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Armi all'Ucraina, Andrea Scanzi: Dopo 54 giorni siamo sicuri che questa sia la strada giusta?
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Il giornalista del Fatto, esprime molti dubbi sulla giustezza dell'invio delle armi all'Ucraina come risoluzione del conflitto. Nel merito, lui pur essendo un convinto pacifista, è d'accordo sull'invio delle armi, specificando con molto imbarazzo - "E' una decisione contradditoria" - precisa Scanzi che aggiunge - "L'abbiamo fatto per l'Ucraina ma non per lo Yemen o la Palestina. E' una scelta incostituzionale" - Ma è qualcosa che potrà farla sedere al tavolo delle trattative senza timore reverenziale, ma Scanzi ha un'altra paura. Con il trascorrere del tempo questa convinzione sta venendo meno, in special modo dopo le parole della Von Der Leyen, la quale si è spinta a dire che la guerra verrà vinta dall'Ucraina. Il che fa presagire un prolungamento del conflitto - "Siamo convinti che questa sia l'unica strada o che sia la strada giusta? Stiamo vedendo dei risultati?" - Dopo le parole di Draghi in cui afferma che Putin non ha nessuna voglia di scendere a patti, bisognerebbe allora trovare una strada alternativa. Ci sono quelli che non vorrebbero sedersi al tavolo a trattare con un siffatto despota, ma non esiste l'alternativa e Scanzi pone delle domande a cui e difficile dare una risposta chiara ed inequivocabile, perchè se il conflitto andrà avanti per mesi in cui si presume che Putin l'abbia vinta, forse sarebbe meglio che "Zelensky molli un pò, perchè due o tre cose come minimo bisogna dargliele", o è più cinico fare come l'Europa e ancor di più gli Stati Uniti in mezzo a questioni solo per interessi a sedersi al tavolo. In pratica Scanzi ha ragione nel dire che "L'invio delle armi esacerbano il conflitto e creano ancora più morti" - Una paura perfettamente condivisibile
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