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Come studiare - 42: Eliminare i vizi acquisiti in precedenza

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Quando suoniamo un brano studiato qualche anno fa, ci può capitare di vedere riemergere dei vizi o “cattive abitudini”, che pensavamo avere già superato.
Ciò succede con i brani che abbiamo appreso in passato, quando magari studiavamo in modo disordinato, o con modalità errate (rigidità muscolari incontrollate, respiro o movimenti disallineati dalla musica, etc).
Può capitare che riusciamo a suonarlo molto bene in casa, ma quando lo eseguiamo in pubblico riemergono i vecchi problemi che pensavamo di avere risolto.
Come fare, dunque, per “scardinare” gli automatismi sbagliati dalla nostra esecuzione?
Può essere utile “ristudiare” quel brano in un contesto del tutto diverso, così da non provocare l’attivazione dei vecchi automatismi. Ad esempio, studiamolo su una nuova edizione, con una diversa impaginazione. Meglio ancora se lo studiamo su un altro pianoforte, e cambiando volutamente i fraseggi e i gesti tecnici.
Così è possibile creare un “nuovo imprinting” di quel brano, così che il cervello non lo riconosca come lo stesso già appreso, e non riattivi gli automatismi “archiviati” nelle precedenti sessioni di studio.
di
Roberto Prosseda
#robertoprosseda #comestudiare #suonareilpianoforte
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Ciò succede con i brani che abbiamo appreso in passato, quando magari studiavamo in modo disordinato, o con modalità errate (rigidità muscolari incontrollate, respiro o movimenti disallineati dalla musica, etc).
Può capitare che riusciamo a suonarlo molto bene in casa, ma quando lo eseguiamo in pubblico riemergono i vecchi problemi che pensavamo di avere risolto.
Come fare, dunque, per “scardinare” gli automatismi sbagliati dalla nostra esecuzione?
Può essere utile “ristudiare” quel brano in un contesto del tutto diverso, così da non provocare l’attivazione dei vecchi automatismi. Ad esempio, studiamolo su una nuova edizione, con una diversa impaginazione. Meglio ancora se lo studiamo su un altro pianoforte, e cambiando volutamente i fraseggi e i gesti tecnici.
Così è possibile creare un “nuovo imprinting” di quel brano, così che il cervello non lo riconosca come lo stesso già appreso, e non riattivi gli automatismi “archiviati” nelle precedenti sessioni di studio.
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