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Intervista Angelo d'angeli - Scout del Roma 51 dal 1944

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Intervista fatta in occasione del 75° anniversario dalla fondazione del Gruppo Scout ASE Roma 51. Intervistato Angelo D'Angeli inscritto dal 1944:
"Ricordo perfettamente di essere all’oratorio dei Salesiani della mia
parrocchia di S. Maria Ausiliatrice sulla via Tuscolana, ove mi
recavo spesso a cantare nel coro e a giocare con gli altri ragazzini.
Era un pomeriggio caldo di metà giugno 1944 e venimmo chiamati
dall’assistente ecclesiastico – don Sgherza che ci presentò ad un
giovanotto, il quale era venuto per invitarci a partecipare ad una
riunione presso la chiesetta di S. Giuseppe all’Arco del Travertino,
poiché intendevano dar vita ad un reparto di giovani esploratori.
Incuriositi, in 5 o 6 ragazzini andammo alla S. Messa alla
“chiesetta” di S. Giuseppe nonostante la notevole distanza dalle
nostre abitazioni.
Ma grande fu la nostra delusione nel constatare che la “chiesetta”
era costituita da un grosso capannone a mattoni rossi ricoperto da
un tetto in eternit, solitario in mezzo alla campagna.
Pur essendo un ragazzino di circa 13 anni, rimasi affascinato dal
discorso di benvenuto da parte di monsignor Dedier Nobels (da tutti
conosciuto con il nome italianizzato di don Desiderio) e che ci venne
presentato dal prof Arturo Vasta, che poi era il giovane che ci aveva
invitato qualche giorno prima. Don Desiderio ci parlò della sua
intenzione di realizzare un nuovo riparto di scout dopo che
l’associazione scoutistica era stata sciolta dal regime fascista nel
1927. Ci spiegò approssimativamente in cosa consisteva lo
scoutismo, ossia un movimento creato dal generale inglese sir
Robert Baden Powell e che monsignore aveva conosciuto
personalmente a Londra - ove era per studio - in quanto aveva
fatto parte del suo Riparto.
Presi subito la decisione di fare lo scout. E’ stata senz’altro
un’ottima decisione in quanto determinante nella mia vita da
adulto.
Così ebbe inizio il Roma 51:"
"Ricordo perfettamente di essere all’oratorio dei Salesiani della mia
parrocchia di S. Maria Ausiliatrice sulla via Tuscolana, ove mi
recavo spesso a cantare nel coro e a giocare con gli altri ragazzini.
Era un pomeriggio caldo di metà giugno 1944 e venimmo chiamati
dall’assistente ecclesiastico – don Sgherza che ci presentò ad un
giovanotto, il quale era venuto per invitarci a partecipare ad una
riunione presso la chiesetta di S. Giuseppe all’Arco del Travertino,
poiché intendevano dar vita ad un reparto di giovani esploratori.
Incuriositi, in 5 o 6 ragazzini andammo alla S. Messa alla
“chiesetta” di S. Giuseppe nonostante la notevole distanza dalle
nostre abitazioni.
Ma grande fu la nostra delusione nel constatare che la “chiesetta”
era costituita da un grosso capannone a mattoni rossi ricoperto da
un tetto in eternit, solitario in mezzo alla campagna.
Pur essendo un ragazzino di circa 13 anni, rimasi affascinato dal
discorso di benvenuto da parte di monsignor Dedier Nobels (da tutti
conosciuto con il nome italianizzato di don Desiderio) e che ci venne
presentato dal prof Arturo Vasta, che poi era il giovane che ci aveva
invitato qualche giorno prima. Don Desiderio ci parlò della sua
intenzione di realizzare un nuovo riparto di scout dopo che
l’associazione scoutistica era stata sciolta dal regime fascista nel
1927. Ci spiegò approssimativamente in cosa consisteva lo
scoutismo, ossia un movimento creato dal generale inglese sir
Robert Baden Powell e che monsignore aveva conosciuto
personalmente a Londra - ove era per studio - in quanto aveva
fatto parte del suo Riparto.
Presi subito la decisione di fare lo scout. E’ stata senz’altro
un’ottima decisione in quanto determinante nella mia vita da
adulto.
Così ebbe inizio il Roma 51:"