Dopodichè Decade (madrigale di palazzo ducale)

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Testi: Marino Giusti
Voce e corpo: Marino Giusti
Riprese, Montaggio: Massimo Muppa Malco

Dopodichè Decade
(Madrigale di Palazzo Ducale)

Collassano i pianeti sopra i soli
decade l'elettrone sopra il nucleo
cadono le foglie
passano le voglie

e non importa quanto è vasto il cosmo, o stabile il cobalto, l'albero
quanto è alto e il luogo soleggiato, o quanto sperma giacca nello scroto

tuttavia cade ciò che è campato in aria
precipita il volatile più anziano,
scende l'uccello dimenato invano ( invano dimenandosi ),
cade supina ogni posizione eretta, crolla la torre, frana la vetta
cala l'accetta sul collo del re, e la mannaia sul collo del boia
e quotidianamente e ad ogni istante la falce della morte tira a sorte il prossimo che muoia

dècade é ciò che accade
ciò che succede avviene,
dopodiché decade

càduchi come duchi
si seguono i potenti nel palazzo, coi loro servi, i lirici, e i giullari
ma avari di passione come d'oro pensano solamenti ai cazzi loro,
non cedono il potere, non offrono il piacere, le donne se le devono
pagare (o comperare alzando un po' le tasse)

le foglie sono caduche
i duchi son cadùchi
ed il potere cede all'impotenza: non ha importanza l'oro per gli eunuchi
vale più il cazzo che un cazzo di palazzo, e i ritratti di Van Dick
( del cazzo ), e pur du Genova, e del mondo intero

appena un sistema si sistema, dopodiché decade:
soltanto questo pare essere vero.
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