MA CHI ME LO FA FARE?!? Il peggior Dispetto al tuo Futuro

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C'è un'epidemia di "Ma chi me lo fa fare?" che imperversa e rovina il futuro di tanti giovani. Oggi rispondo ad un commento e ragiono su una tendenza preoccupante.
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#chimelofafare #rickdufer #giovani

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Комментарии
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Ciao Rick, ho 26 anni ed è il video più bello, più toccante, più potente (tra i tuoi) che ho mai visto. E' super centrale nella mia vita in questo periodo, e ti ringrazio, perchè mi ha dato proprio un gran tram sui denti.
Vivo una bellissima relazione da circa 3 anni, convivo con questa persona in un'altra città, insomma ho la mia autonomia e la mia distanza dai genitori. Discussione di qualche giorno fa con mio papà (spoiler: separato anche lui da 13 anni con mia mamma): "ah ma dovrai averne almeno due o tre prima di essere felice, io ho fatto così", io gli ho risposto: "ma scusa un secondo, io al momento con questa persona mi trovo benissimo, per me è davvero importante, fattene una ragione, perchè dovrei passare le stesse fasi che hai passato tu?" e lui sorrideva e faceva le sue battute (a volte vorrei avere la sua leggerezza). Spesso sento il peso dell'eredità dei miei genitori, il "superuomo di successo" sempre sorridente con la battuta pronta a cui la vita va sempre bene (perchè così la racconta lui) e la mamma molto (troppo, a volte) protettiva. Per fortuna ci sto lavorando, sto sbloccando diverse parti di me stesso.
Tornando al tema della relazione, sì, siamo costellati di relazioni veloci, online, mordi e fuggi, prive di significato e puramente "pulsionali", dove non c'è umanità, dove non c'è impegno, perchè non serve. Oggi non serve impegno per essere appagati, basta un like, un match su tinder, un "hey" e via di foto esplicite, perchè tanto metterci la propria persona è difficile e crea attrito (ricollegato all'altro video). Dobbiamo vivere le relazioni, oggi nel qui ed ora. Io non so se la mia relazione durerà altri 5 giorni, 5 mesi o 50 anni, so solo che abbiamo il diritto di stare bene finchè stiamo bene.

giuliozonin
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Potente. Averla avuta io una persona che a 24 anni mi avesse fatto un discorso simile. Grazie.

alessandrobarucca
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Io sono la mamma di un (ormai) giovane uomo di vent'anni. Ho divorziato quando ne aveva due, abbiamo pianto e sofferto insieme, io e suo padre gli abbiamo propinato una serie di nuovi compagni uno peggio dell'altro. Ma io e lui non abbiamo mai smesso di parlare e di parlarne, non mi sono mai messa su un piedistallo, nonostante non abbia rinunciato al mio ruolo di genitore che impone delle regole (ma solo quelleche ritenevo strettamente necessarie). Credo che il fatto di non essermi proposta come modello di vita assoluto, ma solo come un essere umano con le sue paure e incertezze, ma anche con un suo bagaglio di fantasia, ottimismo e voglia di crescere e scoprire il mondo, abbia salvato mio figlio. Lui si pone obiettivi, è alla ricerca del sé e non si preclude occasioni di felicità a priori, è addirittura ambizioso. Semplicemente come lo sono io. So di avergli procurato dei traumi, e di questo ogni tanto ne parliamo, ma nonostante ciò credo che la mia autenticità nell'affrontare la vita lo abbia aiutato. I giovani dovrebbero capire che i genitori sono solo esseri umani, più o meno validi, e che vale la pena prenderli ad esmpio solo per le cose positive che hannk da offrire, tutto il resto va buttato nel cesto delle "miserie che caratterizzano gli esseri umani"

Lizard
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Complimenti, ottimo come sempre. Ricordo quando ho spesso di "essere figlio", avevo più o meno l'età 17 anni e dissi ai miei genitori che il tempo degli ordini era finito e che da lì in poi avrei ascoltato i loro consigli, ma le decisioni erano solo mie e loro avrebbero dovuto rispettarle. Ricordo lo sconforto di mia madre e la fierezza di mio padre. In bocca al lupo a tutti i ragazzi che stanno attraversando la transizione alla maturità

placidoleone
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Mi dispiace tanto per lo stato d'animo del ragazzo che ha scritto. Nel messaggio sento una rabbia sotterranea accompagnata a una serie di convinzioni limitanti che, stando alle sue stesse parole, gli sono state introiettate da fuori. Credo che la sua rabbia sia comprensibile e credo che potrebbe essere pure propulsiva in positivo, se lui iniziasse a fare pulizia di convinzioni che non gli appartengono e che lo tengono ingabbiato.
Una cosa mi dà speranza: il fatto stesso che abbia scritto quel commento. Credo tu abbia fatto benissimo a dedicare del tempo alla risposta.
Al ragazzo che ha scritto: ti auguro con tutto il cuore di fare pulizia di tutto ciò che non è tuo e di togliere un po' di "sassi" dal tuo zaino. Si cammina meglio. E camminare vale la pena, sempre.

