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TUTTO da SCOPRIRE: CASTELLARO (IM) | Borghi da visitare in Liguria
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Castellaro ed il vicino Santuario di Nostra Signora di Lampedusa, si affacciano sulla bassa Valle Argentina nella provincia di Imperia.
Il Borgo è tutto da scoprire, pulitissimo e molto curato. I suoi carruggi regalano scorci emozionanti.
Giratelo con calma e soffermatevi sui vari dettagli architettonici e artistici che troverete un pò ovunque.
Potete lasciare la macchina nel parcheggio centrale accessibile dalla Provinciale 51, dovete solo attraversare la provinciale e vi troverete immersi nel borgo.
Per visitare il Santuario dovrete invece proseguire e svoltare sulla Provinciale 50, la strada termina al Santuario.
Si narra che la sua edificazione sia dovuta a tale Andrea Anfosso (soprannominato "Gagliardo"), il quale, fatto schiavo dai pirati e caricato su una nave turca, fece quindi scalo nell'isola di Lampedusa. Per approvvigionare di legname la nave, il castellarese Andrea Anfosso venne mandato nei boschi dell'isola ed è lì che, in mezzo ad un'abbagliante luce, ritrovò in una nicchia una tela ritraente la Vergine Maria.
Dopo una rocambolesca fuga su un'imbarcazione di fortuna, approdò insieme alla tela sano e salvo nei pressi dell'odierna Arma di Taggia, per poi stabilirsi a Castellaro dove fece voto di erigere un Santuario per ringraziare la Vergine Maria.
La tela è visibile alle spalle dell'altare.
CENNI STORICI:
Il toponimo Castellaro riprenderebbe l'ipotetica presenza di una primitiva fortificazione preromana che, stando ad alcune supposizioni, poteva occupare l'altura su cui in seguito fu innalzato il castello e la successiva chiesa di San Pietro in Vincoli[5].
Le prime citazioni ufficiali di Castellaro risalgono al 1153[5] quando i marchesi di Clavesana, signori feudali della valle e del basso Piemonte, sottoscrissero l'atto di concessione del feudo castellarese in favore di Anselmo de Quadraginta, un loro parente. Questa famiglia - che successivamente assunse la denominazione di Lengueglia[5] - a loro volta cedette, nel 1288[5][6] e per volere del signore Bonifacio, il territorio feudale di Castellaro alla Repubblica di Genova ottenendone in cambio da quest'ultima l'ufficiale investitura. Nel 1472 i signori Guglielmo ed Ettore di Lengueglia vendettero i territori di Castellaro e Pompeiana, per un valore di 2000 ducati d'oro, ad Anfreone, Luca e Tommaso Spinola del ramo di San Luca[6].
Il 28 giugno del 1561, così come altre località sulla costa del ponente ligure, il feudo di Castellaro subì l'incursione del corsaro e ammiraglio ottomano Uluç Alì Pascià che, oltre al saccheggio e alla devastazione del paese, provocò tre vittime e il rapimento di una trentina di persone[5].
I resti del castello nel borgo castellarese
Nell'ultimo decennio del Seicento l'estinzione dei due rami maschili della famiglia Spinola di San Luca diede l'avvio ad una controversia tra le famiglie Gentile e Grillo che, rivendicandone i rispettivi diritti feudali su Castellaro e Pompeiana, ne avevano ereditato il territorio per via matrimoniale[6]. Dopo una lunga contesa il territorio fu assoggettato nel 1695 a Maria Brigida Spinola, moglie del marchese Marc'Antonio Gentile e alle dipendenze di questa famiglia rimase fino alla caduta della repubblica genovese e abolizione dei feudi da parte del nuovo governo filo napoleonico della Repubblica Ligure (1797)[6].
Con la dominazione francese la municipalità di Castellaro rientrò nel cantone di Taggia nella giurisdizione delle Palme, con Sanremo come capoluogo; nel 1802 passò nella giurisdizione degli Ulivi (capoluogo Oneglia). Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese, venne assoggetta al cantone di Sanremo del Dipartimento delle Alpi Marittime[6].
Fu annesso al Regno di Sardegna nel 1815 dopo il Congresso di Vienna del 1814, a seguito della caduta di Napoleone Bonaparte. Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Santo Stefano al Mare del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia). Il 23 febbraio 1887, mercoledì delle ceneri, il borgo fu devastato da un violento terremoto che colpì tutto il Ponente Ligure. Il parziale crollo del tetto del santuario di Nostra Signora di Lampedusa causò nel solo comune di Castellaro 38 morti.
