Omeopatia, Fitoterapia e Allopatia a confronto

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La primissima differenza da spiegare è che la fitoterapia e l’allopatia funzionano in modo ponderale, ovvero in qualsiasi rimedio fitoterapico o allopatico che usate c’è sempre del principio attivo standardizzato (nel caso della fitoterapia) o la molecola in una quantità biologicamente attiva. Il rimedio omeopatico invece se lo guardiamo da un punto di vista ponderale è veramente acqua fresca, placebo, uno zuccherino e niente di più. Eppure però funziona e a volte meglio della pastiglia con principio attivo, senza dare effetti collaterali e impedendo ricadute (quando la patologia lo prevede).
Mentre l’obbiettivo del farmaco è correggere o modificare una funzione biologica (ad esempio di un enzima o di un recettore), il rimedio omeopatico lavora a un livello più globale nell’individio, cioè tende a riportare in equilibrio il corpo e la psiche insieme.
Difatti durante una visita l’omeopata tratta la persona nella sua interezza, cercando di trovare la costituzione e la diatesi del paziente per poi prescrivergli il rimedio o i rimedi adatti a seconda che sia unicista o no. E’ la comprensione del malato nella sua globalità che distingue la medicina omeopatica da quella chimico-farmacologica, poichè questa spesso e volentieri divide il malato in organi, tessuti, cellule, funzioni, valori di laboratorio, dimenticando che “l’intero è molto più della somma delle singole parti”. E’ chiaro però che bisogna sempre mantenere il buonsenso: se ho uno schock anafilattico dovuto per esempio a un allergia devo farmi la fiala di adrenalina o correre al pronto soccorso; se ho la febbre a 40 e devo tenere un’importante un importante incontro di lavoro senza avere il tempo di riposare, devo riccorrere al paracetamolo o all’antibiotico; così come davanti a una disgrazie e si ha difficoltà a dormire un antidepressivo può aiutare chiunque a passare il brutto momento aspettando il tempo di elaborare razionalmente il momento difficile . Quello che voglio dire è che nell’urgenza, nella circostanzialità nessuno può negare l’importanza del farmaco, ma ci sono situazioni in cui se il malessere (sia fisico che psichico) si protrae nel tempo si cade nella cronicità e quindi aumentano le possibilità di incorrere in effetti collaterali, fenomeni di dipendenza e tutto ciò che è legato ai meccanismi del farmaco devono essere presi in considerazione.
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