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Quali sono i fattori che ci fanno fare la differenza? | Filippo Ongaro & Sebastiano Zanolli
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Che cosa provi quando fai le cose per bene?
Che emozione provi quando contribuisci alla vita degli altri?
Che sensazione hai quando riesci a fare la differenza nel tuo lavoro o nelle relazioni?
È una sensazione di grande piacere! Eppure quasi sempre i nostri comportamenti vanno nella direzione opposta, perché? E sopratutto: come fai a fare la differenza?
#vivereapieno #crescitapersonale #crescere
Non esiste dal mio punto di vista essere umano che non percepisca un grande piacere, un grande senso di soddisfazione quando fa le cose bene. Tantissimi esseri umani, tutti noi, spesso facciamo le cose molto male, ma è estremamente difficile che qualcuno percepisca un senso di soddisfazione dall'aver fatto le cose male. Tutti vorremmo in qualche modo poter fare la differenza. La maggior parte di noi desidera profondamente avere un impatto positivo sulla vita degli altri, sul mondo, ma semplicemente non conosce le variabili su cui lavorare per riuscire a fare questo.
Siamo spesso abituati a guardare quelle persone che definiamo persone di successo cioè persone che riescono ad avere un impatto positivo sulla vita degli altri e sulla propria, come dei risultati di fortuna, talento, situazioni fortuite, non come il risultato programmato di un approccio alla vita, invece la storia di ognuno di queste persone è una storia fatta di metodo, fatto di sacrifici, di crescita, di comprensione progressiva, In questo video ho voluto chiedere a una persona che da tanti anni parla della grande differenza, di come fare la grande differenza nella propria vita, nell'economia, nel mercato, nelle aziende, perché poi la nostra vita non avviene in una bolla isolata, la nostra vita finisce col contribuire direttamente alla realtà della società in cui viviamo, alle aziende in cui lavoriamo: Sebastiano Zanolli.
Il primo punto è tener conto degli altri. Tener conto degli altri vuol dire che ci sono più prospettive da cui guardare la stessa cosa. Questo si contrappone alla nostra propensione a dividere tutto in bianco e nero, in alto e basso, in giusto e sbagliato. Dividere allontana e crea meno opportunità di portare a casa i risultati che noi vogliamo. Il secondo punto è quello relativo però al fatto che non c'è un solo tipo di successo, non c'è una sola metrica per valutare il successo. Definire esattamente ciò che sta a cuore a noi, ciò che noi vogliamo diventa fondamentale. Questo potrebbe anche essere diverso da quello che vogliono gli altri. Il terzo punto è quello dell'accettare le cose che non riusciamo a cambiare e qui mi rifaccio a Viktor Frankl per esempio, un grande psicologo che diceva che l'importante è essere all'altezza della vita che ci capita, della vita che ci viene riservata, e non necessariamente tentare di cambiare tutto, soprattutto ciò che non possiamo cambiare. Il quarto punto per me è riferito all'equilibrio dinamico che va mantenuto. La metafora che uso in questi casi è la persona che fa snowboard o che fa surf; agli occhi di un esterno sembra che sia in un perfetto equilibrio statico, in verità lui sa o lei sa quanta difficoltà sta facendo per mantenersi in quella posizione, mettendo e sistemando tutte quante le varie forze, le varie tensioni che arrivano a tutti quanti i punti, quindi tener conto che la strada verso la gran differenza è costellata di un continuo controllo, un continuo feedback, è un continuo mantenimento degli equilibri che non è probabilmente facile ma che è esattamente l'unica cosa da fare. In questo senso, e questo è quinto punto, gli ostacoli rappresentano la benzina per poter condurre un'esistenza che porti a fare la differenza. Non esiste la possibilità di arrivare a fare qualcosa a cui teniamo se non superiamo ostacoli. In questo senso direi che l'ostacolo è esattamente la via, anche se costa ammetterlo e anche se può sembrare contro intuitivo. L'ultimo punto che mi terrei per chiudere questa breve carrellata è quello che il fallimento può capitare, non è augurabile, non credo alle teorie che dicono che il fallimento sia salutare, di solito il fallimento costa, però quando ti capita devi cercare di farne cosa. Settimo puno, avere un piano di riserva, proprio nel caso in cui le cose vadano male.