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Riprese video DJI Mini SE con Filtri ND Freewell, iPhone 13, Insta360 X3, Gimbal Zhiyun Smooth 5s, montaggio DaVInci Resolve 18
Il Borgo è tutto da scoprire, pulitissimo e molto curato. I suoi carruggi regalano scorci emozionanti.
Giratelo con calma e soffermatevi sui vari dettagli architettonici e artistici che troverete un pò ovunque.
Potete lasciare la macchina nel parcheggio centrale accessibile dalla Provinciale 51, dovete solo attraversare la provinciale e vi troverete immersi nel borgo.
Per visitare il Santuario dovrete invece proseguire e svoltare sulla Provinciale 50, la strada termina al Santuario.
Si narra che la sua edificazione sia dovuta a tale Andrea Anfosso (soprannominato "Gagliardo"), il quale, fatto schiavo dai pirati e caricato su una nave turca, fece quindi scalo nell'isola di Lampedusa. Per approvvigionare di legname la nave, il castellarese Andrea Anfosso venne mandato nei boschi dell'isola ed è lì che, in mezzo ad un'abbagliante luce, ritrovò in una nicchia una tela ritraente la Vergine Maria.
Dopo una rocambolesca fuga su un'imbarcazione di fortuna, approdò insieme alla tela sano e salvo nei pressi dell'odierna Arma di Taggia, per poi stabilirsi a Castellaro dove fece voto di erigere un Santuario per ringraziare la Vergine Maria.
La tela è visibile alle spalle dell'altare.
CENNI STORICI:
Il toponimo Castellaro riprenderebbe l'ipotetica presenza di una primitiva fortificazione preromana che, stando ad alcune supposizioni, poteva occupare l'altura su cui in seguito fu innalzato il castello e la successiva chiesa di San Pietro in Vincoli[5].
Le prime citazioni ufficiali di Castellaro risalgono al 1153[5] quando i marchesi di Clavesana, signori feudali della valle e del basso Piemonte, sottoscrissero l'atto di concessione del feudo castellarese in favore di Anselmo de Quadraginta, un loro parente. Questa famiglia - che successivamente assunse la denominazione di Lengueglia[5] - a loro volta cedette, nel 1288[5][6] e per volere del signore Bonifacio, il territorio feudale di Castellaro alla Repubblica di Genova ottenendone in cambio da quest'ultima l'ufficiale investitura. Nel 1472 i signori Guglielmo ed Ettore di Lengueglia vendettero i territori di Castellaro e Pompeiana, per un valore di 2000 ducati d'oro, ad Anfreone, Luca e Tommaso Spinola del ramo di San Luca[6].
Il 28 giugno del 1561, così come altre località sulla costa del ponente ligure, il feudo di Castellaro subì l'incursione del corsaro e ammiraglio ottomano Uluç Alì Pascià che, oltre al saccheggio e alla devastazione del paese, provocò tre vittime e il rapimento di una trentina di persone[5].
I resti del castello nel borgo castellarese
Nell'ultimo decennio del Seicento l'estinzione dei due rami maschili della famiglia Spinola di San Luca diede l'avvio ad una controversia tra le famiglie Gentile e Grillo che, rivendicandone i rispettivi diritti feudali su Castellaro e Pompeiana, ne avevano ereditato il territorio per via matrimoniale[6]. Dopo una lunga contesa il territorio fu assoggettato nel 1695 a Maria Brigida Spinola, moglie del marchese Marc'Antonio Gentile e alle dipendenze di questa famiglia rimase fino alla caduta della repubblica genovese e abolizione dei feudi da parte del nuovo governo filo napoleonico della Repubblica Ligure (1797)[6].
Con la dominazione francese la municipalità di Castellaro rientrò nel cantone di Taggia nella giurisdizione delle Palme, con Sanremo come capoluogo; nel 1802 passò nella giurisdizione degli Ulivi (capoluogo Oneglia). Dal 1805, con il passaggio della Repubblica Ligure nel Primo Impero francese, venne assoggetta al cantone di Sanremo del Dipartimento delle Alpi Marittime[6].
Fu annesso al Regno di Sardegna nel 1815 dopo il Congresso di Vienna del 1814, a seguito della caduta di Napoleone Bonaparte. Facente parte del Regno d'Italia dal 1861, dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel V mandamento di Santo Stefano al Mare del circondario di Sanremo facente parte della provincia di Nizza (poi provincia di Porto Maurizio e, dal 1923, di Imperia). Il 23 febbraio 1887, mercoledì delle ceneri, il borgo fu devastato da un violento terremoto che colpì tutto il Ponente Ligure. Il parziale crollo del tetto del santuario di Nostra Signora di Lampedusa causò nel solo comune di Castellaro 38 morti.
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