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Trichora bizantina di Santo Stefano

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La tricora di santo Stefano, appartenente ad un antico monastero, è un importante e quasi dimenticato reperto storico/archeologico del territorio di Santa Venerina ed in particolare della frazione di Dagala del Re.
Una precisa datazione risulta ancora incerta ma è opinione comune che si tratti di un monumento edificato durante il periodo bizantino sorto molto probabilmente verso la fine del IX sec per mano di monaci basiliani. La scoperta la si deve a Stefano Bottari che nel 1944 fece una pubblicazione in merito, mentre alcuni lavori di restauro e di messa in sicurezza delle strutture sono del 1959.
In pianta la chiesa era costituita da due ambienti: un nartece d’ingresso di forma rettangolare strutturato a croce greca con tre celle, l’abside centrale e le due celle laterali. Il soffitto, oggi interamente scomparso, doveva essere costituito in buona parte da una grande volta a cupola centrale.
Il nartece, di forma assai sproporzionata, è stato aggiunto successivamente forse a seguito dei restauri per la ripresa dell’attività monastica dopo il periodo arabo.
L’origine culturale sembra essere stata quindi di un insediamento basiliano che intorno al XII sec. è passato a monastero benedettino, inoltre sembra che l’attività sia cessata alla fine del XIII sec. in seguito all’eruzione del 1284 che circondò e isolò l’area del monastero senza tuttavia distruggerlo
Una precisa datazione risulta ancora incerta ma è opinione comune che si tratti di un monumento edificato durante il periodo bizantino sorto molto probabilmente verso la fine del IX sec per mano di monaci basiliani. La scoperta la si deve a Stefano Bottari che nel 1944 fece una pubblicazione in merito, mentre alcuni lavori di restauro e di messa in sicurezza delle strutture sono del 1959.
In pianta la chiesa era costituita da due ambienti: un nartece d’ingresso di forma rettangolare strutturato a croce greca con tre celle, l’abside centrale e le due celle laterali. Il soffitto, oggi interamente scomparso, doveva essere costituito in buona parte da una grande volta a cupola centrale.
Il nartece, di forma assai sproporzionata, è stato aggiunto successivamente forse a seguito dei restauri per la ripresa dell’attività monastica dopo il periodo arabo.
L’origine culturale sembra essere stata quindi di un insediamento basiliano che intorno al XII sec. è passato a monastero benedettino, inoltre sembra che l’attività sia cessata alla fine del XIII sec. in seguito all’eruzione del 1284 che circondò e isolò l’area del monastero senza tuttavia distruggerlo