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Le cicatrici: cosa fare?
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#lucavannetiello #cicatrici #episiotomia
Considerando i ragionamenti fatti nel video precedente, il trattamento delle cicatrici è quasi intuitivo: bisogna favorire il rimodellamento creando tensione.
Quindi bisogna massaggiarla cercando di stirarla, si può pinzarla con le dita e sollevarla. Se parliamo di una cicatrice addominale da intervento chirurgico le aderenze interne sono tante, e sollevare la cute permette di rimodellare anche quelle. In genere i pazienti sono oltremodo stupiti dalla sensazioni che provano con quella tensione. A volte la temono, più spesso sentono che si è su qulcosa di importante su cui lavorare.
Quello che succede, per dire la verità, un verità un po’ fastidiosa per alcuni, è che con queste procedure le cicatrici, le aderenze vengono anche scollate, rotte. Si riinnesca il meccanismo di guarigione solo che questa volta portandolo a compimento completando la fase di rimodellamento.
Il tessuto cicatriziale è molto fragile alla tensione, quindi ci vuole poco, ma bisogna essere costanti. Quando si comincia a lavorarci, in pochi secondi spesso la cicatrice (superficiale) si fa rossa, di un rosso intenso e inaspettato a dimostrazione di quanto fosse ancora infiammata/attiva.
Questa procedura la si può fare una, due volte al giorno per uno o due minuti. Ci si mette da soli o ci si lascia aiutare. Farsi insegnare questa manualità da un operatore è molto semplice.
Le cicatrici sono anche accompagnate da un vissuto emotivo, mi è successo che l’area avesse un tale carico di emozioni che il paziente ha preferito non procedere.
Ho fatto l’esperienza di pianti profondi e liberatori lavorando su una cicatrice di più di 25 anni legata ad una neoplasia neonatale.
In queste settimane una mia paziente fidandosi del mio parere, mi ha parlato della sua vulvodinia (dolore alla vulva) dopo aver partorito e aver ricevuto una “Episiotomia” cioè un taglio chirurgico per favorire il passaggio del bambino. “metto sempre la gonna perché ho sempre fastidio e i pantaloni non li sopporto proprio”, mi ha raccontato del cordone che sente dove c’è la cicatrice. Le ho spiegato quello che ho spiegato a voi in questi video e l’ho incoraggiata a massaggiare e trattare la cicatrice come ho spiegato qui. Due settimane dopo è venuta con un jeans, “mi è sembrato di vedere un jeans?” “ sì le cose vanno molto meglio”
In questo caso c’è da riflettere sul fatto che se la paziente ha avuto l’idea di dirlo al suo chiropratico è chiaro che il suo ginecologo non ha ascoltato il che è solo un peccato.
Per concludere, l’importanza di questi due video sulle cicatrici, può essere compresa realmente solo da chi ha cicatrici che danno fastidio, che sono ancora attive, che non sono guarite. Questi video sono per voi, sopratutto per dirvi che in genere è molto facile risolvere questo problema.
Considerando i ragionamenti fatti nel video precedente, il trattamento delle cicatrici è quasi intuitivo: bisogna favorire il rimodellamento creando tensione.
Quindi bisogna massaggiarla cercando di stirarla, si può pinzarla con le dita e sollevarla. Se parliamo di una cicatrice addominale da intervento chirurgico le aderenze interne sono tante, e sollevare la cute permette di rimodellare anche quelle. In genere i pazienti sono oltremodo stupiti dalla sensazioni che provano con quella tensione. A volte la temono, più spesso sentono che si è su qulcosa di importante su cui lavorare.
Quello che succede, per dire la verità, un verità un po’ fastidiosa per alcuni, è che con queste procedure le cicatrici, le aderenze vengono anche scollate, rotte. Si riinnesca il meccanismo di guarigione solo che questa volta portandolo a compimento completando la fase di rimodellamento.
Il tessuto cicatriziale è molto fragile alla tensione, quindi ci vuole poco, ma bisogna essere costanti. Quando si comincia a lavorarci, in pochi secondi spesso la cicatrice (superficiale) si fa rossa, di un rosso intenso e inaspettato a dimostrazione di quanto fosse ancora infiammata/attiva.
Questa procedura la si può fare una, due volte al giorno per uno o due minuti. Ci si mette da soli o ci si lascia aiutare. Farsi insegnare questa manualità da un operatore è molto semplice.
Le cicatrici sono anche accompagnate da un vissuto emotivo, mi è successo che l’area avesse un tale carico di emozioni che il paziente ha preferito non procedere.
Ho fatto l’esperienza di pianti profondi e liberatori lavorando su una cicatrice di più di 25 anni legata ad una neoplasia neonatale.
In queste settimane una mia paziente fidandosi del mio parere, mi ha parlato della sua vulvodinia (dolore alla vulva) dopo aver partorito e aver ricevuto una “Episiotomia” cioè un taglio chirurgico per favorire il passaggio del bambino. “metto sempre la gonna perché ho sempre fastidio e i pantaloni non li sopporto proprio”, mi ha raccontato del cordone che sente dove c’è la cicatrice. Le ho spiegato quello che ho spiegato a voi in questi video e l’ho incoraggiata a massaggiare e trattare la cicatrice come ho spiegato qui. Due settimane dopo è venuta con un jeans, “mi è sembrato di vedere un jeans?” “ sì le cose vanno molto meglio”
In questo caso c’è da riflettere sul fatto che se la paziente ha avuto l’idea di dirlo al suo chiropratico è chiaro che il suo ginecologo non ha ascoltato il che è solo un peccato.
Per concludere, l’importanza di questi due video sulle cicatrici, può essere compresa realmente solo da chi ha cicatrici che danno fastidio, che sono ancora attive, che non sono guarite. Questi video sono per voi, sopratutto per dirvi che in genere è molto facile risolvere questo problema.
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