, il borough del Bronx (uno dei cinque in cui è divisa amministrativamente NYC e che si trova a nord di Manhattan) ma anche East Harlem (il quartiere settentrionale di Manhattan e che confina col Bronx - nel South Bronx un residente su tre vive sotto la soglia di povertà) è abitato in larga parte da ispanici e neri.
In questi contesti la famiglia è spesso un istituto “anomalo” e allargato (household) dove è presente un solo adulto e diversi minori, spesso esposti sotto influenza negativa dei coetanei e a rischio drop-out (l’abbandono scolastico). Sovente i padri, più che assenti, sono out of picture (senza una residenza conosciuta), situazione questa - bisogna aggiungere - che rappresenta il presupposto più facile perché una madre ottenga i sussidi.
È all’interno di queste realtà che si inseriscono i servizi sociali americani il cui compito principale è quello di proteggere i minori da situazioni di degrado o abuso. Nel child welfare system, articolato in diverse strutture e gestito da agenzie direttamente dipendenti dal comune, nella città di NY, prende il nome di Administration of Children Services (ACS). Qui il compito dell’ACS è quello di procedere con le segnalazioni, l’investigazione e la protezione dei minori. Uno degli aspetti più importanti da essa espletati è la selezione delle famiglie per la custodia temporanea nelle quali i minori rimossi vengono collocati (foster care): infatti, la soluzione consueta (anche se negli ultimi anni fortemente messa in discussione) per la tutela dei minori è quello di collocarli in affidamento temporaneo nell’attesa che la situazione famigliare migliori. Il compito di valutare i child abuse e neglect (negligenza) spetta, viceversa, alle Family Courts (la Corte di Famiglia) le quali, attraverso un Ufficiale di Probatoria (Probation Officer), contattano i servizi sociali del luogo i quali possono affidare l’adolescente a un periodo di counseling.
Va però ricordato che il compito di riportare casi sospetti non è del solo personale incaricato dalle istituzioni bensì anche da operatori quali forze di polizia, medici o personale scolastico. E questo è anche uno dei motivi per i quali la probabilità di finire in affidamento per un bambino di colore è doppia rispetto a ragazzi di altre etnie. È indubbio che esiste una forma di pregiudizio prevalente il quale non è capace di guardare al di là di un modello famigliare che non sia quello culturalmente radicato e rappresentativo dalla classe media bianca - distante anni luce da strutture e forme discordanti come quello espresso da una madre single, perché ritenuto inadatto e inadeguato a gestire l’ambito famigliare. Ancora, non è infrequente che un direttore scolastico di un istituto dell'Upper East Side dinanzi a circostanze in cui è tenuto a segnalare la situazione ai servizi sociali contatti viceversa la famiglia stessa la quale, eventualmente, si tutelerà attraverso l’intermediazione e patrocinio dei propri avvocati interpolando così tra la propria vita privata e le istituzioni una garanzia legale. Questo in una scuola pubblica non accade.
Ulteriore aspetto doloroso è il processo di ricongiungimento - regolato per legge – con i propri figli. Riavere i figli dal foster care è a volte un processo lungo e doloroso che certamente non facilita le famiglie con un basso livello di istruzione, problemi di tossicodipendenza, violenze domestiche, condizione di senza fissa dimora. La pacificazione tra comunità ai margini e un sistema di assistenza e tutela che si muove in bilico tra protezione e prevaricazione è ancora lontana.
Francesco “Frank” Caprio (1936), figlio di immigrati italiani, è giudice del tribunale municipale di Providence (RI).
Coloro che hanno accesso all’assistenza sociale sono infatti poveri che provengono da famiglie “anomale”: spesso madri, in genere comunque donne, che si trovano a dover crescere adolescenti anche frutto di differenti relazioni. Spesso (ma non solo) il gruppo etnico che rientra in questa doppia condizione (povertà e disgregazione della famiglia “tradizionale”) è quello degli afroamericani. Tipico delle città statunitensi è presentare localmente un tessuto culturale omogeneo che risulta essere il frutto della forte prevalenza, in taluni distretti, di specifici gruppi etnici prima ancora che sociali. Così a New York, ad esempio, il borough del Bronx (uno dei cinque in cui è divisa amministrativamente NYC e che si trova a nord di Manhattan) ma anche East Harlem (il quartiere settentrionale di Manhattan e che confina col Bronx - nel South Bronx un residente su tre vive sotto la soglia di povertà) è abitato in larga parte da ispanici e neri.
In questi contesti la famiglia è spesso un istituto “anomalo” e allargato (household) dove è presente un solo adulto e diversi minori, spesso esposti sotto influenza negativa dei coetanei e a rischio drop-out (l’abbandono scolastico). Sovente i padri, più che assenti, sono out of picture (senza una residenza conosciuta), situazione questa - bisogna aggiungere - che rappresenta il presupposto più facile perché una madre ottenga i sussidi.
È all’interno di queste realtà che si inseriscono i servizi sociali americani il cui compito principale è quello di proteggere i minori da situazioni di degrado o abuso. Nel child welfare system, articolato in diverse strutture e gestito da agenzie direttamente dipendenti dal comune, nella città di NY, prende il nome di Administration of Children Services (ACS). Qui il compito dell’ACS è quello di procedere con le segnalazioni, l’investigazione e la protezione dei minori. Uno degli aspetti più importanti da essa espletati è la selezione delle famiglie per la custodia temporanea nelle quali i minori rimossi vengono collocati (foster care): infatti, la soluzione consueta (anche se negli ultimi anni fortemente messa in discussione) per la tutela dei minori è quello di collocarli in affidamento temporaneo nell’attesa che la situazione famigliare migliori. Il compito di valutare i child abuse e neglect (negligenza) spetta, viceversa, alle Family Courts (la Corte di Famiglia) le quali, attraverso un Ufficiale di Probatoria (Probation Officer), contattano i servizi sociali del luogo i quali possono affidare l’adolescente a un periodo di counseling.
Va però ricordato che il compito di riportare casi sospetti non è del solo personale incaricato dalle istituzioni bensì anche da operatori quali forze di polizia, medici o personale scolastico. E questo è anche uno dei motivi per i quali la probabilità di finire in affidamento per un bambino di colore è doppia rispetto a ragazzi di altre etnie. È indubbio che esiste una forma di pregiudizio prevalente il quale non è capace di guardare al di là di un modello famigliare che non sia quello culturalmente radicato e rappresentativo dalla classe media bianca - distante anni luce da strutture e forme discordanti come quello espresso da una madre single, perché ritenuto inadatto e inadeguato a gestire l’ambito famigliare. Ancora, non è infrequente che un direttore scolastico di un istituto dell'Upper East Side dinanzi a circostanze in cui è tenuto a segnalare la situazione ai servizi sociali contatti viceversa la famiglia stessa la quale, eventualmente, si tutelerà attraverso l’intermediazione e patrocinio dei propri avvocati interpolando così tra la propria vita privata e le istituzioni una garanzia legale. Questo in una scuola pubblica non accade.
Ulteriore aspetto doloroso è il processo di ricongiungimento - regolato per legge – con i propri figli. Riavere i figli dal foster care è a volte un processo lungo e doloroso che certamente non facilita le famiglie con un basso livello di istruzione, problemi di tossicodipendenza, violenze domestiche, condizione di senza fissa dimora. La pacificazione tra comunità ai margini e un sistema di assistenza e tutela che si muove in bilico tra protezione e prevaricazione è ancora lontana.
Francesco “Frank” Caprio (1936), figlio di immigrati italiani, è giudice del tribunale municipale di Providence (RI).