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Decolonize the city - OMAGGIO A THOMAS SANKARA

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Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità.” Thomas Sankara.
Conosci Thomas Sankara?
Cosa sai dell’Africa? E del Burkina Faso?
Quanti minuti di lezione a scuola, nella tua vita, sono stati dedicati al continente più grande del mondo?
Quanto poco studiamo e sappiamo di quel che è accaduto e che accade in epoca moderna e contemporanea?
Conosci qualcosa delle 1,216 miliardi di persone che abitano i 55 diversi paesi del continente?
Hai idea della storia e del presente africano? Degli effetti del colonialismo e delle politiche neocoloniali ancora in atto? E del
colonialismo italiano? Del debito economico imposto dall’occidente ai paesi africani?
Il colonialismo viene rimosso dai programmi scolastici, dallo spazio pubblico delle città, dal discorso mediatico e culturale.
Perché non è mai finito veramente.
Perché molte delle domande sollevate da chi è costretto ad attraversare i confini militarizzati dell’Europa, rischiando la vita, troverebbero una spiegazione nello stupro e saccheggio del continente africano e non solo.
Perché immediatamente riconduce ad una riflessione sulle ingiustizie globali, sulla insostenibilità di questo sistema e sull’urgenza di una trasformazione rivoluzionaria.
“Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici anzi dovremmo invece dire «assassini tecnici»”. Uccisero Thomas Sankara tre mesi dopo questo discorso, pronunciato nel 1987 ad Addis Abeba, durante la conferenza dell’Organizzazione per l’unità africana. Diceva che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicita’ dei popoli. Denunciava lo strapotere criminale della grande finanza. Lottava affinchè il mondo fosse per tutte le donne e tutti gli uomini perchè non era giusto che tanti, troppi potessero solo guardare la vita di pochi e tentar di sopravvivere.
Domenica 18 ottobre installeremo una statua in ferro dedicata a Thomas Sankara, scolpita da Mor Talla Seck, scultore senegalese della Black Diaspora Art. Per mettere al centro un simbolo che parla di liberazione, di neocolonialismo, sistema finanziari, autodeterminazione dei popoli, cambiamento climatico, diritti e libertà per tutte le donne. Perchè i Giardini Pubblici raccontino anche l’altra faccia della medaglia, quella che Montanelli nascondeva, troppo impegnato a propagandare la purezza della razza bianca. Oggi, da un capo all’altro dell’oceano, un’unica voce indica che è ora di cambiare la storia. Come diceva Michael Foucault, il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione. Questa statua sarà un atto di condivisione di sapere, un attacco al sistema neoliberista. E’ un’opera collettiva di ricostruzione della storia e dell’immaginario. E’ un’azione di solidarietà globale con i popoli che nel resto del mondo lottano per la loro dignità e i loro diritti. Forse per questo ai sovranisti vari va di traverso?
COME PARTECIPARE:
2) Fai graffiti, mural, installazioni… ?? Mandaci una foto sui social usando #decolonizzAzioni
3) Partecipa alla campagna di #decolonizzAzioni resta aggiornato su WWW.CANTIERE.ORG
Conosci Thomas Sankara?
Cosa sai dell’Africa? E del Burkina Faso?
Quanti minuti di lezione a scuola, nella tua vita, sono stati dedicati al continente più grande del mondo?
Quanto poco studiamo e sappiamo di quel che è accaduto e che accade in epoca moderna e contemporanea?
Conosci qualcosa delle 1,216 miliardi di persone che abitano i 55 diversi paesi del continente?
Hai idea della storia e del presente africano? Degli effetti del colonialismo e delle politiche neocoloniali ancora in atto? E del
colonialismo italiano? Del debito economico imposto dall’occidente ai paesi africani?
Il colonialismo viene rimosso dai programmi scolastici, dallo spazio pubblico delle città, dal discorso mediatico e culturale.
Perché non è mai finito veramente.
Perché molte delle domande sollevate da chi è costretto ad attraversare i confini militarizzati dell’Europa, rischiando la vita, troverebbero una spiegazione nello stupro e saccheggio del continente africano e non solo.
Perché immediatamente riconduce ad una riflessione sulle ingiustizie globali, sulla insostenibilità di questo sistema e sull’urgenza di una trasformazione rivoluzionaria.
“Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo. Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini. Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici anzi dovremmo invece dire «assassini tecnici»”. Uccisero Thomas Sankara tre mesi dopo questo discorso, pronunciato nel 1987 ad Addis Abeba, durante la conferenza dell’Organizzazione per l’unità africana. Diceva che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicita’ dei popoli. Denunciava lo strapotere criminale della grande finanza. Lottava affinchè il mondo fosse per tutte le donne e tutti gli uomini perchè non era giusto che tanti, troppi potessero solo guardare la vita di pochi e tentar di sopravvivere.
Domenica 18 ottobre installeremo una statua in ferro dedicata a Thomas Sankara, scolpita da Mor Talla Seck, scultore senegalese della Black Diaspora Art. Per mettere al centro un simbolo che parla di liberazione, di neocolonialismo, sistema finanziari, autodeterminazione dei popoli, cambiamento climatico, diritti e libertà per tutte le donne. Perchè i Giardini Pubblici raccontino anche l’altra faccia della medaglia, quella che Montanelli nascondeva, troppo impegnato a propagandare la purezza della razza bianca. Oggi, da un capo all’altro dell’oceano, un’unica voce indica che è ora di cambiare la storia. Come diceva Michael Foucault, il sapere non è fatto per comprendere, ma per prendere posizione. Questa statua sarà un atto di condivisione di sapere, un attacco al sistema neoliberista. E’ un’opera collettiva di ricostruzione della storia e dell’immaginario. E’ un’azione di solidarietà globale con i popoli che nel resto del mondo lottano per la loro dignità e i loro diritti. Forse per questo ai sovranisti vari va di traverso?
COME PARTECIPARE:
2) Fai graffiti, mural, installazioni… ?? Mandaci una foto sui social usando #decolonizzAzioni
3) Partecipa alla campagna di #decolonizzAzioni resta aggiornato su WWW.CANTIERE.ORG