Lo speciale di Treccani sullo schwa

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AVVISO DI RETTIFICA: a 11:30 quando parlo dell'articolo di Comandini, mi è stato segnalato dall'autrice che la rivista su cui è pubblicato risulta peer reviewed contrariamente a quanto da me rilevato. Il che, dal mio punto di vista, è anche peggio, ma è bene che questa informazione errata venga corretta.

Sul sito di Treccani è uscito il preannunciato speciale dedicato allo schwa, contenente interventi di Vera Gheno, Fabrizio Acanfora, Claudia Bianchi, Andrea Moro e Cristiana De Santis.
Commento in questo video in particolare il primo intervento, mentre sfioro solo brevemente gli altri (nel caso di Acanfora e Bianchi, perché non c'è granché da dire, e nel caso di Moro e De Santis, perché rispecchiano quasi perfettamente la mia visione della cosa).
Trovate qui la pagina dalla quale accedere ai cinque articoli:

Questo il link al blog di De Santis che menziono alla fine e che vi consiglio caldamente di leggere:

Per acquistare il mio libro sullo schwa:

Questo il link al mio patreon, se voleste aiutarmi a comprare un microfono decente dato che quello che ho acquistato, pur pagandolo un po' di soldi, funziona quando gli pare:
Рекомендации по теме
Комментарии
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Da studente di medicina posso dire con certezza che se una persona soffre di un malessere che si può curare semplicemente con l'uso dello shwa quella è una persona fortunata.

giuliasatta
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Passione, quando ti arrabbi contro qualcuno che dice cose assurde per esempio, serietà, parli solo di quello che hai studiato e lo argomenti sensatamente, e anche onestà, quando riconosci valida una argomentazione di chi la pensa diversa da te. Ecco perché ti ascolto sempre volentieri :)

alessiomidali
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3:00
Vorrei fare un'osservazione.
Se io dicessi: "quelli che guardano questo video sono tutti stronzi", immagino che le ragazze si senirebbereo insultate quanto i ragazzi, nonostante l'uso di *quelli* e *stronzi*.
Questo potrebbe indicare che abbiamo ormai interiorizzato l'uso del maschile non marcato. Ci viene istintivo, quasi come sbagliare un congiuntivo.

Già da questo si dovrebbe storcere il naso davanti all'uso dello schwa.

Concludo con uno scoppiettante uso creativo della lingua:

se avrei.

Grazie dell'attenzione e buona giornata.

Mattiaeragiapreso
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La conclusione del video centra il punto:
Queste persone hanno saltato tre lezioni di linguistica
- Cos'è il mutamento linguistico
- Cos'è e come è nato il genere grammaticale
- Discussione del fatto se l'influenza della realtà sulla lingua valga o meno anche nell'altra direzione

Una volta che si sanno queste cose o scompaiono (tutti) i dubbi oppure nascono battaglie che si fondano sul sentimento e non sul rigore scientifico (che se ci permettono, in ambito accademico sarebbe da preferire)

Davvero, l'impressione leggendo queste tesi è quella che la si stia buttando sul patetico e sul 'siete cattivi e noi buoni', cosa che tra un po' manco alle elementari si fa più.

mariofarina
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Grazie ai tuoi video mi sto veramente appassionando a questo affascinante campo di studi. Grazie per quello che fai e per le interessantissime riflessioni che ci porti!

CharlyPAL
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Che pazienza! Yasmina sei la voce di tutti coloro che studiano la linguistica seriamente. Continua così!

OrazioLasagna
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"esperta di studi di genere"... studi di genere notoriamente fatti con serietà e rigore scientifico... comprendo perfettamente come una persona possa definirsi esperta sul argomento.

simonescotton
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22:34: La faccia vale tutto il video. E' sconfortante e irritante sentire con quale pietismo da gesuiti si possano ipotesi sulla lingua e sul suo funzionamento. Il discorso del linguaggio che plasma la realtà è una cosa che solo nella pozzanghera del postmoderno può trovare un minimo accoglimento. Grazie davvero, Yasmina, per ciò che fai.

pietropeli
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Da un'amica transessuale.
L'asterisco, lo schwa (in misura inferiore) e la chiocciola nascono nei collettivi queer (e punk), nei centri sociali, in quei luoghi che dal basso si oppongono ai macrosistemi di potere.

Sono stati usati a lungo in traduzione dai collettivi di traduzione militanti, quei collettivi che fuori dall'editoria si occupavano di tradurre testi non assimilabili dal capitalismo economico e non ribrandizzabili da un editoria che fa del rainbowashing e del pinkwashing una vera "mission".

