Fabio Sciarrino - Informazione quantistica: dai fondamenti alla tecnologia del futuro

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Negli ultimi anni il termine Fisica Quantistica è diventato di uso comune per indicare fenomeni di difficile comprensione. In particolare la serie televisiva The Big Bang Theory ha reso ancora più popolari argomenti come il gatto di Schroedinger ed il teletrasporto. La Meccanica Quantistica, pur essendo una teoria in perfetto accordo con tutti gli esperimenti, rimane ancora oggi altamente contro-intuitiva ed in contrasto con la nostra esperienza quotidiana. Essa è forse la più grande rivoluzione scientifica del secolo scorso, la cui nascita ha dato luogo a un intenso dibattito nella comunità scientifica dell’epoca e degli anni seguenti. I suoi fondamenti risalgono agli anni venti del secolo scorso, quando la teoria dei quanti si affermò come la teoria maggiormente accreditata per lo studio degli atomi. Negli ultimi anni è stato possibile realizzare finalmente in laboratorio i cosiddetti “gedanken experiment”, gli esperimenti mentali attorno ai quali dibattevano i grandi fisici fondatori della teoria, quali Einstein, Bohr, Schroedinger, nel tentativo di conciliare l’interpretazione della realtà fisica con la fisica quantistica. I risultati ottenuti hanno, da un lato completamente confermato le previsione sul “bizzarro” comportamento del mondo dei quanti, dall’altro hanno portato alla luce nuove domande sulla natura profonda del mondo in cui viviamo e ulteriori stimoli verso lo sviluppo di una tecnologia radicalmente innovativa basata sulle leggi della meccanica quantistica.
In questo incontro verrà presentata un’introduzione sulla meccanica quantistica, enfatizzando come essa possa essere studiata sfruttando i quanti della luce: i fotoni. Infine si presenterà una breve panoramica sull’informazione quantistica, un nuovo settore di ricerca nato dall’incontro fra la fisica quantistica e la teoria dell’informazione.

IL RELATORE:
Fabio Sciarrino, Professore Associato del dipartimento di Fisica dell’Università Sapienza.

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Комментарии
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Peccato che l'operatore non abbia inquadrato lo schermo durante le dimostrazioni.

marinopasotti
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L esperimento delle 2 fessure non si può spiegare questo fenomeno se si esclude l apparato strumentistico dell esperimento, cioè il contesto sperimentale nel quale si fanno muovere le particelle. L onda è un insieme formato da tutte le potenziali collocazioni della particella che la compone, o si può anche dire la particella è un insieme/onda formato da tutte le collocazioni che essa stessa assume. Quando lo strumento fa partire la singola particella, tale strumento si è aggiunto all insieme onda e dato che la somma di un insieme più un elemento non da come risultato l insieme più l elemento ma un un nuovo insieme, ecco che il risultato è il nuovo insieme particella. Insieme particella formato dalla specifica collocazione della particella e l apparato di uscita dello strumento. L insieme particella/app di usc dello strumento, giunge davanti alle due fessure e qui ce una seconda interazione con il contesto strumentale. L insieme specifica collocazione della particella/apparato di uscita dello strumento adesso si trasforma in un altro insieme specifica coll della part/app uscita strum/due fessure. Adesso dunque, entrambe le fessure, non solo una delle due, creeranno il risultato finale della collocazione della particella. Da qui deriva l interferenza e quindi l effetto onda della collocazione della singola particella! Quando poi a tutto questo si aggiunge l osservazione di dove tra le due fessure passa l insieme, si formerà un quarto insieme specifica coll della part/app uscita strum/due fessure/osservazione di una singola fessura. In questo caso, la particella passerà dunque solo da una fessura ed il risultato finale sarà una collocazione tipica dei corpuscoli. La particella, quindi, e qui sta la rivoluzione di questa teoria, è un insieme che muta in relazione al contesto con cui interagisce, e dunque agli elementi che di volta in volta include e lo trasformano. Tutto questo avviene a livello dell informazione. L entegment è spiegato quindi facilmente considerando che le 2 particelle fanno parte dello stesso insieme a prescindere dalla distanza e modificare un elemento modifica tutto il sistema

gramparsons
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Interessante il seminario. Peccato che l'operatore (che evidentemente non è molto interessato all'argomento) invece di riprendere lo schermo ha ripreso il relatore. E' proprio vero che quando il dito indica la luna lo stupido guarda il dito!

antoniobrega