ElisaRampazzo
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"Non riusciamo a dare confini al nostro sguardo" . Stupenda immagine

cristinaferraro
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Figlio di genitori divorziati dai miei 15 anni senza che avessi avuto sentore di nulla fino al giorno prima, trauma, depressione, alcool, psicofarmaci negli anni a seguire, ho vissuto tutte quelle emozioni negative e le sensazioni di cui si parla nel video.
Poi crescendo ho capito che i genitori sono esseri umani e che probabilmente se loro hanno "fallito" dai loro intenti non è detto che sarà così anche per me, probabilmente posso prendere anche la loro esperienza e fare meglio di loro.
Fin da piccolo ho sempre avuto voglia di avere una compagna e una famiglia, mi piaceva molto l'idea di essere padre.
50 anni, felicemente e orgogliosamente sposato, 2 splendidi figli.
Preoccupato per il futuro, certamemente. Ma ho visto che il futuro in parte sono in grado di farlo anche io.

NunLab
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Sei un grande Rick, i tuoi video nell'ultimo periodo mi stanno dando tantissimi stimoli e una spinta per i miei obiettivi. Grazie!

Brama.
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Ciao Rick, è da un po' che il pensiero del chi me lo fa fare mi pervade incessantemente... Non ho avuto una vita facile e ad oggi mi ritrovo con nessuna certezza e/o soddisfazione in nessun ambito della mia vita da quello emotivo a quello lavorativo.... Tutto ciò aggravato da dei lutti a catena avuti di recente e che grazie ai tuoi contenuti inerenti alla morte e vita sono riuscito a farmi trovare pronto per quanto lo si possa essere di fronte alla scomparsa prematura di una madre soprattutto.... Ho come la sensazione che nonostante ce la stia mettendo tutta le cose non migliorano come desidero ed essendo stato limitato per più di dieci anni nel costruire un futuro per motivazioni da cui sono uscito vittorioso ma comunque leso ... Mi sento terribilmente stanco ... Purtroppo so che li fuori ce ne sono tante di persone con la mia stessa condizione (30 e passa anni con l unica certezza di un pugno di mosche ) continuerò a lottare per quanto possa essere difficile e ti ringrazio per i tuoi preziosi contenuti... Augurando a chi come me pensa di non avere più nulla per cui andare avanti di trovare la forza di non mollare e farcela ❤

blackjordison
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Il consiglio di smettere di essere figlio e diventare qualcos'altro (te stesso) è quello più importante che potevi dare a quel ragazzo.

Credo che tutti gli adulti "risolti", bene o male, hanno attraversato questo passaggio. Hanno capito o gli è stato fatto capire che se volevano vivere e sbocciare in sé stessi dovevano smetterla di dare retta ai propri genitori come se fossero due dèi (benigni o maligni è indifferente, sono sempre su un piedistallo).

Auguro a chi si trova in questa fase di incertezza e acerbità del proprio sé di trovare sé stesso. Posso garantirvi che c'è una luce in fondo al tunnel.

Venite, che di qua c'è un bel panorama.

rdg
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Ascoltando i tuoi contenuti, mi permetto di segnalarti la scuola di psicoterapia strategica di Nardone... Un approccio che molto si nutre di neuroscienze e filosofia. Stefano Bartoli è un oratore peraltro che incanta letteralmente .Nel tuo modo di affrontare le tematiche psicologiche mi riverberano molto quel tipo di contenuti che mirano a fronteggiare il pervasivo archetipo della vittima con quello ormai desueto dell' eroe.
Disamina lucidissima cmq e consigli preziosi 👍

elenacaffi
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Rick sei mostruoso, fai paura nei tuoi ragionamenti, non posso che farti un inchino. Penso che questi tuoi video saranno più che utili a tantissime persone, ma soprattutto stai cambiando il modo di pensare in meglio. Penso che dovresti avere riconoscimenti ben maggiori di quelli che hai tramite YouTube. Sei un faro nel buio per tutti noi, grazie.

piratediy
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"Chi me lo fa fare", più volte, me lo sono detto quando ho cercato di indirizzare mia figlia. A lei è sempre piaciuto pensare di essere nata già con la scienza infusa e non ha mai voluto imparare. "Quando mi servirà, all'ultimo minuto, me lo fai tu".
Ci combatto sempre.
Ma sono stato contento di essermi sposato, anche se al settimo anno ci siamo lasciati (attualmente ci frequentiamo molto).