Tutto parte dal mondo interiore. A volte gli eventi non si possono cambiare, ma le nostre interpretazioni interne si possono sempre modificare.
Che emozione provi quando contribuisci alla vita degli altri?
Che sensazione hai quando riesci a fare la differenza nel tuo lavoro o nelle relazioni?
È una sensazione di grande piacere! Eppure quasi sempre i nostri comportamenti vanno nella direzione opposta, perché? E sopratutto: come fai a fare la differenza?
#vivereapieno #crescitapersonale #crescere
Non esiste dal mio punto di vista essere umano che non percepisca un grande piacere, un grande senso di soddisfazione quando fa le cose bene. Tantissimi esseri umani, tutti noi, spesso facciamo le cose molto male, ma è estremamente difficile che qualcuno percepisca un senso di soddisfazione dall'aver fatto le cose male. Tutti vorremmo in qualche modo poter fare la differenza. La maggior parte di noi desidera profondamente avere un impatto positivo sulla vita degli altri, sul mondo, ma semplicemente non conosce le variabili su cui lavorare per riuscire a fare questo.
Siamo spesso abituati a guardare quelle persone che definiamo persone di successo cioè persone che riescono ad avere un impatto positivo sulla vita degli altri e sulla propria, come dei risultati di fortuna, talento, situazioni fortuite, non come il risultato programmato di un approccio alla vita, invece la storia di ognuno di queste persone è una storia fatta di metodo, fatto di sacrifici, di crescita, di comprensione progressiva, In questo video ho voluto chiedere a una persona che da tanti anni parla della grande differenza, di come fare la grande differenza nella propria vita, nell'economia, nel mercato, nelle aziende, perché poi la nostra vita non avviene in una bolla isolata, la nostra vita finisce col contribuire direttamente alla realtà della società in cui viviamo, alle aziende in cui lavoriamo: Sebastiano Zanolli.
Il primo punto è tener conto degli altri. Tener conto degli altri vuol dire che ci sono più prospettive da cui guardare la stessa cosa. Questo si contrappone alla nostra propensione a dividere tutto in bianco e nero, in alto e basso, in giusto e sbagliato. Dividere allontana e crea meno opportunità di portare a casa i risultati che noi vogliamo. Il secondo punto è quello relativo però al fatto che non c'è un solo tipo di successo, non c'è una sola metrica per valutare il successo. Definire esattamente ciò che sta a cuore a noi, ciò che noi vogliamo diventa fondamentale. Questo potrebbe anche essere diverso da quello che vogliono gli altri. Il terzo punto è quello dell'accettare le cose che non riusciamo a cambiare e qui mi rifaccio a Viktor Frankl per esempio, un grande psicologo che diceva che l'importante è essere all'altezza della vita che ci capita, della vita che ci viene riservata, e non necessariamente tentare di cambiare tutto, soprattutto ciò che non possiamo cambiare. Il quarto punto per me è riferito all'equilibrio dinamico che va mantenuto. La metafora che uso in questi casi è la persona che fa snowboard o che fa surf; agli occhi di un esterno sembra che sia in un perfetto equilibrio statico, in verità lui sa o lei sa quanta difficoltà sta facendo per mantenersi in quella posizione, mettendo e sistemando tutte quante le varie forze, le varie tensioni che arrivano a tutti quanti i punti, quindi tener conto che la strada verso la gran differenza è costellata di un continuo controllo, un continuo feedback, è un continuo mantenimento degli equilibri che non è probabilmente facile ma che è esattamente l'unica cosa da fare. In questo senso, e questo è quinto punto, gli ostacoli rappresentano la benzina per poter condurre un'esistenza che porti a fare la differenza. Non esiste la possibilità di arrivare a fare qualcosa a cui teniamo se non superiamo ostacoli. In questo senso direi che l'ostacolo è esattamente la via, anche se costa ammetterlo e anche se può sembrare contro intuitivo. L'ultimo punto che mi terrei per chiudere questa breve carrellata è quello che il fallimento può capitare, non è augurabile, non credo alle teorie che dicono che il fallimento sia salutare, di solito il fallimento costa, però quando ti capita devi cercare di farne cosa. Settimo puno, avere un piano di riserva, proprio nel caso in cui le cose vadano male.
Tutto parte dal mondo interiore. A volte gli eventi non si possono cambiare, ma le nostre interpretazioni interne si possono sempre modificare.
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