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Le campane di Truccazzano (MI) - fraz. Albignano d'Adda

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Truccazzano (MI) - fraz. Albignano d’Adda
Chiesa Parrocchiale di S. Majolo Abate
Concerto di 5+2 campane in Re³ + Do♯⁴ e Si⁴
Fratelli Ottolina - Seregno 1929
Mi³ rif. Carlo Ottolina - Seregno 1959
Do♯⁴ (campana dell’esattore) Bonavilla - Milano 1670
Si⁴ (campana di Luigia Lovati) Daciano Colbachini e Figli - Padova (attribuzione) 1948
Suonate:
[01:48] Distesa festiva a 5 campane;
[05:11] Assolo della campana fuori concerto Si4;
[05:43] Assolo della campana fuori concerto Do♯⁴;
[06:05] Distesa delle due campane fuori concerto;
[07:00] Distesa a 7 campane.
Ringrazio il parroco don Angelo Tagliabue e i sacristi per la grande disponibilità dimostratami.
La chiesa di San Majolo Abate fu edificata su ordine testamentario del Conte Giacomo Anguissola, il quale ebbe un figlio che divenne sacerdote. La posa della prima pietra avvenne il 30 maggio 1717 ma la costruzione fu conclusa solo il 30 novembre 1726. La chiesa successivamente fu impreziosita con le urne dei corpi dei santi Ireneo, Didolo e Recelso martiri, donati dagli Anguissola.
Sull’imponente campanile, rimaneggiato nel 1964, è collocato un concerto di 5 campane in Re maggiore fuso dai Fratelli Ottolina di Seregno nel 1929 di cui la quarta campana rifusa nel 1959 da Carlo Ottolina di Seregno. Una sesta campana, di nota Do♯⁴, venne fusa da Nicola Bonavilla nel 1670 su commissione del conte Giulio Anguissola, ed era impiegata per avvisare la popolazione dell’arrivo dell’esattore delle tasse.
In cella è conservata anche un’altra campana, molto più piccola delle altre, di nota Si⁴ e fusa nel 1948 in memoria di Luigia Lovati come reca l’iscrizione “ANGELO LOVATI / DI CASCINA OVI / IN MEMORIA / DELLA FIGLIA LUIGIA / FECE FONDERE / A. D. 1948”
Questa chiesa è legata ad un miracolo: un’Ostia consacrata che dopo quasi 60 anni si mantiene intatta. Nella notte tra il 6 e il 7 marzo del 1957, verso l’una di notte, due ladri furtivamente si introdussero in chiesa per rubare e, tra gli oggetti prelevati, vi era anche un ostensorio contenente un’Ostia consacrata. I ladri vennero messi in fuga da alcuni fedeli che si erano accorti dei rumori, ma i ladri fuggirono con la refurtiva. Il sacco contenente l’ostensorio, pesante, fu abbandonato in un campo nei pressi della chiesa. Dall’ostensorio scivolò via la Sacra Particola, che venne subito raccolta dall’allora parroco don Cornelio Cossù e riposta in una teca con un biglietto recante le parole “Non toccare, Ostia del Sacrilegio”. Quella notte cadeva una pioggerellina che non riuscì a deteriorare la sacra Ostia, che tutt’oggi si presenta bianchissima e senza tracce di muffa. Don Giorgio Lattuada nello scorso decennio si accorse che un frammento staccatosi dell’Ostia del prodigio aveva un sapore fresco e fragrante, come se fosse stato prelevato da un’Ostia appena confezionata. L’Ostia è conservata nella “Cappella del Pane”, meta di pellegrinaggi e dove ogni giorno viene celebrata la liturgia delle Lodi e dei Vespri.
Chiesa Parrocchiale di S. Majolo Abate
Concerto di 5+2 campane in Re³ + Do♯⁴ e Si⁴
Fratelli Ottolina - Seregno 1929
Mi³ rif. Carlo Ottolina - Seregno 1959
Do♯⁴ (campana dell’esattore) Bonavilla - Milano 1670
Si⁴ (campana di Luigia Lovati) Daciano Colbachini e Figli - Padova (attribuzione) 1948
Suonate:
[01:48] Distesa festiva a 5 campane;
[05:11] Assolo della campana fuori concerto Si4;
[05:43] Assolo della campana fuori concerto Do♯⁴;
[06:05] Distesa delle due campane fuori concerto;
[07:00] Distesa a 7 campane.
Ringrazio il parroco don Angelo Tagliabue e i sacristi per la grande disponibilità dimostratami.
La chiesa di San Majolo Abate fu edificata su ordine testamentario del Conte Giacomo Anguissola, il quale ebbe un figlio che divenne sacerdote. La posa della prima pietra avvenne il 30 maggio 1717 ma la costruzione fu conclusa solo il 30 novembre 1726. La chiesa successivamente fu impreziosita con le urne dei corpi dei santi Ireneo, Didolo e Recelso martiri, donati dagli Anguissola.
Sull’imponente campanile, rimaneggiato nel 1964, è collocato un concerto di 5 campane in Re maggiore fuso dai Fratelli Ottolina di Seregno nel 1929 di cui la quarta campana rifusa nel 1959 da Carlo Ottolina di Seregno. Una sesta campana, di nota Do♯⁴, venne fusa da Nicola Bonavilla nel 1670 su commissione del conte Giulio Anguissola, ed era impiegata per avvisare la popolazione dell’arrivo dell’esattore delle tasse.
In cella è conservata anche un’altra campana, molto più piccola delle altre, di nota Si⁴ e fusa nel 1948 in memoria di Luigia Lovati come reca l’iscrizione “ANGELO LOVATI / DI CASCINA OVI / IN MEMORIA / DELLA FIGLIA LUIGIA / FECE FONDERE / A. D. 1948”
Questa chiesa è legata ad un miracolo: un’Ostia consacrata che dopo quasi 60 anni si mantiene intatta. Nella notte tra il 6 e il 7 marzo del 1957, verso l’una di notte, due ladri furtivamente si introdussero in chiesa per rubare e, tra gli oggetti prelevati, vi era anche un ostensorio contenente un’Ostia consacrata. I ladri vennero messi in fuga da alcuni fedeli che si erano accorti dei rumori, ma i ladri fuggirono con la refurtiva. Il sacco contenente l’ostensorio, pesante, fu abbandonato in un campo nei pressi della chiesa. Dall’ostensorio scivolò via la Sacra Particola, che venne subito raccolta dall’allora parroco don Cornelio Cossù e riposta in una teca con un biglietto recante le parole “Non toccare, Ostia del Sacrilegio”. Quella notte cadeva una pioggerellina che non riuscì a deteriorare la sacra Ostia, che tutt’oggi si presenta bianchissima e senza tracce di muffa. Don Giorgio Lattuada nello scorso decennio si accorse che un frammento staccatosi dell’Ostia del prodigio aveva un sapore fresco e fragrante, come se fosse stato prelevato da un’Ostia appena confezionata. L’Ostia è conservata nella “Cappella del Pane”, meta di pellegrinaggi e dove ogni giorno viene celebrata la liturgia delle Lodi e dei Vespri.
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