Dico di me in poche parole, ogni tanto va fatto.
Io "faccio" perché mi piace e non per ottenere un obiettivo. Studio canto a 64 anni e pianoforte. Molto studio di pianoforte. Solo perché mi piace. Ma tante altre cose, tante, solo per curiosità, anche un corso di filosofia (ma al liceo avevo 10. Invece 4 in storia :)))
Forse sbagliai per l'uni, perché studiai biologia solo perché mi piaceva. Il prof di scienze voleva distogliermi: "meglio chimica, più facile trovare lavoro". Comunque sono stato contento. Fortunato, forse... magari valeva la pena pensare al futuro?
Comunque...
"Chi me lo fa fare" in genere mi dà la nausea.

gaetanomaresca
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Questa riflessione mi ha toccato nel profondo. Sono uno di quei genitori separati che, purtroppo, ha agito in modo superficiale.

Albus-cs
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Sempre lucidissimo Rick nelle tue analisi, applausi 👏👏👏

TheMrblack
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So che niente arriva per caso e conoscere il tuo canale è uno squisito esempio di sincronicità. Ti ringrazio per il tuo lavoro, forse non arriverà a tutti ma sono sicuro che arriverà a chi ne ha bisogno.Platone sarebbe orgoglioso di te 😊

ILGulash
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Anch'io ho fatto il passaggio da essere conseguenza ("figlia") a essere causa ("persona"). È stato tremendamente difficile, ma veramente benefico. Condivido e apprezzo molto il tuo discorso, Rick

AliceAraya
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Gli effetti devastanti della costante instillazione nei giovani del timore per il futuro la sto amaramente riscontrando da quando ho iniziato ad insegnare al liceo. Purtroppo molti adulti hanno dimenticato che allertare le nuove generazioni delle imminenti catastrofi DEVE essere accompagnato da un'educazione alla responsabilità rispetto alle scelte che si devono fare per combattere queste catastrofi. E quest'ultima fondamentale componente manca costantemente. É ovvio che la naturale conseguenza di questo approccio educativo distorto sia una pervasiva mancanza di speranze ed obbiettivi in chi riceve questi insegnamenti. Personalmente, di tutte le apocalissi profetizzate (realistiche o meno) quella che più mi spaventa e che vedo più tangibile é proprio quella di avere intere generazioni di giovani adulti arresi e senza bussola. Qualsiasi altro problema passa in secondo piano se coloro che dovrebbero trovare un domani delle soluzioni non hanno neanche la parvenza di voler o poter trovare gli strumenti per risolverli.

gabrydema
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Vivo questo pensiero in modo un pochino diverso dall'esempio descritto. Riguarda il mio lavoro, una carriera che, seppur inframezzata dagli studi, dura da più di sei anni (nel campo dell'architettura). Ho un drammatica malattia di scarsa di produttività, che non riesco a guarire in nessun modo. Ho provato da un lato a capire da cosa potesse derivare, prima con un percorso di terapia (che giudico fallimentare perché la terapista, o ben perché non sono stato bravo ad inquadrare il mio problema, o ben perché ha deciso deliberatamente di girarci intorno, in soldoni tentava di farmi dissociare l'autostima dal conseguimento di traguardi nel lavoro e di implementare altri palliavi consimili. Io di contro miravo solo a capire come mai funzionassi male e se ci fosse eventualmente maniera per funzionare meglio), poi cercando di capire se, eventualmente, non quadrasse qualcosa a livello cognitivo. Quest'ultima cosa ha avuto esito in un test I.Q. (Wais IV, correttamente somministrato), dove è emerso un valore di 108, la qual cosa esclude, mi vien da dire, che la mia bassa produttività sia dovuta al fatto di essere minorato (in quanto la misurazione dice che non sono minorato). Ho provato ad agire, cambiando e cambiando ancora l'approccio con cui affrontare le mansioni. Ho pensato che la stanchezza potesse giocare un ruolo chiave, per questo ho abbandonato il mio secondo lavoro (che praticavo nei fine settimana) per ricavarmi degli spazi per riposare e studiare, dal punto di vista della produttività non è cambiato nulla. Ho pensato che magari l'energia (anche mentale) disponibile potesse aumentare risolvendo il mio sovrappeso, ce l'ho fatta, ma dal punto di vista della produttività non è cambiato nulla. Ho una brutta esperienza nel passato, riguardo un investimento mal fatto. Ho dedicato allo sci alpino tutta l'infanzia e l'adolescenza, arrivando tra i 15 e i 18 anni a dedicare a questo sport lo stesso tempo dedicato dalle persone che andavano decisamente più forte. Anche qui, il problema non è più o men forte (capita!), quanto il basso rapporto tra risultato e sforzo. La mia domanda "chi me lo fa fare" nasce in questo contesto: mi chiedo se non sia il caso di dedicarmi ad una mansione più semplice dove però posso ambire a conseguire migliori risultati. Mi sento veramente in un angolo. E dopo aver scritto tutto ciò mi viene anche da riformulare la domanda: forse non è tanto "chi me lo fa fare", quanto "mi sarà utile, allo scopo di essere più produttivo, perseverare ancora?"

paoloperron
Автор

Grazie mille ne ho 22 avevo proprio bisogno di sentire queste parole

VittorioRossi-vcoo
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