A un certo punto, la casa editrice Effequ ha fatto LA MOSSA economica del secolo. Ha pensato di brandizzare lo schwa e di conferire a Vera Gheno una fama da madrina del linguaggio inclusivo e di rendere quella che era una sovversione linguistica un qualcosa di sistematizzabile e aderente alla cultura liberal progressista.

Tutto questo è problematico su svariati livelli.
Possiamo parlare di vera e propria appropriazione delle sottoculture e dei loro linguaggi.
Possiamo parlare di sistematizzazione forzata di un linguaggio ribelle (l'asterisco ecc erano lì per sottolineare un'invisibilizzazione, un'assenza, erano PENSATI per essere impronunciabili, renderli pronunciabili) che elimina chirurgicamente il portato di lotta.
Ma di base è una gigantesca sussunzione delle lotte e dei linguaggi delle lotte.
Una brandizzazione fatta a scopo commerciale e per la gloria di qualche accademica che ora si fa pagare per andare alle feste del Partito Democratico a parlare di linguaggio inclusivo.

sunamori
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Ciao Yasmina

vedo solo ora questo video, che ho apprezzato tantissimo e che condivido. Porto la mia esperienza, che certo non esaurisce quella umana: sono omosessuale, cresciuto tra omosessuali, amico di omosessuali (uomini e donne), bisessuali, eterosessuali, uomini, donne, transessessuali, travestiti e varie sfumature delle categorie precedenti e devo dire che non ho mai sentito - in tutta la mia lunga vita- nessuno (ripeto nessuno) dei miei amici o conoscenti manifestare l'esigenza dello schwa o un suo sostituto. Conosco omoni che, ogni tanto o sempre, desiderano ci si rivolga a loro al femminile, ma presentandosi da omoni mica si incazzano se ti rivolgi a loro al maschile, al limite ti chiedono, cortesemente, se puoi parlare con e di loro al femminile, altrimenti se ne fanno una ragione e anche una risata. Ho amiche transessuali dall'aspetto femminile e, di norma, le persone si rivolgono a loro al femminile, altrimenti le mie amiche segnalano la cosa alla persona che hanno davanti, che può accettare o meno. Ho amici che navigano tra un "genere" e l'altro, anche come aspetto, e informano di come vogliono essere considerate nella comunicazione. Personalmente chiunque mi può dire come preferisce essere considerato nella comunicazione (uomo, donna, esso, essa, it e chissà cos'altro), e va bene, altrimenti ne ne vado a cagare, vuol dire che non facciamo l'uno per l'altro, ma l'italiano è l'italiano e NON discrimina nessuno. Solo una persona intellettualmente disonesta o che basa il proprio pensiero su posizioni puramente ideologiche (nel senso negativo del termine) può pensare che la nostra lingua discrimini qualcuno: per quello ci sono le persone, abilissime. Insomma, tutta questa impellenza mi sembra una minchiata di proporzioni titaniche giusto per aver qualcosa da dire, di cui parlare e su cui scontrarsi in un'epoca in cui, purtroppo, c'è penuria di argomenti, di idee e si combatte per comode stronzate al posto di lottare contro le vere discriminazioni. In definitiva la battaglia pro schwa si può fare comodamente da una tastiera. Tra le fila dei pro-schwa, poi, si sono messi anche molti politici, per sembrare progressisti ed inclusivi, tipo quelli della "presidenta", spero lo siano anche nei fatti...

Lo schwa, ovvero l'affermazione formale, linguistica di una "neutralità", NON. corrisponde al rispetto di diritti specifici. La forma, al contrario di quello che affermava Aldo Busi, non corrisponde al rispetto del contenuto.

Insomma, fuffa.

protea
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Grazie Yasmina! (nessun problema per l'audio) 👍

filippomilani
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Per sorridere faccio la giacobina.
*Lo* schwa ...
Chi l'ha deciso che è maschile? Non si dovrebbe usare un articolo neutro e inclusivo?
*L* schwa!
😜
Praticamente una sfida alla pronuncia che nemmeno il serbo-croato 😊

francescazecchini
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Questo è un malessere indotto negli ultimi anni e più simile a un capriccio, detto questo mi pare chiaro che si tratta di persone che si creano i loro problemi visto che la maggioranza ha altri problemi e chiunque non viva in un mondo parallelo dovrebbe capire che gli anni in arrivo saranno duri per tutti visto la deriva del sistema economico globale, la crisi energetica e soprattutto la carestia dovuta alla mancanza di acqua, cosa che favorisce l'aumento di smog nelle grandi città e le malattie respiratorie, quando si generano problemi sociali dal nulla e si decide di ignorare quelli reali perché tanto toccheranno ai morti di fame, che nelle teste di questi progressisti attenti alle minoranze, sono un largo gruppo di sovranisti, bigotti e ignoranti che è meglio che muoiano. Questo scontro di progresso è solo l'ennesimo legato al darwinismo sociale che è l'ideologia portante di certi persone viziate fin dall'infanzia e illuse a credersi uniche.

