LA GENESI 7: DOV'ERA IL VERO EDEN? QUAL ERA IL SUO SCOPO?

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Nel secondo capitolo della Genesi, vediamo che il secondo racconto della Creazione non ha come scopo finale l'uomo, come nel primo capitolo, bensì... il Giardino dell'Eden. Dio crea l'uomo, o meglio il maschio umano, al solo scopo di avere uno schiavo che gli lavori e custodisca il giardino che Lui ha piantato in un mondo ancora deserto e desolato, in cui non esiste la pioggia, non esistono ancora le piante e gli animali, e c'è bisogno che qualcuno scavi canali per irrigare il deserto.... in pratica, i due racconti della Creazione dicono cose completamente diverse, e anche il Dio Creatore non appare essere lo stesso, perché gli scopi che persegue nel secondo racconto, non sono gli stessi che nel primo.
Ma dove si trovava l'Eden? Era un luogo puramente mitico, oppure è il ricordo di un luogo ben preciso, geograficamente determinato?
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Комментарии
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Sei un grande Pietro!! Mi sto vedendo tutti tuoi video; è un piacere ascoltarti!!

Alex-gquc
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Complimenti Sig.Pietro, proprio il "sale per la mente "che stavo cercando..., grazie e, anche se non serve dirlo, non badi agli ignoranti, la seguo "in toto".

andreacattani
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Gentile Sig. Pietro, Lei in questo video sostiene che gli Ebrei non abbiano mai fatto proselitismo, tuttavia lo storico delle religioni italiano Raffaele Pettazzoni, nel suo testo sullo Zoroastrismo intitolato "La religione di Zarathustra - Nella storia religiosa dell'Iran", scrive: "La grande epoca delle relazioni storiche, e quindi anche degli scambi storico-religiosi, fra il mondo ebraico e l'iranico, è quella persiana dell' impero degli Achemenidi, che s'inaugura con Ciro. È nota l'importanza ch'ebbe per i destini del popolo ebraico la conquista persiana di Babilonia (a. 538 av. Cr.). A Babilonia gli Ebrei erano numerosi, sin da quando vi erano stati deportati in massa dai re Assiri, specialmente alla caduta di Gerusalemme (a. 586 av. Cr.). Ciro fu salutato come il liberatore. Da lui, e poi specialmente da Dario, ebbe origine il nuovo stato giudaico. II Giudaismo ha potuto essere considerato (Ed. Meyer) come ima creazione persiana: certo, della Persia rimase soggetto e vassallo sino alla conquista greca. Furono tempi favorevoli alia penetrazione delle idee religiose. I Persiani erano facilmente accessibili alle suggestioni straniere. Chiusa era, invece, la comunita giudaica. Ma il suo stesso esclusivismo apriva una via: l'apriva a quanti, non essendo giudei, aspiravano o acconsentivano a divenir tali. Infatti il proselitismo fu una caratteristica del Giudaismo. Lo esercitarono gia in Babilonia, i deportati durante la cattivita, tanto è vero che alcuni 'convertiti' si trovarono tra loro sulla via del ritorno; lo esercitò la comunità centrale diGerusalemme; lo esercitò la diaspora in tutti i tempi: basti citare, in piena epoca persiana, la coIonia militare di Elefantine in Egitto. [...] Quella tendenza al proselitismo, che fu poi propria del Giudaismo in ogni tempo, forse si esercitò anche fuori di Babilonia e anche prima della cattività babilonese". (cap III, pagg. 81-83).
Potrebbe fornirmi qualche chiarimento? Intanto, la ringrazio per il suo lavoro qui su YouTube.

SimoneDev
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