filmov
tv
IL MONDO FUORI in anteprima su DPLAY PLUS
Показать описание
Tre detenuti nel carcere di Padova “Due Palazzi”, tre uomini dalle storie diverse fatte di errori, sofferenza e rinascita, si raccontano in “TUTTO IL MONDO FUORI” (1x75’), il documentario diretto da Ignazio Oliva, scritto con la collaborazione di mons. Dario Edoardo Viganò e Don Marco Pozza, in prima tv assoluta sul Nove mercoledì 13 maggio alle 21:25, ispirato all’Articolo 27 della nostra Costituzione, che evidenzia la funzione rieducativa dell’istituzione carceraria.
Le riprese del documentario sono terminate poco prima del lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus e la scelta di mandare in onda il progetto in questo momento assume un significato, una forza e una attualità ancora maggiori.
Il Cappellano del carcere Don Marco Pozza (Thiene, 1979), scrittore e giornalista, seguito dalle telecamere, accompagna lo spettatore in un mondo poco conosciuto ai più, dove incontrerà il Direttore del carcere, gli agenti di polizia penitenziaria, i detenuti e i loro affetti, per raccontare le sfide e le difficoltà della vita carceraria, l’importanza del lavoro come veicolo di riscatto e i desideri per un futuro colmo di speranza. La storia della rieducazione dei detenuti passa attraverso il riconoscimento dei propri sbagli e segue un tracciato fatto di lavoro, studio e sport offerto dall’Istituto di pena, grazie alle cooperative legate al territorio. La comunità protagonista del documentario è la medesima che, per volere di Papa Francesco, ha composto le meditazioni della via Crucis del Venerdì Santo di quest’anno. Un gesto che ha commosso il mondo intero.
Commenta Ignazio Oliva (regista del documentario e attore al cinema in Come due coccodrilli, Io ballo da sola, Nora, Passato prossimo, Scusa ma ti chiamo amore, e in tv Braccialetti rossi, The Young Pope, Tutti pazzi per amore): “Obiettivo è esplorare e valorizzare l’importanza del lavoro dentro e fuori dal carcere (pene alternative), che diventa strumento essenziale per la rieducazione di un detenuto e per un suo possibile reinserimento nella società... Attraverso le testimonianze di Don Pozza e di tre detenuti, raccontiamo come il percorso di lavoro offerto da questa eccellenza carceraria permetta di ritrovare dignità, tramite l’impegno del tempo detentivo con attività utili agli altri e a se stessi... Un viaggio nell’umanità di coloro che per diversi motivi hanno commesso degli errori e scelto un percorso criminale, ma che in questo carcere sono stati messi nelle condizioni di capire e riconoscere il dolore immenso causato alle vittime ed alle loro famiglie, oltre che a loro stessi ed, inevitabilmente, ai propri cari”.
-------------------------
Seguiteci anche sui social:
Le riprese del documentario sono terminate poco prima del lockdown imposto dall’emergenza Coronavirus e la scelta di mandare in onda il progetto in questo momento assume un significato, una forza e una attualità ancora maggiori.
Il Cappellano del carcere Don Marco Pozza (Thiene, 1979), scrittore e giornalista, seguito dalle telecamere, accompagna lo spettatore in un mondo poco conosciuto ai più, dove incontrerà il Direttore del carcere, gli agenti di polizia penitenziaria, i detenuti e i loro affetti, per raccontare le sfide e le difficoltà della vita carceraria, l’importanza del lavoro come veicolo di riscatto e i desideri per un futuro colmo di speranza. La storia della rieducazione dei detenuti passa attraverso il riconoscimento dei propri sbagli e segue un tracciato fatto di lavoro, studio e sport offerto dall’Istituto di pena, grazie alle cooperative legate al territorio. La comunità protagonista del documentario è la medesima che, per volere di Papa Francesco, ha composto le meditazioni della via Crucis del Venerdì Santo di quest’anno. Un gesto che ha commosso il mondo intero.
Commenta Ignazio Oliva (regista del documentario e attore al cinema in Come due coccodrilli, Io ballo da sola, Nora, Passato prossimo, Scusa ma ti chiamo amore, e in tv Braccialetti rossi, The Young Pope, Tutti pazzi per amore): “Obiettivo è esplorare e valorizzare l’importanza del lavoro dentro e fuori dal carcere (pene alternative), che diventa strumento essenziale per la rieducazione di un detenuto e per un suo possibile reinserimento nella società... Attraverso le testimonianze di Don Pozza e di tre detenuti, raccontiamo come il percorso di lavoro offerto da questa eccellenza carceraria permetta di ritrovare dignità, tramite l’impegno del tempo detentivo con attività utili agli altri e a se stessi... Un viaggio nell’umanità di coloro che per diversi motivi hanno commesso degli errori e scelto un percorso criminale, ma che in questo carcere sono stati messi nelle condizioni di capire e riconoscere il dolore immenso causato alle vittime ed alle loro famiglie, oltre che a loro stessi ed, inevitabilmente, ai propri cari”.
-------------------------
Seguiteci anche sui social: