Come L ha imparato a dire di NO a chi si approfittava della sua disponibilità e competenza al lavoro

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Imparare a dire di NO a chi si approfitta di te, della tua disponibilità, della tua gentilezza, della tua competenza al lavoro, in famiglia, tra amici, è fondamentale per vivere una vita serena e piena.
Saper dire di NO è un modo per accrescere te stesso, perché significa essere in grado di mettere un paletto tra ciò che ti compete e ciò che compete gli altri.
Questo non vuol di dire "non aiutare" una persona in difficoltà o "non collaborare" con i colleghi sul lavoro.
Dire di NO non significa essere egoisti e indifferenti. Anzi tutt’altro.
È un modo per aiutare se stessi, per evitare di finire ingabbiati dalle richieste altrui.
Perché quando qualcuno ti chiede di farti carico, sul lavoro, in famiglia, di qualcosa che non ti compete è come se ti stesse mettendo dentro una piccola gabbia invisibile, le cui sbarre sono aspettative, pressioni, sensi di colpa, ricatti sottili, lusinghe.

Come succedeva a Lorenza, una mia cliente, insegnante in una scuola superiore, che stava per compromettere la sua salute, i rapporti con marito e figli e per rinunciare alle sue passioni, perché non era capace di dire di NO alle richieste e alle pressioni dei colleghi e della dirigente scolastica.

Con molta fatica e tanto impegno, però ha imparato a scardinare questo meccanismo perverso che la rendeva prigioniera delle esigenze, delle aspettative, dei bisogni altrui.

Grazie a una strategia che chiamo NO EFFETTO FARFALLA ha imparato a fuggire da tali gabbie e soprattutto a vivere ciò che per lei è davvero importante.

Al termine del video, una pratica - tratta dal mio percorso trasformativo - per imparare a dire di NO a quanti si approfittano di te.

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Комментарии
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Video molto pratico ed efficace, ancora complimenti! Riporto di seguito i cambiamenti positivi si sono verificati nella mia personale esperienza lavorativa in seguito alla sua preziosa consulenza:

1) Aver saputo dire “no” a richieste non di mia competenza o che non volevo fare, ha rafforzato in automatico la mia autostima, il mio personale senso di autoefficacia e il convincimento che sono io padrone delle mie azioni e che non mi faccio influenzare dagli altri.
2) Aver detto “no” ha prodotto negli altri l’idea che non prendo il lavoro alla leggera, che so ponderare con attenzione e che certi i incarichi richiedano accuratezza. Ciò rende negli altri l’idea che non agiamo a comando ma che sappiamo valutare il lavoro con attenzione.
3) Aver detto “no” ha permesso di ottimizzare i tempi di lavoro, ridurre i tempi morti e far si di potersi concentrare sulle attività che producono maggiori risultati.

alexscors
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No al caposervizio che mi chiede se posso esserci anche al mercoledì…il giorno di riposo dato che il sabato lavoro…e svegliarsi ogni mattina alle 3 e’ pesante!

christiangermin
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Ottimi consigli, meriteresti più visualizzazioni

andreavescovelli
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Ne conosco di persone insistenti, io continuo, mantenendo la massima neutralità emotiva, spiegando che le condizioni oggettivamente non mi consentono di fare x, di andare a ...., di impiegare tempo x per fare y, a dire di NO, ci sono persone che le motivazioni tue non le vogliono ascoltare, per cui mi devo ripetere 3, 4, anche 5 volte, ma sempre dicendo di NO e non indietreggiando di un mm. Si lamentano pure, ma a me non me ne frega niente, io pure sono un tipo che è accomodante ma ora che la mia salute sta traballando, non posso più stressarmi oltre quello che è strettamente il mio compito e dovere, il lavoro. Un paletto che sto incominciando a mettere è il telefono. Lo spengo alle 22.00 (vado a dormire, io mi devo alzare la mattina presto per andare al lavoro) e lo riaccendo dopo aver fatto colazione, nel weekend posso uscire con amici etc etc... ma se voglio prendermi 1 giorno, 1 giorno e mezzo per me e riposarmi, senza sentire nessuno, prendo e spengo il telefono. E se si lamentano che non potevano trovarmi perchè mi dovevano chiedere (sempre a me, oltretutto) cose "importanti", sti grandissimi caz****
non gli dico così ma faccio capire che i paletti ci sono e da quei confini non li schiodo. Al perchè rispondo "avevo degli impegni importanti pure io", oppure "ero stanco morto e avevo bisogno di riposarmi".
Nello spiegare dò motivazioni generali, non è necessario scendere nel particolare, la persona invadente le domande indagatorie e inquisitorie le fa, io rispondo sempre che si è trattato o si tratta di questioni personali, non scendo nel dettaglio. Anche questo non voler scendere nel dettaglio è un potere personale di cui ci si può riappropriare, non dire più di quanto non sia necessario, anche questo è porre un limite.

gianlucaurbanelli
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La.mia.capacita' di dire no non scatta di fronte a persone che si approfittano di me...ma per semplici inviti a fare delle cose che forse a me non interessano, e magari io mi sento in debito verso
queste persone o magari temo un giudizio negativo ...credo ci sia una forte paura del rifiuto, in generale, a monte. Scarsa consapevolezza di cio che voglio io. Quando so cuo xhe voglio, per contro, poi rischio però di isolarmi se fsccio trppo quello che voglio io. O scendo troppo a compromessi. O vengo accusata dinessere Come ne esco?!!!
A.volte mi cercano persone che sembrano aver bisogno di me....ma io non capisco sei mi vogliono bene veamente. Sembrano offrirmi affetto e attenzione, cosa di cui ho bisogno, e allora da un lato è brutto rimunciare allecattenionindi qcuno, poi penso che magari anche inconsciamente queste persone lo abbiamo capito ...e non so se fidarmi o no..magari ci sto bene assieme ma solo fino a un certo punto...
Su cisa possi laborare debtro di me?

emiliamassarotto
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Buonasera Dottore, il "no" che non riesco a dire avviene quando i clienti mi assegnano degli incarichi senza nemmeno consultarmi, inviandomi mail, messaggi o attribuendomi del lavoro appena mi incontrano, memori del fatto che in passato mi sono occupato io di questi adempimenti, spesso superando delle difficoltà perché le richieste non erano sempre in regola, e nonostante tutto sono riuscito con le mie competenze a portare avanti l'adempimento. Dunque nemmeno riesco a dirlo il "no" perché non c'è una richiesta, non mi chiedono "questa cosa puoi/vuoi farla?" ma danno per scontato che io la faccia. Far cambiare questo atteggiamento alle persone che lavorano con me è dura (e per questo sto cambiando lavoro). Se può aiutarmi la ringrazierei molto. Grazie dell'attenzione, e complimenti per la spiegazione del video.

alexscors
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Vabbè, però nella PA non si può fare così. Lorenza avrebbe dovuto dirglielo fin dall'inizio che non poteva e che sarebbe spettato a lui redigere il verbale. Bastava una mail "Gent, mo Docente Bianchi, per motivi personali mi trovo impossibilitata il giorno xx a avolgere il compito di Con la presente le chiedo di predisporre il materiale necessario per stendere al meglio il verbale.
Grazie e firma."

Per questi compiti di servizio, per i quali c'è un mansionario ben preciso e un Piano di lavoro in cui è scritto nero su bianco chi deve fare cosa, Lorenza avrebbe dovuto scrivere una mail il giorno prima, in modo che se il collega non prendeva appunti, la responsabilità del verbale sarebbe stata solo del collega e non anche di Lorenza. Per tutti i compiti che non sono sul PDL, o si rimane sul verbale (cosa che si può fare, in certi contesti informali ma che sconsiglio, data la tendenza a dimenticare) o si fa l'Ordine di Servzio.
Sa quante volte ho sentito la frase "non è compito mio, non sta scritto sul Piano di lavoro" !! E nessuno può contestarti nulla.

gianlucaurbanelli
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Il “no” che non riesco a dire e’ al mio datore di lavoro: quando si prende impegni che non sa poi come gestire, quando non riesce ad organizzare il lavoro e poi tocca a me correre per rispettare le consegne, quando mi mette davanti a frasi come “io sono stanc*, devo riposarmi, puoi farlo tu?”.

Come uscirne senza mancar di rispetto e senza rischiare il posto di lavoro?

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