Antonio_DG
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L'intervento della Gheno mi fa girare particolarmente i coglioni, in quanto vorrei sapere chi le ha delegato la rappresentanza degli interessi della comunità gay (usato qui come termine ombrello). A parte che fa molto ridere sentirlo da una femminista dichiarata, quando sappiamo tutti benissimo quanto la categoria rompa le palle perché a quanto pare delle questioni riguardanti il genere femminile devono occuparsene solo donne (il famoso per parlare di corvi devi essere un corvo), mentre a quanto pare delle questioni della comunità gay può occuparsi chiunque dimostri il proprio "amore" (leggasi: tornaconto) in tal senso.
Poi davvero devo iniziare a pregare qualche dio che tolga dalle mani e dalla bocca di questa gente la filosofia e la sociologia, perché è chiaro come il sole che non ne capiscono una beata minchia: sto cazzo di patriarcato NON ESISTE e probabilmente NON È MAI ESISTITO, ma la gente ignorante come la merda non si preoccupa di capire la differenza tra questo concetto ignobile, prevalentemente politico, e la trasmissione patrilineare del potere, questo sì alla base del pensiero antropologico; e cristo mio tuo e vostro, se sento ancora citare "filosofe femministe" ammazzo qualcuno, porca di quella troia è un cazzo di ossimoro, nessun filosofo che sia degno di essere studiato è riconducibile ad una ideologia (come quella femminista) di fondo, perché le ideologie portano invariabilmente ad appiattire il pensiero e a banalizzarlo, qualsiasi possa essere la portata esagerata del ragionamento (basta vedere Girard). La Arendt (per esempio) ad essere chiamata femminista si rivolterebbe nella tomba, proprio lei che per tutta la vita ha lottato per vedere la sua visione del mondo legittimata da una società che preferiva pensare con lo stomaco anziché col cervello.
Sono davvero stufo che questi personaggi siano paragonati ai professionisti seri e abbiano addirittura la possibilità di confrontarsi, come fossero sullo stesso piano. Lode alla De Santis, al suo posto avrei scritto trenta pagine di "MURGIA CAGATI ADDOSSO", rigorosamente con lo schwa, mica che non si sia inclusivi.

AA-nwhi
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Personaggi come Vera Gheno possono portare associazioni scientifiche serie, come è (o era?) il CICAP, verso una deriva sempre più ideologica. Quando ho visto lo schwa nel titolo del libro di Massimo Polidoro sono rimasto pietrificato.

raul
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Io quando dissi di essere non binario a una (ex) amica lei iniziò subito con asterischi e shwa ed io semplicemente le dissi che non era necessario e che poteva parlarmi semplicemente come sempre, non lo capì/piacque. E niente è ex amica perché mi piacciono le persone con una spiccata intelligenza e la stupidità mi irrita non poco🤷🏻‍♀️

Hotarubi-dono
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Non è così terribile l'audio cara ! Si capisce perfettamente.

flaviomartignoni
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Molto bella, questa disamina.
Non so come tu sia sopravvissuta al fastidio di dover affrontare certe forme di scarsa onestà intellettuale che, dall'una e dall'altra parte, si palesano costanti a tal punto da essere pesantemente infestanti.
Ho seguito in differita anche il video dei ragazzi di @Wannabebuddha e ho rilevato un bel po' di cosette che mi fanno osservare come, da parte del prof. Arcangeli così come da parte delle varie Murgia, Gheno et similia, il nocciolo concreto di certe lotte è ben di rado l'onestà intellettuale e la ricerca in sé, bensì invece la notorietà e il guadagno che ne deriva.
Ergo ripeto: complimenti per l'autocontrollo. Io mi sento già la bile solo all'idea di quello che leggerò in termini di falsa, o assente, argomentazione, non appena avrò animo di aprire le dotte (?) dissertazioni di certi personaggi.

OrientaleSiculaYT
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Ma se il linguaggio plasmasse la realtà, il giapponese che è privo di genere, come mai la società giapponese presenta grossi problemi di parità di genere? La risposta è ovvia...

henry.
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Probabilmente se il femminile grammaticale si fosse chiamato “primo genere” e il maschile “secondo genere”, usando ancora il secondo come genere non marcato, nessuno si farebbe tante pippe mentali sull’inclusività della lingua.

cicciopancetta