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Milano in Piccolo: percorsi nella storia di una città | La cultura

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La cultura, l’urbanistica, la politica, la classe dirigente e i nuovi rapporti sociali: Milano, all’indomani della Liberazione, è come un tram in corsa che attraversa il boom e la recessione, le repentine metamorfosi economico-sociali, le scommesse culturali e la ricerca di una nuova identità internazionale con affaccio sull’Europa. Nella cornice della Sala Buzzati (Via Balzan 3, Milano) e nell'ambito del ciclo “Strehler” città aperta, Fondazione Corriere della Sera e il Piccolo in collaborazione con Fondazione AEM presentano un ciclo di quattro incontri-lezione dedicati alla Milano di Strehler, quattro fermate cittadine a scandagliare la “capitale morale” e la sua peculiarissima capacità di non tirarsi mai indietro di fronte alle sfide che i momenti di profondo cambiamento storico del secondo Novecento le hanno lanciato.
Milano fu crogiolo di innovazioni culturali, luogo di nascita di avanguardie artistiche, centro di divulgazione e di sperimentazione, città dove si incrociarono fermenti e ispirazioni differenti. La Liberazione non fu solo liberazione dalla dittatura politica del regime fascista, fu anche liberazione di idee, apertura e possibilità di realizzare progetti fino ad allora rimasti compressi. Questo aspetto fu particolarmente vivace nel capoluogo lombardo, dove nacquero decine tra istituzioni, luoghi di discussione e centri di dibattito, alcuni destinati a breve vita, altri, come la Casa della Cultura, capaci di continuare a essere nel corso dei decenni un punto di riferimento per la città, altri ancora, come il Piccolo, in grado di affermarsi non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Comune a tutte queste esperienze fu la volontà di coinvolgere i cittadini, di offrire momenti di partecipazione e luoghi di libertà. Si intendono ripercorrere queste esperienze, le diverse, complesse e talvolta contraddittorie vicende che ne segnarono la nascita e gli sviluppi nei decenni successivi la Liberazione.
Alberto Rollo, saggista e critico letterario, tra i protagonisti della scena editoriale milanese, è stato direttore editoriale della Baldini&Castoldi e, per oltre vent’anni, direttore letterario per la casa editrice Feltrinelli. Attualmente collabora alle collane letterarie di Mondadori. Ha scritto Un’educazione milanese (Manni Editori, 2016), Cinquina Premio Strega 2017.
Milano fu crogiolo di innovazioni culturali, luogo di nascita di avanguardie artistiche, centro di divulgazione e di sperimentazione, città dove si incrociarono fermenti e ispirazioni differenti. La Liberazione non fu solo liberazione dalla dittatura politica del regime fascista, fu anche liberazione di idee, apertura e possibilità di realizzare progetti fino ad allora rimasti compressi. Questo aspetto fu particolarmente vivace nel capoluogo lombardo, dove nacquero decine tra istituzioni, luoghi di discussione e centri di dibattito, alcuni destinati a breve vita, altri, come la Casa della Cultura, capaci di continuare a essere nel corso dei decenni un punto di riferimento per la città, altri ancora, come il Piccolo, in grado di affermarsi non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Comune a tutte queste esperienze fu la volontà di coinvolgere i cittadini, di offrire momenti di partecipazione e luoghi di libertà. Si intendono ripercorrere queste esperienze, le diverse, complesse e talvolta contraddittorie vicende che ne segnarono la nascita e gli sviluppi nei decenni successivi la Liberazione.
Alberto Rollo, saggista e critico letterario, tra i protagonisti della scena editoriale milanese, è stato direttore editoriale della Baldini&Castoldi e, per oltre vent’anni, direttore letterario per la casa editrice Feltrinelli. Attualmente collabora alle collane letterarie di Mondadori. Ha scritto Un’educazione milanese (Manni Editori, 2016), Cinquina Premio Strega 2017.