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Drone sulla Chiesa Vecchia di Puntalazzo ( Mascali ) Arcant Channel

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La Chiesa vecchia di Puntalazzo!
Vero gioiello, eretto in cima ad una collina, da dove si può osservare un panorama vasto ed incantevole. Era una chiesetta ricadente nella baronia degli Scuderi, ricchi proprietari della vicina Acireale.
La Chiesa vecchia, per distinguerla dalla nuova, che fu ultimata nell'anno 1927, guarda a mezzodì, con una porta d'ingresso, (una più piccola è stata aperta da recente), una stanza per la celebrazione, un piccolo sagrato, recintato da una ringhiera di ferro battuto (ormai non esiste) e il campanile svettante nell'azzurro cielo.
La chiesa era dedicata a Maria Bambina.
A levante un ampio cortile, le cantine, la casa del colono, un grande pozzo con due bocche, una scaletta esterna per salire sul campanile, una rampa in pietra lavica, finemente lavorata e alcuni gradini per accedere nell'abitazione del padrone.
Un sacerdote santalfiese veniva, ogni domenica, di buon mattino, a celebrare la Santa Messa.
Intorno agli Anni '30, la chiesetta venne chiusa al culto
Tutti gli arredi sacri furono trasportati nella chiesa attuale (nuova).
Anche le due campane, alla chetichella, vennero portate via e sistemate nel Santuario di Loreto, sopra Acireale, col consenso di Mons. Salvatore Russo, allora Vescovo di Acireale dietro suggerimento di Padre Sozzi, emerito professore di filosofia, nei licei classici acesi; padre Sozzi, alle rimostranze dei puntalazzesi, i quali non volevano assolutamente perdere quelle voci argentine, fece incidere in una campana queste parole in lingua latina: "Rusticae machinationes non praeva-luere" (le astuzie contadinesche non prevarranno).
Poco dopo e a seguito di lunghe polemiche, una delle due campane, proprio quella incisa, a mo' di trofeo, fu riportata a Puntalazzo. Adesso è sistemata sul campanile, assieme alle altre due e tutte e tre formano un armonioso concerto, chiamando, col loro dolce squillo, i paesani a raccolta. L'altra campana, di dimensioni più piccole, è rimasta a Loreto.
Nei primi anni del '900 una suora, "a monica Scuderi", erede della proprietà, veniva a villeggiare presso la chiesa vecchia.
Siccome la rotabile più vicina, arrivava a Dispensa Nuova, ogni anno, dovevano andare a prelevarla quattro robusti "massari", con la portantina e lei adagiata, fra cuscini di velluto e merletti, viaggiava tranquillamente, preceduta dai figli dei coloni che, in grandi ceste di vimini, trasportavano i gatti, a cui la padrona era morbosamente legata.
ArcAnt Channel ringrazia per I cenni storici, forniti da alcuni soci della ProLoco APS di Puntalazzo, in occasione della mostra fotografica _(foto d'epoca) _"Puntalazzo in mostra"_ che potrà essere visitata fino a fine settembre presso la sede ProLoco.
Vero gioiello, eretto in cima ad una collina, da dove si può osservare un panorama vasto ed incantevole. Era una chiesetta ricadente nella baronia degli Scuderi, ricchi proprietari della vicina Acireale.
La Chiesa vecchia, per distinguerla dalla nuova, che fu ultimata nell'anno 1927, guarda a mezzodì, con una porta d'ingresso, (una più piccola è stata aperta da recente), una stanza per la celebrazione, un piccolo sagrato, recintato da una ringhiera di ferro battuto (ormai non esiste) e il campanile svettante nell'azzurro cielo.
La chiesa era dedicata a Maria Bambina.
A levante un ampio cortile, le cantine, la casa del colono, un grande pozzo con due bocche, una scaletta esterna per salire sul campanile, una rampa in pietra lavica, finemente lavorata e alcuni gradini per accedere nell'abitazione del padrone.
Un sacerdote santalfiese veniva, ogni domenica, di buon mattino, a celebrare la Santa Messa.
Intorno agli Anni '30, la chiesetta venne chiusa al culto
Tutti gli arredi sacri furono trasportati nella chiesa attuale (nuova).
Anche le due campane, alla chetichella, vennero portate via e sistemate nel Santuario di Loreto, sopra Acireale, col consenso di Mons. Salvatore Russo, allora Vescovo di Acireale dietro suggerimento di Padre Sozzi, emerito professore di filosofia, nei licei classici acesi; padre Sozzi, alle rimostranze dei puntalazzesi, i quali non volevano assolutamente perdere quelle voci argentine, fece incidere in una campana queste parole in lingua latina: "Rusticae machinationes non praeva-luere" (le astuzie contadinesche non prevarranno).
Poco dopo e a seguito di lunghe polemiche, una delle due campane, proprio quella incisa, a mo' di trofeo, fu riportata a Puntalazzo. Adesso è sistemata sul campanile, assieme alle altre due e tutte e tre formano un armonioso concerto, chiamando, col loro dolce squillo, i paesani a raccolta. L'altra campana, di dimensioni più piccole, è rimasta a Loreto.
Nei primi anni del '900 una suora, "a monica Scuderi", erede della proprietà, veniva a villeggiare presso la chiesa vecchia.
Siccome la rotabile più vicina, arrivava a Dispensa Nuova, ogni anno, dovevano andare a prelevarla quattro robusti "massari", con la portantina e lei adagiata, fra cuscini di velluto e merletti, viaggiava tranquillamente, preceduta dai figli dei coloni che, in grandi ceste di vimini, trasportavano i gatti, a cui la padrona era morbosamente legata.
ArcAnt Channel ringrazia per I cenni storici, forniti da alcuni soci della ProLoco APS di Puntalazzo, in occasione della mostra fotografica _(foto d'epoca) _"Puntalazzo in mostra"_ che potrà essere visitata fino a fine settembre presso la sede ProLoco.