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Ignoto 1. Processo Bossetti G.R.- LA FAMIGLIA GAMBIRASIO DENUNICIA NETEFLIX
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I legali dei genitori della giovanissima Yara, Fulvio Gambirasio e Maura Panarese, ovvero gli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Pelillo, hanno spiegato le ragioni della loro decisione.
“Siamo indignati. Faremo un esposto al garante della Privacy: c'è stata un'incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione”, hanno detto gli avvocati, come riporta Il Giorno.
In pratica, papà Fulvio e mamma Maura, nei giorni della scomparsa, hanno provato a chiamare la figlia - lasciando anche messaggi in segreteria. Non potevano sapere cosa intanto era accaduto alla figlia, aggredita e lasciata morire al freddo in un campo. Il telefono di famiglia venne messo sotto controllo dagli inquirenti, registrando pianti disperati e messaggi del tipo: “Amore, sono la mamma, dove sei?”.
Le esternazioni al telefono dei Gambirasio sono tuttavia presenti nella docu serie, ma le intercettazioni non erano state accluse neppure agli atti dell’inchiesta, poiché ritenute inutili ai fini della ricostruzione giudiziaria.
Da qui l’esposto quindi. Le indagini sono durante molto a lungo e si sono avvalse di approcci completamente inediti: la svolta dell’identità di un presunto responsabile - il cosiddetto Ignoto 1 - è arrivata solo nel 2014 attraverso la comparazione del Dna.
"Il caso Yara - Oltre ogni ragionevole dubbio” è una docuserie di 5 episodi,
sviluppati e diretti da Gianluca Neri, scritti da Carlo G. Gabardini, lo stesso Neri ed Elena Grillone. All’uscita, l’opera aveva destato molti interrogativi, attese e alcune polemiche, per via della presenza in scena di Massimo Bossetti, l’uomo identificato dapprima come Ignoto 1 e successivamente condannato in tre gradi di giudizio per l’omicidio della giovane Yara.
Non solo: parte dell’opinione pubblica ha confrontato il documentario con il precedente film
Netflix “Yara”: c’è infatti chi si aspettava una presenza maggiore delle tesi accusatorie
rispetto a quelle difensive che invece sono ben rappresentate.
“Siamo indignati. Faremo un esposto al garante della Privacy: c'è stata un'incursione nella vita di questi genitori senza che ci fosse una reale necessità e senza chiedere alcuna autorizzazione”, hanno detto gli avvocati, come riporta Il Giorno.
In pratica, papà Fulvio e mamma Maura, nei giorni della scomparsa, hanno provato a chiamare la figlia - lasciando anche messaggi in segreteria. Non potevano sapere cosa intanto era accaduto alla figlia, aggredita e lasciata morire al freddo in un campo. Il telefono di famiglia venne messo sotto controllo dagli inquirenti, registrando pianti disperati e messaggi del tipo: “Amore, sono la mamma, dove sei?”.
Le esternazioni al telefono dei Gambirasio sono tuttavia presenti nella docu serie, ma le intercettazioni non erano state accluse neppure agli atti dell’inchiesta, poiché ritenute inutili ai fini della ricostruzione giudiziaria.
Da qui l’esposto quindi. Le indagini sono durante molto a lungo e si sono avvalse di approcci completamente inediti: la svolta dell’identità di un presunto responsabile - il cosiddetto Ignoto 1 - è arrivata solo nel 2014 attraverso la comparazione del Dna.
"Il caso Yara - Oltre ogni ragionevole dubbio” è una docuserie di 5 episodi,
sviluppati e diretti da Gianluca Neri, scritti da Carlo G. Gabardini, lo stesso Neri ed Elena Grillone. All’uscita, l’opera aveva destato molti interrogativi, attese e alcune polemiche, per via della presenza in scena di Massimo Bossetti, l’uomo identificato dapprima come Ignoto 1 e successivamente condannato in tre gradi di giudizio per l’omicidio della giovane Yara.
Non solo: parte dell’opinione pubblica ha confrontato il documentario con il precedente film
Netflix “Yara”: c’è infatti chi si aspettava una presenza maggiore delle tesi accusatorie
rispetto a quelle difensive che invece sono ben rappresentate.
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