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MADAME BOVARY (1949) + LA SIGNORA BOVARY (1934) - 2 Film (Dvd)

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[Madame Bovary, 1934 + Madame Bovary - USA, France, 1949]
Regia: Vincente Minnelli, Jean Renoir
Cast: Jennifer Jones, James Mason, Van Heflin, Louis Jourdan, Gene Lockhart, Valentine Tessier, Max Dearly, Pierre Renoir
Gustave Flaubert ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche della sua celebre opera “Madame Bovary”, che esplora le aspirazioni, le disillusioni e la tragica discesa di una donna intrappolata tra i suoi sogni romantici e la dura realtà. Due adattamenti significativi, il film americano del 1949 diretto da Vincente Minnelli e “La signora Bovary” (1934) di Jean Renoir, offrono interpretazioni contrastanti ma complementari della figura di Emma Bovary e del mondo che la circonda, riflettendo le sensibilità dei rispettivi autori e contesti culturali.
Il film di Minnelli, prodotto a Hollywood, offre una visione elegante e melodrammatica della vicenda, con una straordinaria interpretazione di Jennifer Jones nel ruolo di Emma Bovary. Minnelli enfatizza il romanticismo visivo, ricreando sontuosi costumi e ambientazioni che riflettono i sogni e le illusioni di Emma. La sequenza iconica del ballo è un esempio lampante dello stile estetico del regista, che trasforma il desiderio di Emma per una vita di lusso e passione in un momento di pura estasi e struggente disperazione. Sebbene il film rimanga fedele agli eventi principali del romanzo, adotta un tono più sentimentale e moralistico, attenuando le critiche sociali di Flaubert per adattarsi alle convenzioni hollywoodiane dell’epoca. Oltre alla Jones un Cast eccezionale, che comprende James Mason, Van Heflin e Louis Jourdan.
(Il film viene presentato sia con il doppiaggio italiano dell’epoca, che in versione originale inglese)
“La signora Bovary” (1934), l’adattamento di Jean Renoir, realizzato in Francia, è più vicino allo spirito naturalistico e critico del romanzo di Flaubert. Valentine Tessier interpreta una Emma meno idealizzata, più radicata nella realtà e nelle sue contraddizioni. Renoir adotta un approccio sobrio, evitando eccessi melodrammatici e concentrandosi sulla critica sociale e sulla rappresentazione della vita di provincia. Il film esplora le dinamiche di classe e l’ipocrisia borghese, evidenziando l’oppressione e la frustrazione che spingono Emma verso la rovina. Con uno stile più realistico e una narrazione diretta, Renoir crea un ritratto spietato ma profondamente umano della protagonista e del contesto che la imprigiona.
(Il film viene presentato in versione originale con sottotitoli in italiano)
I due film riflettono prospettive diverse sull’opera di Flaubert: mentre Minnelli mette in primo piano il pathos e l’estetica, Renoir rimane fedele alla critica sociale e alla complessità psicologica del testo. Il film hollywoodiano trasforma Emma in una figura quasi eroica, una vittima del destino e delle sue ambizioni irraggiungibili, mentre l’opera di Renoir ne sottolinea le debolezze umane e l’impatto distruttivo del suo egoismo. Entrambi, però, rendono omaggio alla straordinaria modernità del romanzo, dimostrando come la storia di Emma Bovary continui a ispirare riflessioni universali sull’insoddisfazione, l’amore e le illusioni.
Regia: Vincente Minnelli, Jean Renoir
Cast: Jennifer Jones, James Mason, Van Heflin, Louis Jourdan, Gene Lockhart, Valentine Tessier, Max Dearly, Pierre Renoir
Gustave Flaubert ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche della sua celebre opera “Madame Bovary”, che esplora le aspirazioni, le disillusioni e la tragica discesa di una donna intrappolata tra i suoi sogni romantici e la dura realtà. Due adattamenti significativi, il film americano del 1949 diretto da Vincente Minnelli e “La signora Bovary” (1934) di Jean Renoir, offrono interpretazioni contrastanti ma complementari della figura di Emma Bovary e del mondo che la circonda, riflettendo le sensibilità dei rispettivi autori e contesti culturali.
Il film di Minnelli, prodotto a Hollywood, offre una visione elegante e melodrammatica della vicenda, con una straordinaria interpretazione di Jennifer Jones nel ruolo di Emma Bovary. Minnelli enfatizza il romanticismo visivo, ricreando sontuosi costumi e ambientazioni che riflettono i sogni e le illusioni di Emma. La sequenza iconica del ballo è un esempio lampante dello stile estetico del regista, che trasforma il desiderio di Emma per una vita di lusso e passione in un momento di pura estasi e struggente disperazione. Sebbene il film rimanga fedele agli eventi principali del romanzo, adotta un tono più sentimentale e moralistico, attenuando le critiche sociali di Flaubert per adattarsi alle convenzioni hollywoodiane dell’epoca. Oltre alla Jones un Cast eccezionale, che comprende James Mason, Van Heflin e Louis Jourdan.
(Il film viene presentato sia con il doppiaggio italiano dell’epoca, che in versione originale inglese)
“La signora Bovary” (1934), l’adattamento di Jean Renoir, realizzato in Francia, è più vicino allo spirito naturalistico e critico del romanzo di Flaubert. Valentine Tessier interpreta una Emma meno idealizzata, più radicata nella realtà e nelle sue contraddizioni. Renoir adotta un approccio sobrio, evitando eccessi melodrammatici e concentrandosi sulla critica sociale e sulla rappresentazione della vita di provincia. Il film esplora le dinamiche di classe e l’ipocrisia borghese, evidenziando l’oppressione e la frustrazione che spingono Emma verso la rovina. Con uno stile più realistico e una narrazione diretta, Renoir crea un ritratto spietato ma profondamente umano della protagonista e del contesto che la imprigiona.
(Il film viene presentato in versione originale con sottotitoli in italiano)
I due film riflettono prospettive diverse sull’opera di Flaubert: mentre Minnelli mette in primo piano il pathos e l’estetica, Renoir rimane fedele alla critica sociale e alla complessità psicologica del testo. Il film hollywoodiano trasforma Emma in una figura quasi eroica, una vittima del destino e delle sue ambizioni irraggiungibili, mentre l’opera di Renoir ne sottolinea le debolezze umane e l’impatto distruttivo del suo egoismo. Entrambi, però, rendono omaggio alla straordinaria modernità del romanzo, dimostrando come la storia di Emma Bovary continui a ispirare riflessioni universali sull’insoddisfazione, l’amore e le illusioni.