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Secondo Canto Inferno Divina Commedia Dante Alighieri in Testi della letteratura italiana
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Nel secondo canto dell'Inferno, Dante, pronto per iniziare il suo viaggio, chiede aiuto alle Muse affinché sostengano il suo ingegno nel difficile compito di descrivere quello che lui ha visto.
Ormai è giunto il tramonto e l’animo di Dante è di nuovo in preda ai dubbi: sarà all’altezza dell’impresa che finora è stata compiuta solo da personaggi molto più importanti di lui come Enea e San Paolo?
Il poeta espone i suoi dubbi a Virgilio: Enea è stato scelto da Dio perché fondatore di Roma, capitale dell’Impero e futura sede del papato e a San Paolo è stato affidato l’incarico di diffondere la fede in Cristo.
Ma Dante, per quali meriti può accedere ai regni dell’oltretomba? Chi lo autorizza a fare un simile viaggio e per quale scopo?
Virgilio guarda la fragilità di Dante e usa un’espressione bellissima; dice “Vedo che il tuo animo è offeso dalla viltà”. Il maestro mette in luce lo stato d’animo del poeta con delicatezza, senza infierire su di lui.
Virgilio quindi racconta a Dante in quale modo egli abbia avuto l’incarico di guidarlo. Era nel Limbo quando Beatrice, inviata da Santa Lucia, su ordine della Vergine Maria, lo aveva mandato in soccorso a Dante che si era smarrito.
Quando Virgilio riceve la visita di Beatrice, rimane stupito e, ai versi 82 – 84, le chiede: dimmi come mai non hai paura a scendere all’Inferno? Lei risponde con una frase di una semplicità disarmante: Temer si dee di sole quelle cose c’ hanno potenza di fare altrui male; de l’altre no, ché non son paurose. vv. 88 - 90
Quindi Virgilio invita Dante a lasciar andare ogni timore e ad avere fiducia nelle tre donne benedette che in cielo si prendono cura di lui. Rinfrancato da queste parole il poeta è pronto per iniziare il suo viaggio.
In questo canale avrai la possibilità di conoscere e capire i più importanti testi della letteratura italiana.
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Ormai è giunto il tramonto e l’animo di Dante è di nuovo in preda ai dubbi: sarà all’altezza dell’impresa che finora è stata compiuta solo da personaggi molto più importanti di lui come Enea e San Paolo?
Il poeta espone i suoi dubbi a Virgilio: Enea è stato scelto da Dio perché fondatore di Roma, capitale dell’Impero e futura sede del papato e a San Paolo è stato affidato l’incarico di diffondere la fede in Cristo.
Ma Dante, per quali meriti può accedere ai regni dell’oltretomba? Chi lo autorizza a fare un simile viaggio e per quale scopo?
Virgilio guarda la fragilità di Dante e usa un’espressione bellissima; dice “Vedo che il tuo animo è offeso dalla viltà”. Il maestro mette in luce lo stato d’animo del poeta con delicatezza, senza infierire su di lui.
Virgilio quindi racconta a Dante in quale modo egli abbia avuto l’incarico di guidarlo. Era nel Limbo quando Beatrice, inviata da Santa Lucia, su ordine della Vergine Maria, lo aveva mandato in soccorso a Dante che si era smarrito.
Quando Virgilio riceve la visita di Beatrice, rimane stupito e, ai versi 82 – 84, le chiede: dimmi come mai non hai paura a scendere all’Inferno? Lei risponde con una frase di una semplicità disarmante: Temer si dee di sole quelle cose c’ hanno potenza di fare altrui male; de l’altre no, ché non son paurose. vv. 88 - 90
Quindi Virgilio invita Dante a lasciar andare ogni timore e ad avere fiducia nelle tre donne benedette che in cielo si prendono cura di lui. Rinfrancato da queste parole il poeta è pronto per iniziare il suo viaggio.
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